Libro - “La coda della cometa”, di Luisa Fressoia (ed Ali&No)
Bartolini Tiziana Domenica, 04/10/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2015
Il libro è frutto di un percorso durato quattro anni durante i quali Regina, Maria, Anna, Giovanna, Grazia, Maria Pia, Marina, Rosa, Teresa, Eugenia e Regina partecipano ad una ricerca della LUA - Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari. Lo scopo della ricerca é indagare "le modalità con cui oggi viene vissuto il passaggio alla seconda età adulta da parte di coloro che erano giovani negli anni Sessanta e Settanta". Accanto all'obiettivo conoscitivo,Luisa Fressoia, - pedagogista e formatrice oltre che collaboratrice scientifica della LUA e curatrice del libro - sottolinea l’intento formativo legato alla singola "presa di coscienza di sé generato dal riflettere e rispecchiarsi nella propria storia di vita" che ha stretta connessione con l'obiettivo etico-politico rispetto all'osservazione della "ricaduta che la propria vita ha nella vita degli altri e delle future generazioni di donne e uomini". Le dieci autobiografie riguardano donne che vivono o sono arrivate a Milano in quegli anni. Pur nella diversità delle vicende, delle origini e delle scelte che ciascuna ha fatto, vi è un nesso che tiene insieme il tutto. Sono vissuti di una generazione che, certamente, ha incontrato un periodo storico molto particolare in cui ciascuno/a si sentiva parte importante di un fluire e in cui sono stati messi in discussione e abbattuti modelli di riferimento, in cui sono stati infranti tabù che il patriarcato aveva imposto. "La scoperta delle donne" (Teresa, pag 164) e il ruolo del femminismo accomunano le testimonianze raccolte che si leggono alla luce di un "sentire femminile" sempre diverso perché intessuto dei ricordi privati ma al tempo stesso uguale perché calato in un contesto socio-culturale in cui l'intreccio tra pubblico e personale era volutamente una pratica quotidiana. Le lotte, le vacanze, la fabbrica, l’università, la politica, l’amore, la maternità: i molteplici universi abitati dalle autonarranti si intersecano in un andirivieni dal passato al presente senza un ordine prestabilito. È il fluire libero dei pensieri e dei ricordi elaborati e fissati su carta in un tempo della vita in cui si fanno bilanci. E il conto torna, perché le narrazioni sono percorse da una comune soddisfazione: aver conquistato la propria vita, anche pagando dei prezzi. “Fu un’epoca di apertura al mondo, di negazione della famiglia come negazione del limite e della povertà della vita privata… solo nel rapporto con gli altri si poteva costituire la propria identità” scrive Eugenia in “La coda della cometa”, capitolo da cui il libro prende il titolo. Un testo che fluisce come un romanzo ma che regala, come un film, sequenze e istantanee destinate a comporre un affresco corale che ha il valore di documento storico.
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