Il paesaggio sublime di Federica Martellini

Proseguono, presso la Galleria d’arte contemporanea InQuadro di Roma in (via Alberto Ascari, 255), gli YES - young exhibition Saturday- momenti d’incontro con i giovani artisti che collaborano con l’Atelier. Sabato 6 marzo, dalle 11.00 alle 20.00, l’artista Federica Martellini è presente in galleria per incontrare il pubblico, parlare della sua arte e con la sua arte, esprimendosi in perfomance dal vivo. Alle 18.00 viene offerto un cocktail, momento di scambio fra artisti, critici e pubblico.

Federica Martellini nasce il 5 agosto 1980, vive e lavora a San Quirico d’Orcia (Si). Diplomata presso l’ITS Monna Agnese di Siena Beni Culturali e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci Perugia Corso di Pittura, si è perfezionata come decoratrice esperta in affresco presso ECIPA Umbria. Ha esordito nel 2004, esponendo nella collettiva presso il Granaio di Monticchiello (Siena) a conclusione del laboratorio di pittura attivato dal maestro Margherita Pavese, proseguendo con diverse collettive e personali.

La pittura della Martellini si impone indagando sul paesaggio, preso da scorci e immagini della Val d’Orcia, ma rielaborato attraverso immaginazioni e figurazioni cromatiche alla ricerca del non detto, dell’evocazione emozionale suscitata da ciò che è rappresentato. Vi è la ricerca, sottile e immaginifica, di quel luogo dove la percezione fisica del reale si salda con l’immagine mentale. E la prospettiva, chiusa in una visione ristretta, mira a una leggerezza, una levità verrebbe da dire, che è ricerca del Sublime. Scrive in proposito Massimo Maselli: “La pratica pittorica di Federica può anche essere più prosaicamente considerato un ri-taglio ex post, come espediente non lesivo, ma innovativo, creativo. Un’operazione di sfrondamento, un’urgenza di ‘leggerezza’ insita certamente nell’arte contemporanea, quella ‘sottrazione di peso’ che Calvino suggerisce nelle sue Lezioni americane: ora rivolta alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto cercando di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.

Così Federica disegna prima un tutto precario, risultando da subito esorbitante, procede poi con un figurativo di comodo, poi le cesure, i ‘restringimenti’, le messe a fuoco fotografiche, forbice alla mano: il taglio creativo, perché innovativo appunto, il sentire il momento esatto dello stop, da condividere come sublimazione del reale.”