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Il mistero di Villa Pamphili e i corpi abbandonati di Stella e Andromeda

Il mistero di Villa Pamphili e i corpi abbandonati di Stella e Andromeda

Ritrovate nel grande parco romano, la mamma e la figlia sono state uccise a distanza di alcuni giorni e ritrovate a 200 metri l'una dall'altra. Una storia drammatica avvolta in tanti, troppi, misteri

Martedi, 17/06/2025 - Il femminile di giornata. sessantadue / A Villa Pamphili con Stella e Andromeda
Mamma e figlia, la cui morte è l’unica certezza di una tragedia dai tratti ancora poco chiari, tanti interrogativi e una trama di misteri, comunque dolorosi.
E’ probabile, ed è anche una speranza che, già alla pubblicazione su NOIDONNE di queste righe, finalmente si sappia buona parte della verità: il perché e il come siano morte Stella e Andromeda e quale sia stata la parte e i perchè dell’uomo che si è dichiarato padre e marito delle vittime.
Una persona, il già Rexal Ford, con la quantità di bugie e falsità che ha intrecciato nella sua vita e le sue dichiarazioni rende, fino a prove documentarie e scientifiche, precario tutto quanto afferma e racconta.
Tornando a mamma e figlia, hanno finalmente un nome (per quanto potrebbero essere, anche quelli, ulteriori falsità e bugie di questa storia, ma scelgo di assumerli come nomi autentici, per dare anche a loro un’identità). Nomi che hanno, poi, incredibilmente un loro perché. La mamma è Stella, che proprio quell’immagine, e forse più di una, abbiamo imparato avesse fra i tatuaggi disegnati sul suo corpo, e Andromeda, la bimba di un anno o poco meno, un nome che si rifà ad un antico mito greco che narra di una giovane, nuda, come la nostra piccola, e legata ad una roccia, per spiare una colpa della madre Cassiopea regina d’Etiopia. Nei secoli poi quel nome divenne, fino ad oggi, più che di una stella, addirittura l’identità di una costellazione.
Stella e Andromeda, dunque, che la scienza ha certificato come madre e figlia ma che, nascoste nel Parco di Villa Panfili a Roma, non solo erano lontane duecento metri l’una dall’altra, ma che fra le poche verità di questo dramma si sa essere state uccise a distanza di due o tre giorni l’una dall’altra. Una verità incredibilmente testimoniata da una fotografia, scattata sicuramente dopo due giorni dalla morte di Stella, in cui l’uomo, da solo, ha in braccio la piccola Andromeda vestita con una tutina rosa. Interrogato da una pattuglia della polizia, ha dichiarato essere sua figlia.
La bimba, che nella foto appare sicura fra le braccia di chi la sostiene, è la creatura che dopo due giorni sarà ritrovata a 200 metri dal corpo della madre; il piccolo corpo, chiuso in un sacco, ha segni evidenti di violenza.
I giorni passano, e la ricerca di verità della morte di madre e figlia, grazie a una collaborazione crescente, anche con la trasmissione “Chi l’ha visto”, porta a innumerevoli notizie, a delle foto significative e al riconoscimento dell’uomo, identificato per essere stato visto molte volte con madre e figlia sia nel parco sia come frequentatore nel mercato di San Silverio in Via Gregorio VII.
Sospettato degli omicidi, viene scoperta la sua fuga in Grecia, interpretata subito quasi come un’autodenuncia. Non proprio una fuga visto che si è potuto permettere un biglietto aereo pagato con carta di credito, cosa che sembra contraddire quella scelta di vita da barboni della coppia e che rafforza i molti interrogativi che crescono attorno a lui. E così di giorno in giorno si scopre che, per ben tre o quattro volte, dal mese di maggio è stato fermato, insieme a moglie e figlia, come le definisce, interrogato dalle forze dell’ordine e poi sempre lasciato andare, grazie, mi viene da pensare, al suo passaporto americano e alle rassicurazioni che fornisce. Ma il lavoro di chi indaga, in una collaborazione, leggiamo, significativa tra Italia, Grecia e America si imbatte, dopo averlo rintracciato in un agriturismo, in una figura incredibilmente complessa. E’ una personalità costruita su menzogne, incongruenze, rapporti incomprensibili tra quel che è o come si è presentato nel poliedrico racconto di se stesso: regista, produttore documentarista, fino ad arrivare alla scoperta, incredibile, che il suo passaporto è valido ma il suo vero nome, la sua identità è altra, ovvero: Francis Kaufmann, 46 anni californiano. Il tutto confermato dall’America.
L’intrigo si complica, e mentre “l’Italia” si organizza per andare a interrogarlo e chiederne l’estradizione, si scopre come molte persone e professionisti lo abbiano conosciuto e gli abbiano creduto, collaborando con lui in futuri, ipotetici progetti di lavoro nel cinema, e rimandando dalle interviste pubblicate, l’impressione di avere esercitato, in quella dimensione professionale, un fascino di persona interessante. Si sarebbe sposato con Stella a Malta e lì sarebbe nata Andromeda. Vivevano forse in una casa e di lui, chi lo ha conosciuto e ha deciso a collaborare, racconta di una vita e anche di una coppia ”normale”.
In Grecia, il già Rexal Ford, per quanto leggiamo dichiara che vorrebbe essere rimpatriato negli USA, mentre i magistrati italiani sono impegnati per riportarlo da noi, obiettivo che c’è davvero da sperare si realizzi perché al centro di questa terribile storia tornino Stella e Andromeda e le verità che le riguardano.
L’incredibile vicenda che ha avuto inizio con il ritrovamento dei cadaveri di Stella e Andromeda, sviluppandosi ha messo al centro un personaggio talmente indefinibile e forse che anche per quel suo presentarsi, o meglio, essere americano si è giovato di una tolleranza che probabilmente altri stranieri non avrebbero avuto.
Fermato per ben tre volte, forse quattro, è bastato il suo passaporto (che oggi sappiamo essere una truffa) per prendere per buono che quelle fossero moglie e figlia, senza pretenderne i documenti che non avevano.
La sua stravaganza è quella di un avventuriero, che proprio oggi si scopre essere stato anche in carcere in America per 4 mesi per violenze. Atteggiamento brutale, il suo, peraltro percepito anche da chi lo ha visto in azione, in uno degli episodi venuti alla luce a Roma a Piazza dell’Argentina. Da un albergo in cui si era intrufolato chiamarono la polizia e molti commercianti, in seguito all’accaduto, hanno raccontato come trattasse male la bambina tanto da aver espresso il loro rammarico perché …quel giorno ..se avessero ..poteva essere salvata.
Ma tornando all’oggi, bisogna evitare il rischio che sia lui con la sua personalità disturbata che alimenta curiosità, per l’incredibile personaggio che ne vien fuori, a rimanere al centro dell’attenzione che diventa morboso interesse. Stella e Andromeda o qualunque sia il loro vero nome sono le vittime. Grazie alla scienza, sapremo presto se è lui il padre della bimba, come ha sostenuto, e poi la conferma presumibilmente di averla uccisa ed il mistero di quei giorni in cui, già morta Stella, l’ha tenuta con sè, come testimonia quella terribile foto che, guardata senza la storia che abbiamo conosciuto, potrebbe semplicemente parlare di un padre che tiene stretta affettuosamente sua figlia.
Non potremo che tornare, in futuro, ad aggiornarci per conoscere meglio Stella, della quale qualcuno racconta potrebbe essere stata un’eccellenza nell’uso delle tecnologie, e Andromeda, il cui vestitino rosa della foto che abbiamo visto sui giornali è stato ritrovato nel cestino della spazzatura e che speriamo di imparare come per un periodo almeno sia stata amata. Di loro due vorremo conoscere la storia e comprendere le ragioni di tanto orrore e cattiveria. Torneremo a parlarne quando ne sapremo di più!
Paola Ortensi

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