Il fiore è nascosto nel buio
L’altissimo stupore nella poesia di Tagore
La poesia di Rabindranath Tagore (1861-1941) è un venire a raggi di gioia, attraverso scale di dolore e saggezza. Alcune delle sue Scintille, son dunque, stazioni di esistenza in approdo poetico e spirituale.
Attraverso l’oscurità/ il sole del mattino/ recò un messaggio:/ con un abbraccio luminoso/ risvegliò la bellezza del mondo.
Il poeta bengalese offre bagliori d’una ricerca: ci conduce, barcaiolo con remi di domande, ed emozioni della Natura, su una stupita barca d’infanzia lunare… Come in un quadro evoca con semplicità d’infanzia il paesaggio notturno.
I disegni della nuova luna/all’orizzonte/sembrano frammenti di perle.
Un… Klee d’oriente, che fa schizzi d’infinito, quasi un haiku di descrizioni cosmiche
All’infanzia e al tema della barca Tagore, come d’altronde l’artista svizzero, dedicò infatti scritti e poesie pedagogiche in quantità notevole, nel suo apostolato di vita e sofferenza, sia in India che nell’ Europa del primo Novecento.
Il fiore è nascosto nel buio, / dentro al boccio. / La bellezza, sorridente, / porta questo ostacolo/ alla manifestazione della bellezza.
E canto di vita infinita è, sin dai primi versi, il suo Gitanjali:
Tu mi hai fatto senza fine/ come hai voluto, / Tu continui a vuotare/ questo fragile vaso/ e sempre lo riempi di nuova vita.
Come non sentire tracce d’infinito in queste scintille poetiche, come nelle poesie più lunghe e famose sull’ Amore, messaggio d’estasi nel cuore.
Sì, lo so, mio diletto, / nulla esiste se non il tuo amore:/ questa luce dorata/ che danza sulle foglie/ queste nubi pigre/ che navigano nel cielo/ questa brezza che passando/ lascia fresca la mia fronte. // la luce del mattino ha inondato i miei occhi/ questo il tuo messaggio al mio cuore...
Nella poetica di Tagore, spesso letta come mero colorismo spirituale di un Oriente in fiaba di stracci, o in teosofia etico-poetica, ci interessano i bagliori d’ una ricerca verso un’unione armoniosa nello splendore di un Dio, universale respiro di vita, paniere di frutta, flutto di speranza nella miseria e nella morte. Musica nella notte stellata…. I bambini s’incontrano/ sulla spiaggia di mondi sconfinati: ancora quell’infinito sogno creativo chiamato infanzia, che in modo sorprendente richiama anche temi cari all’arte e al metodo di Paul Klee.
Scintillano entrambi di quell’altissimo stupore della semplicità, con diversi frammenti sapienziali e balenanti un canto alla vita, attraverso la natura ed il cuore amante di splendore.
Un eremita in viaggio, Tagore, come Klee. È questo aspetto pratico infebbrato di natura che si fa ardente di preghiera poetica, e sorge come un vero canto d’infanzia.
È miseria gemmata di gioia, come appunto l’India che domina la poesia di Tagore, quella che da sempre mi ha colpito. Un diverso Odore dell’India, non sentito da Pasolini, ma di cui è pieno il mondo descritto da Dominique Lapierre, appunto ne La città della gioia.
Ma ascoltiamo ancora il verso musica di Tagore.
Un flauto dello sconosciuto / risuona nel cielo: l’animale è sordo, / l’uomo ne ricerca la melodia.
Ancora una vibrante analogia pittorico-poetica di Tagore, che Klee avrebbe di certo condivisa.
La mente, sulla strada/ guardava solo avanti, /pensava che nulla fosse vicino/ e che le cose da prendere fossero avanti, lontane, / Nell’ansia di pervenire alla meta/ camminai tutto il giorno, con tenacia.
Poesia come arte, è sogno in cammino negli strumenti della realtà profonda. In conclusione, sempre immagini e canti nel teatro di strada, nel fiume della vita.
Note
Opere di R. Tagore
R. Tagore, Gitanjali, Canti di offerta, a cura di M. Rigon, Guanda, Parma, 1993
id, Poesie d’ amore, Newton Compton, Milano, 2012
id, Il Giardiniere, Guanda, Parma, 1986
id, Scintille (Sfulingo), a cura di M. Rigon, Tea, Milano, 1995
id, Il paniere di frutta, a cura di B. Neroni, Rizzoli, Milano, 2019
id, Il canto della vita, a cura di B. Neroni, Guanda, Parma, 1989
id, La barca d’oro, a cura di M. Rigon, Guanda, Parma, 1991
P. Klee, Diari, Abscondita, Milano, 2012,
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