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Il futuro della pubblicità

Il futuro della pubblicità

Stereotipi - L'Associazione Pari o Dispare a Milano per una "giusta rappresentazione delle donne"

Melchiorri Cristina Lunedi, 09/05/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2011

Il primo giorno di primavera l’ Associazione Pari o Dispare ha svegliato Milano con la conferenza stampa “Donne non stereotipi”. La ragione dell’iniziativa, ha spiegato la presidente Cristina Molinari, è richiamare attenzione e consapevolezza sull’immagine della donna in pubblicità e presentare la donna per quello che è veramente e non un package per prodotti, un corpo nudo usato per pubblicizzare auto, pannelli solari e merci varie. Importanti aziende, top nel business e nella sensibilità, quali Axcenture, Enel, L’Oreal, Agos Ducato, Microsoft Italia, Missoni, Relight,Unilever-Dove, ENI, Johnson&Johnson, UNICREDIT, Vodafonehanno prontamente aderito al Manifesto lanciato a Roma al Senato lo scorso 19 gennaio. La Fondazione Cariplo ha patrocinato e ospitato l’iniziativa. Queste aziende si sono impegnate a non associare il proprio marchio a messaggi discriminatori o degradanti all’interno delle proprie campagne pubblicitarie. Nel corso del dibattito un filmato, escursus di cattive pubblicità, “La reclame” realizzato da Cristina Tagliabue di “Non chiederci la parola” ha dato evidenza di quanta strada ancora ci sia da fare per superare l’immagine stupidamente stereotipata della donna.

“Il nostro codice etico, ha affermato Antonio Trovarelli, di Agos Ducato, è in linea con il modello espresso da Pari e Dispare. Intendiamo supportare le donne che si aspettano un futuro migliore” .

“In Italia, ha sostenuto Gad Lerner, sembra che pochi si accorgano della degenerazione della figura femminile, offerta da pubblicità e televisione. Forse solo gli Italiani che vanno all’estero. Anche negli altri paesi c’è la pornografia, ma in Italia la rappresentazione della donna cretina o animale da ornamento pare essere il modello dominante” .

“Oggi siamo qui perché da sempre vogliamo essere di supporto alla crescita della condizione femminile - ha sottolineato Filippo De Caterina, L’Oreal - fin da quando abbiamo coniato il claim 'perché io valgo', a sottolineare che la donna vuole essere bella non per l’uomo che ha vicino ma perché se lo merita, per se stessa” .

Roberta Cocco, Di Microsoft Italia, esponente anche di futuro @l femminile, ha presentato un progetto di uso della tecnologia come strumento di autostima rivolto alle pre-adolescenti, alle ragazze dai 9 ai 14 anni.

“Mia madre - ha raccontato Margherita Maccapani Missoni, leader del fashion italiano - ha considerato la comunicazione fondamentale quanto l’investimento sul prodotto e ha ispirato campagne di comunicazione con donne e uomini veri, con cui è possibile identificarsi” .

Anche Bibiana Ferrari, imprenditrice nel campo del riuso dei rifiuti tecnici, Managing Director di Relight, con la sua azienda quasi tutta di donne ha condiviso le linee guida proposte da Pari e Dispare. “Le aziende - ha ribadito Alessandra Perrazzelli di Intesa S.Paolo e Presidente di Valore D - sono condizionate dall’immagine distorta delle donne ipersessuate, tant’è che per accreditarsi le donne sono costrette ad una leadership 'maschile' per non cadere nello stereotipo opposto”. “E’ dalla conoscenza e dalla consapevolezza - ha concluso Emma Bonino, presente nella sua veste di Presidente Onoraria dell’Associazione Pari o Dispare - che è possibile cambiare le cose. Il welfare poggia sulle spalle delle donne ed è evidente che fa comodo a molti, ma questa politica deve essere messa in discussione. Le donne vogliono essere apprezzate per quello che valgono. Una più giusta rappresentazione delle donne vere renderebbe il paese migliore, un luogo dove per tutti sarebbe più piacevole vivere".







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