Il microchip anticoncezionale senza fili. Forse il contraccettivo del futuro?
E’ recente la notizia che un gruppo di scienziati statunitensi, finanziati da Bill Gates, sta lavorando al primo microchip contraccettivo wifi della storia
Giovedi, 25/09/2014 - Non si tratta di un film che a breve uscirà nelle sale cinematografiche. Né di fantascienza, né di pura immaginazione.
A partire dal 2018 la contraccezione femminile potrà diventare senza fili.
Almeno questo per il momento sembra essere l’obbiettivo dell’azienda americana MicroCHIPS che in collaborazione con il MIT (Massachusetts Institute of Technology) e il cospicuo finanziamento della Bill and Melinda Gates Foundation sta mettendo mano al progetto.
La scoperta tuttavia è ancora avvolta in un alone di mistero. Tra le poche informazioni diffuse, si sa che il microchip avrà dimensioni molto ridotte. Si parla infatti di una minuscola placchetta che misura 20x20x7 millimetri. Dal punto di vista tecnico invece il dispositivo, messo sottopelle nel braccio o nell’addome della donna, si azionerà con un telecomando grazie alla tecnologia wifi.
Con un semplice click quindi il piccolissimo apparecchio elettronico sarà in grado di rilasciare quotidianamente circa 30 mg di Levonorgestrel, l’ormone già utilizzato nella composizione della pillola del giorno dopo, e bloccare così il periodo fertile della donna.
Al di là della mera scoperta scientifica, il cui giudizio positivo o negativo sarà solo il tempo a darlo, non sono mancate le reazioni alla notizia che in poco tempo ha fatto il giro del mondo.
Da una parte c’è chi si dice contrario a qualsiasi mezzo di contraccezione, sia che si tratti di pillola, preservativo o microchip.
Dall’altra parte invece c’è chi pone al centro della discussione l’eticità o meno di un’invenzione del genere, sottolineando il pericolo che il microchip, sfruttando il wifi, possa essere azionato anche da persone terze senza che la donna ne se accorga.
E proprio sulla possibilità di hackerare il microchip risponde Robert Farra, presidente di MicroChips.
“La comunicazione con l’impianto deve avvenire a diretto contatto con la pelle dell’interessata. In questo modo chiunque si trovi vicino alla donna non è in grado di interagire con il microchip. Per una maggiore sicurezza abbiamo elaborato un sistema sicuro di criptografia che previene qualsiasi interferenza tra la donna e il funzionamento stesso del microchip”.
Per il momento però sono certe due cose sul primo contraccettivo femminile wifi della storia.
La prima è che si sta parlando di una tecnologia ancora in fase di sperimentazione.
La seconda è che bisognerà aspettare ancora un altro anno prima che il microchip passi alla fase successiva, quella cioè dei test clinici, e alla sua commercializzazione che a detta dei ricercatori è già prevista a partire dal 2018.
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