Marzo 2012 - Pelle di rettili /Arno in secca/
Sapone Magnetico/
Risollevare Venezia/
Le foreste africane e i cambiamenti climatici
Bruni Barbara Martedi, 27/03/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2012
Pelle di rettili
Secondo Traffic Italia, il commercio di pelli di rettili dopo la trasformazione e lavorazione, vale – solo a livello europeo - diversi miliardi l'anno. E il nostro Paese pare essere il primo importatore, con la sua industria conciaria e le case di moda che producono accessori di lusso.
Le specie di pitone che rischiano di diventare “a rischio estinzione” sono le asiatiche, mentre i pitoni africani continuano ad essere più associati al commercio di animali da compagnia (di gran moda negli Usa). A livello globale, infine, è Singapore il principale centro di smistamento in termini di import-export di questi animali e delle loro pelli.
Arno in secca
Secondo le Autorità di bacino dell’Arno, a causa della forte siccità degli ultimi mesi, se non arriveranno presto precipitazioni consistenti, la prossima estate occorrerà effettuare riduzioni e razionamenti a fascia oraria nella distribuzione dell'acqua in tutto l’invaso fiorentino. Sembra, infatti, che il bacino del fiume Toscano stia attraversando "la più grave siccità degli ultimi cento anni". Ecco perché è stata istituita una task-force permanente, formata da esperti incaricati di monitorare costantemente i livelli di portata del corso d'acqua.
Sapone Magnetico
L’Università di Bristol ha realizzato un prototipo di “sapone magnetico” in grado di catturare il petrolio sversato in mare.
Secondo la ricerca pubblicata su Angewandte Chemie, i ricercatori avrebbero prodotto il sapone dissolvendo il ferro in una serie di composti ionici di cloro e bromo, molto simili a quelli utilizzati nei dentifrici. L'aggiunta del metallo avrebbe creato delle nanostrutture di ferro circondate da particelle di sapone. Il detergente così ottenuto, testato in una provetta, sarebbe riuscito a spostarsi spinto solo dalla forza di un magnete, ripulendo il contenuto della provetta.
Risollevare Venezia
La città di Venezia sta sprofondando, sia per cause naturali sia per il prelievo d'acqua dolce fatto tra 60 e 150 metri di profondità.
Per risollevare Venezia di 30 centimetri occorrerebbe pompare acqua nel sottosuolo: si parla di circa 150 milioni di metri cubi d'acqua salata iniettati a 650-1000 metri di profondità.
Lo ha rivelato uno studio pubblicato su Water Resources Research in cui viene descritto che una simile applicazione si è già vista nei pozzi petroliferi; per effettuare misurazioni veniva, infatti, iniettata acqua in profondità ottenendo come effetto collaterale proprio l'innalzamento del terreno. Dopo questo pompaggio – continua lo studio - sarebbero necessarie altre piccole iniezioni d’acqua, dal momento che con il tempo l'acqua nel sottosuolo si diffonde attraverso le rocce.
Le foreste africane e i cambiamenti climatici
Le foreste africane resistono più di ogni altro “polmone verde” del Pianeta ai cambiamenti climatici. L'analisi, condotta dall’Università di Oxford e riportata dalla BBC, ha rivelato come, negli ultimi 4000 anni, gli alberi della foresta tropicale sono riusciti a sopravvivere a catastrofi naturali molto più violente rispetto a quelle del Sud-est asiatico o dell’Amazzonia.
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