Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio alla sua fondatrice Maria Adriana Prolo
L’evento verrà celebrato con una mostra fotografico, il varo del Centro ricerche sul cinema muto, la ristampa anastatica di un prezioso volume, un convegno e progetti per le scuole
Martedi, 23/02/2021 - Forse non tutti sanno, o ricordano, che il Museo Nazionale del Cinema di Torino è stato ideato e fondato da una donna appassionata e tenace, competente, visionaria e anticonformista, la studiosa piemontese di storia e di cinema Maria Adriana Prolo, che dedicò tutte le sue energie a concretizzare il sogno di un museo dedicato alla Settima Arte.
Dopo la laurea magistrale e le brillanti ricerche storiche ed archivistiche, iniziò ad interessarsi sempre più di cinema, anche attraverso i periodici dell'epoca, e nel 1941 prese vita la prima idea di costituire un museo del cinema, anche grazie a un fervido lavoro di raccolta e conservazione dei documenti e dei materiali del cinema torinese. La costituzione dell'Associazione Culturale Museo del Cinema, nel 1953 – di cui la Prolo, nota e rispettata a livello internazionale, fu nominata presidente e nel 1956 direttrice a vita del museo – aveva l’intento di "raccogliere, conservare ed esporre al pubblico tutto il materiale che si riferisce alla documentazione e alla storia delle attività artistiche, culturali, tecniche e industriali della cinematografia e della fotografia”.
Fu questo l’atto determinante che portò alla realizzazione del Museo, inaugurato al pubblico il 27 settembre 1958 in un’ala di Palazzo Chiablese. Solo nel 2000 il Museo venne trasferito, dopo alterne vicende nella prestigiosa sede della Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino.
Dunque, in occasione del trentennale della morte di Maria Adriana Prolo, avvenuta il 20 febbraio 1991 a 82 anni, e per celebrarne l’attività instancabile, il Museo le dedica una serie di eventi, in primis l’omaggio di una mostra dal titolo “Maria Adriana Prolo: un museo, la sua fondatrice”, che espone una selezione di immagini che ritraggono la studiosa dagli anni Venti alla fine degli anni Ottanta: la mostra sarà ospitata dal 19 febbraio alla fine di marzo 2021 sulla cancellata esterna della Mole Antonelliana.
“È un affettuoso omaggio che dedichiamo alla fondatrice del museo - sottolinea Enzo Ghigo, attuale presidente del Museo Nazionale del Cinema - rendendo merito al grande lascito culturale che ha tramandato, non solo in termini di collezioni, senza il quale l’attuale Museo del Cinema alla Mole Antonelliana non sarebbe esistito”
Agli scatti privati, provenienti anche dall’archivio di famiglia, si accompagnano alcune delle fotografie esposte in occasione della mostra dedicata alla prima sede del Museo del Cinema a Palazzo Chiablese, curata da Lorenzo Ventavoli, per arrivare alle immagini realizzate da Elena Bosio sul set del documentario “Occhi che videro” di Daniele Segre (Italia 1989, 50’), pellicola di cui Maria Adriana Prolo e il suo Museo furono assoluti protagonisti.
Il film e i contenuti extra si presentano oggi come un documento unico capace di catturare la vitalità di questa piccola grande donna, avvolta nella magia delle preziose collezioni di cinema, pre-cinema e fotografia raccolte per decenni con passione.
Il documentario sarà disponibile online sul canale Vimeo del Museo per tutta la durata della mostra e sarà possibile accedere al film anche inquadrando il QR code posto sul pannello introduttivo della mostra.
“È questo il primo di una serie di eventi che vedranno protagonista una straordinaria figura del Novecento - afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema - pioniera del collezionismo e della storiografia cinematografica ma anche donna dal carattere forte e dallo spirito anticonformista, con una determinazione e una passione da esempio per intere generazioni di studenti e appassionati”.
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino annuncia inoltre la ristampa anastatica e la traduzione del volume “Storia del cinema muto italiano, Vol. I”, edito nel 1951 e ormai di difficile reperibilità: un’opera coraggiosa che, in parte superata dalle successive ricerche, si ripropone oggi per l’assoluta originalità nella scelta pionieristica dell’ambito disciplinare, con una rigorosa metodologia di documentazione e analisi delle fonti che l’autrice maturò nel corso dei suoi studi universitari sulla storia risorgimentale.
Importante la collaborazione di Gianna Chiapello, storica assistente di Maria Adriana Prolo e tuttora collaboratrice del museo, che concluderà in questa occasione la revisione della parte iconografica del volume, commissionatale direttamente dalla Prolo e mai portata a termine.
La pubblicazione è simbolicamente la prima iniziativa realizzata dal “Centro ricerche sul cinema muto italiano Giovanni Pastrone”, fondato nel 2020 dal Museo Nazionale del Cinema e dall’Università degli Studi di Torino. Oltre alla ristampa anastatica, il volume sarà disponibile nei prossimi mesi in versione digitale, ed accessibile gratuitamente.
Il testo di Maria Adriana Prolo, che costituisce la prima parte dell’opera, sarà tradotto nelle lingue ufficiali della Fédération Internationale des Archives du Filmì (francese, inglese e spagnolo), associazione di cui il Museo entrò a far parte sin dagli anni Cinquanta proprio grazie alla tenacia della sua fondatrice e alla preziosità delle sue collezioni. Il progetto sarà realizzato con il contributo dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema.
La divulgazione del volume, a distanza di settant’anni dalla prima pubblicazione, sarà il punto di partenza per l’organizzazione nel prossimo anno accademico di un convegno a cura dell’Università degli Studi di Torino e del Museo Nazionale del Cinema con il ‘Centro ricerche Pastrone’, dedicato al passato e al futuro della storiografia del cinema muto italiano. È previsto, a cura dei Servizi educativi del Museo con il supporto del ‘Centro ricerche Pastrone’, un progetto per le scuole dedicato alla figura di Maria Adriana Prolo al quale gli studenti saranno chiamati a partecipare attivamente
Questa ricorrenza è infine l’occasione per riconfermare il legame che lega a doppio filo Alessandro Antonelli e Maria Adriana Prolo, tanto prolifica e appassionata da aver dato vita non solo al Museo del Cinema di Torino ma anche - con Fernanda Renolfi, Carlo Dionisotti e un gruppo di studiosi - al Museo Storico Etnografico nato nel 1973 a Villa Caccia (Romagnano Sesia), in un complesso progettato e realizzato dallo stesso Antonelli.
Saranno proprio Maria Adriana Prolo e Alessandro Antonelli, infatti, i due personaggi che daranno il benvenuto ai visitatori nel nuovo allestimento del piano di accoglienza del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, previsto nel corso del 2021.
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