Intervista Loretta Cappanera
Loretta, apprezzo molto il rapporto che tu crei, nelle tue opere, tra il filo, il cucito, e il libro. Come sei arrivata a legare due elementi che, nella cultura patriarcale dominante, trasmessa anche attraverso il ‘visivo’ , sono presentati come antitetici, l’attività manuale e l’attività intellettuale?
Penso al filo come strumento di bellezza da trasferire in un libro, libro legato alla propria storia-memoria, il tessuto è il materiale più simile all’uomo e ne condivide la fragilità, filo di un racconto immaginato e pazientemente tessuto, scrittura silenziosa. Il filo spesso dipana l’intricata matassa dei ricordi, per poi correre lontano oltre il margine della pagina dipinta, fra le trame del tempo e l’ordito di uno spazio infinito.
Loretta Cappanera . ...la bambina unica capace di stupor
Comprendo e concordo con ciò che dici. Il filo è, per me, tempo di vita. L’ago è elemento che permette, con il filo, di ri-unire, di ri-cucire, di ri-parare, attraverso un lavoro preciso, paziente e prezioso, ciò che è stato diviso, che permette di ricostruire lacerazioni, strappi e relazioni. Tu, come sei arrivata a questa convinzione teorica che si esplicita attraverso il tuo fare, in una sintonia tra teoria e pratica che raramente si incontra nell’agire l’arte?
C’è un momento che io considero magico nel mio percorso di artista: l’incontro con Matilde Dolcetti e la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, all’inizio degli anni ’90. Nel 94/95 /96 frequento il primo e secondo anno di Libro d’artista con Matilde Dolcetti direttore dei corsi d’Arte, il Maestro Franco Vecchiet, e Artisti internazionali ospiti. Alla Scuola, per ‘la forza che le idee hanno da sole’ è stato seminato ‘il seme del libro d’artista’, germogliato in un ‘movimento di artisti’ legati al libro ed al sua capacità di diffondere messaggi, abolendo distanze e barriere. E’ alla Scuola che incontro per la prima volta Maria Lai.
Matilde Dolcetti e Loretta Cappanera nel 2016
Ca’ de Janas è il primo libro d’artista di Maria Lai stampato su carta, fatta a mano appositamente, con i torchi della Scuola. Gli interventi con il filo nelle pagine di ciascun esemplare dell’edizione , saranno il tocco finale dell’artista. Con il titolo Ca’ de Janas, Maria congiunge la Sardegna a Venezia, dove aveva studiato sotto la guida di Arturo Martini…”
Maria Lai Ca’ de Janas 1996
Osservarla lavorare, la gentilezza, la pazienza e il rigore, fu per me, come il nastro celeste del racconto ‘Legarsi alla montagna’, mi ha indicato la via.
E arriviamo al libro d’artista, un’opera per sua natura tridimensionale, sia che si tratti di libro oggetto o altro. Come descriveresti, se dovessi immaginare di scrivere una definizione per un dizionario questa forma di espressione artistica?
Ormai, in Italia e nel mondo gli archivi di libri d’artista non si contano più, il MART di Rovereto ha una collezione importantissima.
Come spiegheresti, invece, la fortuna che, ormai da diversi anni, il libro d’artista ha?
Il libro è un teatro viaggiante, in cui la tridimensionalità invita ad entrare, i materiali sono poesia che affascina, le pagine sono il ritmo che dà voce al libro. Il libro d’artista è anche un momento di riflessione, di testimonianza, di condivisione di idee, presenta una modalità diversa di fare arte. Nel ’98 Matilde Dolcetti mi invita ad essere presente, accanto ai maestri, in laboratorio tutti i venerdì da ottobre a maggio, durante lo svolgimento del corso di Libro d’artista. Alla soglia degli anni 2000 ci interroghiamo sul futuro del libro come opera d’arte, privilegiamo una relazione attraverso i sensi, dove l’incontro con l’altro è fondamentale.
Loretta Cappanera Libro d’artista Giardino da viaggio
Torniamo, se ti fa piacere, alla scuola. Non conoscevo questa istituzione, ne ho sentito parlare, per la prima volta, da te. Da come la descrivi percepisco un luogo prezioso, di incontro e confronto, di elaborazione di saperi, di condivisione. Puoi, per piacere, ‘presentarla’ a chi, come me, non la conosce?
La Scuola nel 2000 lascia lo spazio in Calle della Regina per trasferirsi sull’altro lato del Canal Grande, a Cannaregio, in Calle seconda del Cristo, 1798. Un luogo meraviglioso, con una grande e luminosa Stamperia, le spaziose aule per il Corso di Grafica pubblicitaria, la Sala Biblioteca, la Galleria ‘Sotoportego’, che ospita le mostre, un cortile interno ombreggiato da un verde albero di nespolo, la ‘porta d’acqua’ che si affaccia sul Canal Grande… con altri maestri ed altri artisti il libro continua a volare! Numerosi sono gli scambi culturali con Accademie di Belle Arti in Italia e all’estero.
Loretta Cappanera con Franco e Matilde
Nella Scuola hai, avete avuto modo di incontrare artiste, soprattutto, e artisti che , attraverso le loro opere, hanno determinato cambiamenti importanti e modifiche di pensiero rilevanti per il sentire comune e per la cultura, per la storia e la critica d’arte?
Maria Lai ha costituito un’importante tassello nella tua esperienza e crescita artistica. Hai avuto modo di incontrarla ancora, dopo l’esperienza della Scuola?
Il legame della Scuola con le Università degli Stati Uniti, che nel loro percorso di studi includono anche ‘libro d’artista’ mi ha permesso di incontrare molti maestri, di comprendere come ogni ‘mestiere’ legato al libro, alla stampa, alla tipografia, alla legatura, abbia delle regole precise, che è necessario conoscere le regole per poi poterle rompere. Fra i maestri, Carrie Galbraith, docente per un triennio; Carrie mi ha fatto comprendere come il ‘fare’ libro, possa e debba diventare un ‘pensare’ libro, dando un ‘senso’ all’opera d’arte realizzata. Dal 1995 in poi Maria Lai torna più volte a Venezia, familiarizza con l’ambiente della stamperia ed espone più volte nella Galleria della Scuola. Nel 2008 partecipo al seminario di Libro d’Artista, organizzato dalla Scuola in Sardegna, con la presenza straordinaria di Maria Lai. E’ messa a nostra disposizione per lavorare la ‘Stazione dell’Arte’ di Ulassai, museo dell’artista. Incontriamo Maria Lai, il 23 aprile 2008, seduti intorno a lei, ascoltiamo il racconto di ‘Legarsi alla montagna’! Seguono i giorni del seminario, ‘Inventare altri spazi’, il filo intrecciato attraverso l’amicizia fra Matilde Dolcetti e Maria Lai, è presente, passa di mano in mano, “siete come delle Janas” commenta Maria Lai osservandoci lavorare…
Come proseguono poi la tua esperienza e la tua crescita artistica Si è sviluppata una relazione con altre donne che ti hanno offerto visibilità o che riconosci come maestre?
‘Inventare altri spazi’, dà inizio un nuovo ciclo di opere, tele tessute a mano o stoffe della quotidianità, trattate con pigmenti colorati o con la ruggine, segni di filo che stratificano garze, seta o velluto, per creare narrazioni visive. Il ‘filo’ del libro mi porta a Milano, nel 2013 invitata da Maria Rosa Pividori, partecipo alla mostra ‘Artista di libro al femminile’, si crea subito con lei una bella sintonia, un’amicizia preziosa, è Maria Rosa Pividori che mi presenta la filosofa della scienza Eleonora Fiorani. L’incontro, nel mio percorso di ricerca, con Eleonora Fiorani, è stato illuminante, la lettura dei suoi libri, l’intensità del suo pensiero, ha reso chiare le intuizioni e dato linfa a nuove idee, sostenendo come un’architettura la mia fantasia. Da allora, estrapolando alcune parti dei bellissimi testi filosofici di Eleonora Fiorani, ho immaginato un dialogo ‘ponte’, unendo i miei pensieri alle sue profonde riflessioni con un’invisibile impuntura.
Loretta Cappanera Libro d'artista - Giardino da viaggio – Preludio
Esplicita per piacere attraverso esempi, verbali e visivi, il tuo agire l’arte.
Il protagonista delle mie opere è l’uomo, anzi l’umano che della sua esistenza lascia sempre tracce profonde e da sviluppare ancora, è un viaggio nel tempo, nell’antica Grecia, culla della civiltà da cui veniamo. La conoscenza si intreccia al ‘fare’ arte. La mano vede, l’occhio tocca. Giardini da viaggio, titolo suggerito da Eleonora Fiorani, è il ciclo di opere alle quali lavoro dal 2020. (*)“Al luogo dell’origine è volta anche la sua recente progettazione in bianchi tessuti di un archetipo, che di esso è simbolo, il giardino della tradizione greca e mediterranea che si collega alla Grande Madre preistorica e alla potenza della hyle, della materia e della natura, al luogo da cui si nasce e a cui si ritorna.”
(*) Eleonora Fiorani, Scintille di Umanità
Loretta Cappanera di mano in mano (verso)
Loretta Cappanera Giardini da viaggio (insieme III)
Loretta Cappanera .Libro d'artista - Giardino da viaggio - Preludio
Il rapporto con la Scuola di Grafica ha segnato indelebilmente il tuo fare arte. Continui a frequentarla o rimane presente in un passato importante?
La Scuola Internazionale di Grafica di Venezia è sempre presente nel cuore, tornarci è come ritrovare ‘casa’ le ‘radici’, incontrare Matilde Dolcetti e condividere il ‘gioco dell’Arte’, illuminati dalla sua passione e dalla sua esperienza di artista, è passare di mano in mano il ‘seme del libro d’artista’.E nel 2020, vivendo la Pandemia che ha colpito il mondo intero, da un’idea lungimirante di Roberta Feoli De Lucia, responsabile della stamperia della Scuola, ho partecipato alle lezioni ‘a distanza’ che hanno coinvolto tutti i maestri della Scuola, coordinati magistralmente dalla giovane assistente e insegnante, Alessia De Bortoli, le lezioni registrate sul sito della Scuola sono tuttora condivisibili, una finestra per incontrare nuovi amici e nuovi progetti. https: //www.scuolagrafica.it/
Scuola Int. Graf. Venezia, in presenza
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