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Il fil rouge della relazione

Il fil rouge della relazione

UDI - Interviste a Francesca Magliulo dell’Udi di Pescara e Silvia Di Salvatore presidente dell’associazione “Donne Vestine”

Colanicchia Ingrid Giovedi, 24/06/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2010

A tre mesi dall’inizio della campagna Immagini amiche, tante sono le iniziative lanciate sul territorio nazionale dalle Udi e da altre realtà e associazioni locali. In primo luogo il pressing sui Comuni affinché sia applicata la risoluzione del Parlamento Europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità nella parità tra donne e uomini, ma non solo. Così come è stato per la Staffetta anche l’attuale campagna sta risvegliando creatività e voglia di esserci. Concorsi nelle scuole, indagini di approfondimento, dibattiti, proiezioni sono previsti un po’ ovunque (per informazioni più dettagliate consultate il sito www.udinazionale.org) .

In Abruzzo, dove a partire dalla campagna 50E50 si è creata una solida rete di relazioni tra l’Udi e altre associazioni di donne, protagonista sarà Penne e l’associazione “Donne Vestine”, nata qualche anno fa allo scopo di diffondere la cultura della parità di genere.

Per saperne di più abbiamo intervistato Francesca Magliulo dell’Udi di Pescara e Silvia Di Salvatore presidente dell’associazione “Donne Vestine”.



Come è nata questa “collaborazione”?

Silvia - La collaborazione con l’Udi, e con altre associazioni sul territorio, nasce da una convergenza di istanze scoperta grazie alla Staffetta di donne contro la violenza sulle donne. Grazie a quella campagna ci siamo conosciute e da questo incontro sono scaturite diverse iniziative che hanno coinvolto i ragazzi e le ragazze delle scuole elementari, medie e superiori di Penne.

Una collaborazione così preziosa e sentita da essersi rinnovata anche con la campagna Immagini amiche.



Quali iniziative sono previste per questa campagna?

Francesca - Innanzitutto mi preme segnalare che il 31 marzo scorso il consiglio comunale di Penne ha approvato, con 18 voti favorevoli e tre astensioni, la richiesta avanzata dall’Udi di Pescara insieme alle “Donne Vestine” di Penne, di applicazione della Risoluzione del Parlamento europeo.

Sempre insieme abbiamo organizzato poi un concorso articolato in diverse sezioni (foto, video, poesia o racconto inedito, pittura, scultura), aperto alle scuole dell'area vestina della provincia di Pescara e ai cittadini italiani e stranieri interessati, volto a promuovere un approccio altro alla rappresentazione delle donne.



Che bilancio del lavoro di questi anni e quali aspettative?

Silvia - Il bilancio è positivo senza ombra di dubbio. Molto è stato fatto ma molto resta da fare. In particolare secondo me bisogna investire tutte le energie possibili nella costruzione di un nuovo pensiero sui rapporti tra i generi a partire dalla più tenera età, come fa già da qualche anno, qui nel territorio di Pescara, l’associazione Ananke che oltre a gestire un centro antiviolenza fa “prevenzione” a partire dalla scuola materna.

Francesca -Il 50E50 e la Staffetta hanno assorbito molte delle nostre energie e ora l’Udi di Pescara è in una fase di riorganizzazione: lo spirito però è dei migliori. Le campagne di questi anni hanno rinnovato l’immagine dell’associazione: un cambiamento necessario se consideri che quando sono arrivata a Pescara negli anni 90 tutti pensavano che l’Udi non esistesse più. In questo senso le ultime campagne nazionali sono state fondamentali: hanno permesso di tessere anche sul territorio relazioni che si rinnovano di anno in anno e hanno focalizzato alcune delle questioni più scottanti di questa epoca in merito alla parità tra uomini e donne.

È venuto il momento di allargare il raggio d’azione e di affrontare quelle che a mio avviso sono le questioni più spinose: il lavoro e la maternità. E di farlo in una prospettiva nuova: dando maggiore continuità ai rapporti tra la sede nazionale e le varie Udi locali, improntando alla flessibilità i rapporti con le altre associazioni territoriali e cercando una chiave per rendere comprensibile anche agli uomini la differenza di genere e le questioni ad essa collegate. Ripongo molte aspettative in questo senso nel Congresso che l’Udi si prepara ad affrontare l’anno venturo.



(28 giugno 2010)

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