Il mondo a 7 miliardi

Il pianeta ha raggiunto 7 miliardi di persone a ottobre, con una velocità di 140 abitanti al minuto. Priorità e problematiche nella nuova configurazione mondiale: migrazioni, disoccupazione, povertà, ambiente, diritti, salute e istruzione. A circa metà del secolo scorso, la popolazione mondiale presenta un quadro non troppo differenziato: da una parte il mondo occidentale (circa un miliardo di abitanti) dove la ricchezza consente l’innalzamento della vita media a fronte di una minore crescita demografica; dall’altra i paesi in via di sviluppo (circa due miliardi di abitanti), la cui povertà si accompagna a bassa vita media e grande prolificità. Ma proprio dagli anni ‘60 inizia un processo di “convergenza” mondiale: una diminuzione della fertilità di fronte a maggiori livelli di longevità, soprattutto nei paesi asiatici (in primo luogo la Cina). Questo fenomeno ha come conseguenze una diversa redistribuzione della popolazione sul pianeta, accompagnata dal rallentamento della crescita demografica ma, soprattutto, l’invecchiamento della popolazione mondiale che porta con sé numerose conseguenze sul piano sociale, sui sistemi sanitari e su quelli previdenziali (il rapporto giovani/vecchi raggiungerà presto livelli di insostenibilità richiamando con urgenza la necessità di una riforma dei sistemi pensionistici). Fra le cause di questi fenomeni, la contrazione delle donne in età fertile, diversa nelle varie regioni del mondo. Si stima che la Terra raggiungerà fra meno di 40 anni i 9 miliardi di persone, mentre la popolazione europea diminuirà ulteriormente (il 7,6% della popolazione mondiale, – 4,3% rispetto al 2000).

Dati UNPFA/AIDOS