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Il mistero del vecchio baule, nasce una fiaba collettiva - di Rosa Cappato

Il mistero del vecchio baule, nasce una fiaba collettiva - di Rosa Cappato

Al via il progetto di Rossana Penco e Ivano Malcotti, un progetto che vuole arrivare ... alla carica dei 101 scrittori

Martedi, 30/03/2021 - Al via il progetto di Rossana Penco e Ivano Malcotti. Lo storytelling “Il vecchio Baule” è un progetto per scrivere e realizzare una fiaba collettiva. Tutti possono partecipare anche i bimbi: si ha a disposizione dieci righe per portare avanti la fiaba, una sorta di passaggio di testimone da mano a mano. Agli ideatori del progetto, il compito di monitorare il discorso narrativo e la sua efficacia, conservando alcune caratteristiche specifiche, come la sequenzialità narrativa; la particolarità; l’intenzionalità; la verosimiglianza; la componibilità; la referanzialità e l’appartenenza a un genere. “Il discorso narrativo – spiega Malcotti – può esplicitarsi in varie modalità: orale, scritta (prosa o poesia) disegnata, mediata. L’obiettivo è arrivare almeno alla carica dei 101 scrittori”.
La storia comincia con Tumma, il contadino di Levà (frazione del Comune di Sori ), che una notte si sveglia a causa di un forte boato proveniente dal suo campo di carciofi: corre a vedere e scopre in un enorme fosso, un vecchio baule. Quando la fiaba sarà terminata sarà creato un blog e letta a puntate da un attore professionista.

INTERVISTA A ROSSANA PENCO, MAESTRA DI SCUOLA PRIMARIA E COLLABORATRICE DEL PROGETTO DI I. MALCOTTI  “IL VECCHIO BAULE”
Com'è nata l'idea di una fiaba collettiva?
Durante una chiacchierata con Ivano, si è deciso di sviluppare insieme un progetto. Dopo alcuni giorni lui mi ha presentato la sua idea e io mi sono messa a scrivere, con grande entusiasmo, l'incipit della fiaba, così da stimolare i nostri amici scrittori. Insieme lo monitoriamo per dare valore narrativo ai contributi.

Qual è il vostro obiettivo?
In questo periodo la gente si sente legata da un dramma comune: il COVID ci unisce in un'esperienza che ci porta a partecipare i nostri vissuti, spinti dalla voglia si essere insieme a combattere questa terribile battaglia. L'obiettivo di questo progetto sarebbe quello di fornire
​l'opportunità a tante persone di sdrammatizzare, evadere e, perchè no, sorridere nella realizzazione di una produzione scritta collettiva dove ognuno è l'autore e collaboratore. La cosa divertente che stanno partecipando persone di tutte l'età, come una bimba di quattro anni e una “ ragazza” di 94.

Qual è il valore educativo della fiaba?
Personalmente preferisco la favola alla fiaba, dove gli animali sono i protagonisti, ma sono generi testuali estremamente affascinanti.
Tanto si è parlato e scritto in merito al loro valore educativo, io accenno solo al fatto che, durante la loro lettura, viene attivata la sfera cognitiva, emotiva e relazionale. Secondo Bruner il racconto fantastico (favola, fiaba, fantasy, mito...) permette lo sviluppo del pensiero creativo, dove si riesce ad organizzare la propria esperienza, ad interpretare i fatti e a giustificarli. Con la favola si acquisisce una propria scala di valori che ci guidano nei nostri comportamenti e si reperiscono risorse che ci sostengono nelle difficoltà della nostra esistenza.
Aggiungerei che si attiva anche il pensiero narrativo che si occupa del particolare, delle intenzioni e delle azioni dell'uomo, dei suoi
atteggiamenti e le loro conseguenze. E' molto importante per comprendere noi e gli altri, per mettere in ordine la nostra esperienza e trasformarla, immaginarla al futuro. Collegare quanto letto e ascoltato alla propria o altrui esperienza, senza restarne vittime. Le narrazioni possono anche sviluppare il pensiero critico in ognuno di noi: sostenere le nostre opinioni e confrontarle con quelle altrui.

Può essere utile anche agli adulti leggere fiabe?
Certamente. I miei “maestri”sono stati grandi autori come Sepulvèda, de Saint Exupèry ,Edoardo Bennato; con loro ho scoperto che si rimane ancora un po' bambini , che siamo sempre in viaggio dove non smettiamo mai d'imparare. Vale la pena.
Questo articolo è pubblicato su gentile autorizzazione di IL NUOVO LEVANTE 

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