Venerdi, 26/03/2010 - “E' con profondo e vivo dolore che la Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana partecipa la scomparsa dell'amato Professore Antonio Negro, padre, fratello, amico. Uomo di profonda fede, maestro di vita e di scienza, medico della persona umana, ispirato dalla grande dottrina clinica hahnemanniana vissuta e trasmessa in una sintesi originale attraverso l'insegnamento, la cura e la dedizione fraterna al malato.
Per Te si reciti l'Eterna Memoria, caro indimenticabile Maestro, certi che il dolore di queste ore è parte della grande gioia che è stato il condividere le lunghe e numerose giornate da Te dedicate all'umanità sofferente.
A quanti lo hanno conosciuto ed amato comunichiamo che la funzione religiosa si svolgerà a Roma, sabato 27 Marzo 2010 alle ore 11 presso la Basilica di Santa Sabina all'Aventino, Piazza Pietro d'Illiria”.
Questo il comunicato della Scuola di Omeopatia Hahnemanniana di Roma a tutti coloro che hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscere questo piccolo, ma grande uomo, di 102 anni, fedele alle sue idee, alla sua grande idealità di Medico. Tra i suoi pazienti anche nomi illuminati ed eccellenti del mondo cattolico e del mondo laico, quali ad esempio, il Papa Paolo VI, e il Cardinale Tomáš Špidlík –ancora vivente-, presidenti, politici, intellettuali, artisti.
Il Prof. Antonio lascia un grande vuoto nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. Un vuoto che permette, anche dopo la sua scomparsa, l’affiorare della luce, che il grande Maestro sapeva dare insieme a quei globulini magici: i rimedi sempre giusti per la persona e non per la “malattia”. Una differenza, che segna l’abisso ancora esistente nel mondo della salute e della malattia, un mondo carico di insidie, di “commercio”, di raggiri, consumati, di fatto, sulle vite umane. Il prof. Antonio Negro, invece, dall’alto della sua fede –era salesiano- si rivolgeva al paziente con sacralità, con il rispetto che si deve alla vita umana. Bastava un attimo per inquadrare il caso clinico di un paziente, eppure il suo lavoro era di equipe, un iter svolto sempre accanto ai suoi allievi, nel rispetto degli altri, di tutti. Molte le lotte combattute dall’alto della sua idealità, in favore di una sana medicina, contro l’ottusità di un sistema che si regge ancora su una logica positivista e sorpassata, ma potente, forte dell’immagine che ama vendere o svendere. Al contrario invece, il Maestro, non amava parlare di sé - e purtroppo nemmeno scrivere-, forse perché si sentiva un “tramite” di forze superiori alla sua stessa infinita preparazione. Medico di eccellente formazione, allievo del grande costituzionalista Nicola Pende, stimato e apprezzato anche dal mondo allopatico, rinuncia alla sua carriera universitaria per l’omeopatia, ma l’omeopatia “vera”, come amava definirla, non quella “meticcia”. Su questo era inflessibile e non a torto, considerando i risultati ottenuti su se stesso e sui pazienti! Ottanta e più anni di carriera all’insegna del bene e dell’umanità, un esempio da seguire, da studiare. Tutti i suoi pazienti, amici e colleghi ne sentiranno la mancanza, l’assenza di un “patriarca” di difficilissima sostituzione.
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