Editoriale della Direttora - La campagna MENO GIORNALI MENO LIBERI e la differenza tra la vita e la morte di un giornale come NOIDONNE
Bartolini Tiziana Sabato, 28/02/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2015
Le testimonianze nel focus di questo mese raccontano punti di vista diversi sull’8 marzo e confermano l’urgenza di parlarsi e conoscersi di più. Le crisi sempre più gravi in cui sono immerse le nostre comunità ci interpellano anche e soprattutto come donne, alla luce delle tante e profonde differenze che ci dividono nonostante la vicinanza fisica e tecnologica. Quel noi rassicurante in cui ci riconoscevamo, al di là di ogni specificità, non c’è più. Ci rendiamo conto che a separarci, ben oltre i veli, è una sottile e perdurante dipendenza dal potere maschile. I limiti alla libertà di agire imposti alle donne in contesti tribali hanno la stessa matrice culturale che determina l’accettazione acritica del sistema alle non poche donne ai vertici di istituzioni politiche e finanziarie nazionali ed internazionali. Sono donne al potere ma ci si domanda se sono anche donne di potere, nel senso che vogliono non solo gestire ma anche ambire a modificare meccanismi e logiche. Per ora la risposta è negativa. Anche a quei livelli manca il noi, forse. Massa critica, si è detto per anni, ma l’ipotesi non sembra più adeguata se guardiamo, per esempio, al nostro Parlamento pieno di donne e giovani eppure al collasso funzionale. Se è impossibile stilare un’agenda unitaria al femminile, concordare su qualche priorità si potrebbe.
Al primo punto dell’ipotetico elenco vedremmo bene una verifica delle scelte. Un esempio riguarda NOIDONNE proprio in queste settimane, che possono segnare il discrimine tra la vita e la morte del giornale e che la campagna MENO GIORNALI MENO LIBERI illustra.
Alle cospicue rappresentanze femminili in Parlamento e nel Governo chiediamo un impegno immediato per non far chiudere questo giornale (sarebbe la fine per una storia unica e irripetibile). Alle donne nominate nei Consigli di Amministrazione di aziende pubbliche e private chiediamo di farci avere risorse economiche per continuare a pubblicare. Che la chiamino pubblicità o donazione poco importa, ma consigliamo loro di non ascoltare le prevedibili obiezioni del marketing sulla tiratura, inadeguata per il mercato pubblicitario.
Ha senso avere il potere se si prova a cambiare le leggi del mercato, trovando ottime ragioni a partire da una, nobilissima: sostenere la cultura e l’informazione delle donne. Sì, proprio quella tradizione politica e democratica che nei settanta anni di NOIDONNE con riflessioni, inchieste, battaglie ha consentito di ottenere una legge dello Stato che sancisce l’obbligo delle donne nei CdA e ha ottenuto qualcosa di analogo nelle Assemblee elettive. Vale la pena di ricordarlo: nulla è mai conquistato per sempre e il vento dell’antipolitica è prigioniero del suo stesso pericoloso populismo. Ma oggi come ieri, e ancora di più domani, senza il coraggio della disobbedienza, NOI DONNE corriamo il rischio di tornare al silenzio.
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