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Il nuovo femminismo prende quota

Il nuovo femminismo prende quota

Giovani in movimento - A Roma è nato il Comitato SIAMOPIUDELLAMETA’, impegnato a sostegno della legge 194, dell’adozione della RU486 e della presenza delle donne nelle assemblee elettive

Leila Falzone Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2006

L’autunno del 2005 è stata la stagione calda dei nuovi movimenti femministi. Passato recente, che è già storia. Così l’indignazione per il varo recente della legge elettorale, che miniaturizza la presenza delle donne svilendo anche la nozione più sbiadita di democrazia partecipata e condivisa, è stato lo spunto per una riaggregazione attorno ai temi della partecipazione femminile nella politica e nella società di questo nostro Paese attraversato da gravi squilibri sociali e da pesanti anomalie della rappresentanza nella sfera pubblica. Quella italiana è davvero un’eccezione da guinness dei primati. “Siamo all’84° posto nel mondo, in termini di presenza delle donne nelle assemblee elettive e rappresentative, al terz’ultimo nell’Europa a 25, e ultimi in quella a 15”, commenta asciutta Ilaria Moroni, una tra le tante giovani donne del neonato Comitato romano SIAMOPIUDELLAMETA’. Una disfunzione quella del Bel Paese che fa precipitare verticalmente il consenso di queste giovani generazioni alle istituzioni che l’attuale politica esprime. La questione centrale è la possibilità materiale di incidere con una prospettiva che contempli anche uno sguardo di genere su materie come la salute fisica e riproduttiva delle donne, di cui i recenti attacchi alla legge 194/78 ne sono una paurosa regressione, l’iniqua distribuzione nelle posizioni di vertice nei luoghi di lavoro, autentici potentati maschili, e più in generale l’attuale esasperata flessibilità che colpisce più duramente le donne rispetto agli uomini, e non solo in fase di ingresso nel mondo del lavoro. Questi dati ci parlano di un mondo disegnato su un modello di cittadinanza maschile, che attinge forzatamente ad energie femminili, almeno nella realtà italiana, che sono costrette ad inventarsi autentiche soluzioni pirotecniche per conciliare famiglia e lavoro. “La famiglia, - prosegue poi Monica Pepe - anche questa è una nozione che andrebbe aggiornata ed ampliata per includere altre realtà affettive e relazionali. Il riconoscimento delle unioni di fatto, omosessuali e non, appartiene a quella più ampia schiera di diritti civili su cui anche il nostro ordinamento giuridico è fondato”. Il 14 gennaio a Roma è prevista una grossa manifestazione proprio sui Pacs. Nello stesso giorno a Milano si svolge una manifestazione nazionale in difesa della legge sulla interruzione volontaria di gravidanza, una “legge vigente del nostro ordinamento” aggiunge Federica Raddi, altro membro del Comitato SIAMOPIUDELLAMETA’. “Scendiamo in piazza – prosegue Federica - anche a sostegno dell’adozione della pillola RU486, (chissà quanto erroneamente definita abortiva) e per contrastare i recenti attacchi ai consultori del ministro Storace, attraverso l’invio di rappresentanti del Movimento per la vita”. “Non ci sfugge - si inserisce poi Raffaella Polselli - come la recente attività d’inchiesta parlamentare, espressa da questo governo, sui temi connessi alla legge 194, sia un malcelato modo di spostare l’attenzione pubblica sui caldi temi della riforma elettorale e della finanziaria”. Non si capisce poi come in un paese come quello italiano dove la presenza femminile nel mondo del lavoro, così esigua e parcellizzata in infiniti rivoli di contratti atipici, sia anche il paese in Europa con il più basso tasso di natalità. Il problema è di nuovo di struttura sociale, di modelli di convivenza tra uomini e donne impantanati in vecchi retaggi patriarcali. La posta in gioco è quella di riappropriazione di interi spezzoni di felicità collettiva, che sia dicibile non solo in termini di una maggiore presenza delle donne nella sfera pubblica, ma che sia in grado anche di disegnare rinnovati schemi di convivenza e di reciprocità tra uomini e donne, anche in contesti plurali come quelli migratori.

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