Intrida, il fiume - Danze e musica dalla Colombia con Maria Strova passando per il fiume dei sette colori
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
Spettacolo dalle suggestioni immediate, Inirida (nome di un fiume colombiano), portato in scena a Roma presso il Teatro dell’Angelo, è però anche percorso di ricerca insolito, fra suoni, danze e visioni simboliche di mondi arcaici. Sul palcoscenico si alternano o coesistono, in un’incalzante vortice di parola-musica-danza dei sette veli, coinvolgenti strumenti musicali e canti ieratici, luoghi ed ambiti misteriosi e primordiali. Maria Strova, mattatrice dello spettacolo, danza per la sua terra, la Colombia, “patria verde e nuda”, perché rinasca dalla sofferenza e dalla morte, contro la guerra per una nuova nascita. Danzatrice del ventre di provata esperienza e portatrice di un messaggio universale di spiritualità e speranza, la Strova si cimenta con coreografie evocanti la vita, gli elementi (acqua, terra, fuoco..), l’amore, la maternità, riempiendo il palcoscenico con un’arte sapiente, appassionata e misurata al tempo stesso, da studiosa ed esperta, con grande delicatezza e sensualità. Altri due artisti completano i quadri scenici, senza risultare affatto comprimari: Alvaro Hugo Atehortua, danzatore e cantante colombiano, suona perfettamente più strumenti, ed alterna brani strumentali per chitarra a malinconiche o energiche canzoni tradizionali, e Maria Grazia Sarandrea (cantante e regista dello spettacolo), che modula la profonda voce come fosse un intero coro od una profetessa d’antica memoria e dignità. Compare sulla scena, all’improvviso, una ragazza in gravidanza, molto vicina al parto: anche lei danzatrice, è posta nel finale a simboleggiare la vita contro la morte e la distruzione, per evitare l’estinzione di un mondo che può ancora offrire bellezza, arte ed autentica felicità, ritrovando le radici lontane dalle quali far germogliare il nuovo.
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