Bartolini Tiziana Venerdi, 27/06/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2014
C’era un tempo, neppure troppo lontano, in cui le fiabe classiche venivano raccontate ai bambini solo “per intrattenerli durante il giorno, mai nei dopocena, durante i quali spesso tutta la famiglia era riunita…” e si raccontavano storie di spiriti, streghe, fantasmi, folletti, diavoli, briganti, lupi mannari, anime del purgatorio. Maria Pia Santangeli cerca testimonianze orali che raccoglie nei paesi dei Castelli Romani e le raccoglie restituendoci, intatte, le atmosfere magiche dei racconti senza trascurare i collegamenti con la letteratura colta di Grazia Deledda, Italo Calvino o Gioacchino Belli. ‘L’immaginario popolare nei Castelli romani e non solo’ è il sottotitolo del bel libro che regala, in appendice, una fiaba “di furbizia”, forse inedita, in cui - a differenza dei tanti racconti ‘paurosi’ - la figura popolare esce vincente rispetto al gigante. È il riscatto de L’Ominicchiu su l’omaccione, perché la saggezza popolare sa anche regalarsi il giusto risarcimento.
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