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Il filo verde

Il filo verde

Ambiente - Rischi naturali e umani: Lumache assassine / tegnue di Venezia / pesca illegale in Italia

Bruni Barbara Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009

Biodiversità in pericolo per le lumache

Quello delle "lumache assassine" è uno dei casi di degenerazione della biodiversità nel vecchio continente meglio fotografate nel rapporto annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) presentato di recente a Praga. Questo tipo di lumaca attacca erbe, verdure e piante in modo inesorabile e sembra essere refrattaria a qualsiasi misura di controllo.

La lumaca assassina proviene dalla penisola iberica ed essendo ermafrodita può diffondersi molto velocemente. Più aggressiva della lumaca nera, la lumaca killer mangia anche le sue consimili più deboli minacciando così la biodiversità. Ha iniziato a diffondersi in Europa circa trent’anni fa viaggiando sotto forma di uova nel terreno delle piante in vaso. E questa via è ancora una delle principali fonti di infestazione del terribile lumacone. Tuttavia, la lumaca assassina è solo un esempio di una minaccia molto più ampia per la biodiversità in Europa dovuta al fatto che specie aliene si insediano e diffondono in tutto il continente per effetto delle attività umane e che per la maggior parte vengono trasportate inconsapevolmente in giro per il mondo.



Venezia: salviamo le tegnue

Approvato il progetto presentato dal Comune di Venezia per tutelare le "tegnue": si tratta di formazioni rocciose al largo della costa veneziana nelle quali prolifera ogni specie marina, un po' come nelle barriere coralline. Per sostenere il progetto la Regione Veneto ha stanziato 200mila euro. Le tegnue diventeranno presto centro di attrazione per il turismo e saranno accessibili ai subacquei secondo modalità che ne rispettino la natura.





Pesca illegale anche in Italia

Secondo l’agenzia federale americana National oceanic and atmospheric administration (Noaa), l’Italia, la Francia, la Libia, la Tunisia, Panama e la Cina entrerebbero nella lista delle nazioni dove i pescherecci sono “impegnati in attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata”. Il Noaa ha anche stimato che, a livello mondiale, la perdita economica dovuta all’attività di pesca illegale si aggirerebbe intorno ai in 9 miliardi di dollari ogni anno.

Per questo Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Pew environment group e Wwf hanno chiesto al Ministro delle Politiche Agricole la riattivazione del “Tavolo per la legalità nella Pesca”, un forum a cui partecipavano tutte le parti sociali - pescatori e ambientalisti insieme - per affrontare la piaga dell’illegalità in mare.



(24 marzo 2009)

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