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Il mito della Donna  Selvaggia

Il mito della Donna Selvaggia

La Donna Selvaggia. Mito e realtà al di fuori del tempo

Lunedi, 07/03/2016 - La donna che corre con gli uri e le tigri, i lupi e gli elefanti, agile e libera come la gazzella. La donna che è metafora della luna e sente nel proprio corpo e nella propria anima l'alternarsi delle fasi lunari, il riflesso della sua pallida luce, l'enigma della sua faccia nascosta che non mostra mai alla Terra. La donna che combatte, urla, si ribelle; che combatte per la propria libertà e per la propria dignità; che urla per farsi sentire quando si difende dalla violenza subita e per farsi ascoltare nel deserto dell'indifferenza; che si ribella alle vessazioni, ai sorprusi, alle angherie, alle sopraffazioni di tutto e di tutti. La donna che si prende cura di sè e delle creature che mette al mondo. La donna che ama, ama e ama ancora senza essere mai riamata. La donna che è tenace, coraggiosa, intraprendente, intelligente, colta, bella nel cuore e nell'anima, nel corpo e nello spirito. La donna che incarna in sè tutto questo e molto molto altro ancora è da tempi senza memoria la Donna Selvaggia. La Donna Selvaggia è leggenda, affabulazione, racconto, ma è soprattutto mito, e del mito ha in sè, nel proprio esistere la meraviglia e l'incanto dell'istante presente cioè del tempo che non scorre e non "deposita", perciò, la sua patina mortifera sugli esseri e sulle cose. Il mito è fuori dal tempo: vecchio di migliaia di anni eppure giovane di un giorno soltanto. Così è la Donna Selvaggia: fatta di bruma e di sogno, di vento e di stelle, di pioggia e di luna, di sole e di roccia. E' fatta di canto, di danza, di sorriso. E' fatta di lamento, di dolore, di complessità sfaccettata come un diamante tratto dal fango e portato alla luce. La Donna Selvaggia è insieme mistero e realtà conosciuta. La Donna Selvaggia non nasce e non muore, non ha un inizio e non avrà una fine. E' presente ovunque, ed è ogni donna in ogni momento perticolare, umano e inumano, eccezionale e speciale della propria vita. Le sue ferite sono grandi e profonde, le sue cicatrici(nell'anima, nel corpo, nello spirito)sono tante e dapertutto; segno delle sue battaglie perse e delle sue guerre vinte; simbolo di un ideale che si rinnova in ogni epoca storica e che fa giungere il suo messaggio alle generazioni future carenti di futuro. La Donna Selvagga sono io. Sei tu. Siete voi. Siamo tutte noi. Noi donne, vive e presenti nella buona e nella cattiva sorte.



Francesca Rita Rombolà

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