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IL FASCINO DELLA POESIA IN VERNACOLO DI RITA GATTA

IL FASCINO DELLA POESIA IN VERNACOLO DI RITA GATTA

Conosciamo una donna che ha fatto della poesia in dialetto dei Castelli Romani il ritmo della nostalgia e il paesaggio dell'anima.

Venerdi, 12/09/2014 - Nata a Rocca di Papa, insegna nella scuola primaria da trent'anni. Laureata in sociologia presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza, lavora volentieri con i bambini. Con loro nel 2004 ha pubblicato "Avventure nel Castello dello spazio" — Edizioni Fiori di Campo, un piccolo libro di fantasia. Ama scrivere poesie e sonetti sia in italiano che in dialetto. Nel 2001 ha vinto il primo premio al Concorso Letterario Città di Ladispoli con la poesia "Ombra chiara". Nel 2009 è risultata prima classificata ex aequo al Premio Etrusco Norman Academy per la poesia e la prosa nella città di Civita Castellana con "Sposi immortali". È arrivata finalista con il brano "La voce di vento" al concorso "Vivere la campagna” VI edizione 2009, stampato nella raccolta antologica. Nel 2010 ha pubblicato il libro Svrìnguli Svrànguli — ed. Controluce, raccolta di brani e sonetti in italiano e in rocchegiano. Ha partecipato con il suo libro al Convegno sul Dialetto organizzato nel Comune di Rocca di Papa. Nel 2011 ha partecipato al Convegno "Il dialetto: radici della nostra cultura" organizzato dal Comune di Nemi. Collabora con riviste locali quali Castelli Romani, Controluce, il Piccolo Segno, e il Grillo pubblicando brani, sonetti in vernacolo e brevi articoli di attualità e cronaca.



Avventure nel Castello dello spazio



Un tempo gli alieni si annoiavano, ma poi le cose cambiarono ed anche essi poterono sottrarsi alla monotonia leggendo e sognando con la fantasia. Lasciando viaggiare la penna dei piccoli scrittori alla ricerca di grandi avventure, dando fiducia e insegnando con professionalità e inventiva, la maestra Rita Gatta è riuscita a fare del suo lavoro, della sua didattica, quello che tutti vorrebbero: un divertimento. Insieme ai suoi scolari dà vita infatti ad un libro dove c'è un piccolo robot che vive in un mondo di extra-terrestri che scoprono di potersi divertire trascorrendo il loro tempo con i libri! Con “Avventure nel castello dello spazio” il lettore si ritroverà immerso nel buio sì, ma rischiarato dalle stelle, tra alieni, orchi spaziali, oggetti volanti ma... soprattutto libri! "Questa fiaba è nata giocando con personaggi, ambienti e doni magici estratti a sorte da un ipotetico, fantastico contenitore e la creatività giocosa dei piccoli scrittori ha fatto il resto..." è scritto nella presentazione del libro. Le stelle, gli alieni, un robot ed un orco spaziale, sono gli "squisiti" ingredienti che "catapulteranno" i lettori direttamente nello spazio...



Svrìnguli Svrànguli



Poesie in rocchegiano e in romanesco, pubblicate a giugno 2010. Il titolo prende nome da piccoli fiori: “cappelletti” rosa rigonfi e penduli: scuotendoli su un ramo assomigliano a tanti campanellini e questa immagine è stata associata “ai versi scritti nel vernacolo a volte un po’ aspro, ma sempre musicale e coinvolgente”. Le poesie dal tono bonario e ironico traggono spunto da aneddoti raccontati dal padre, dai nonni, da parenti o raccolti da amici o frutto di esperienze personali. Il libro è corredato da un piccolo glossario. Questa raccolta di poesie in italiano e in dialetto rivela l'anima di Rocca di Papa. È stato l'amore per il suo paese che ha guidato negli anni la penna dell'autrice nei vari componimenti, tra cui aneddoti, descrizioni, argomenti di attualità, nostalgici ricordi e momenti teneri di vita. Leggerezza, sorriso, ironia non sono le tonalità con cui ci parla Rita Gatta: la natura, gli affetti di un’infanzia serena, la nonna saggia e coraggiosa, il padre dalla voce profonda e la madre dalla salda mano, i vicoli, che spariscono nella nebbia, mestieri, cibi e profumi di una volta. Si tratta di una nostalgia spontanea e piena di umanità, unita a toni spesso pungenti, divertiti, irriverenti, come nei vari aneddoti paesani in versi. L'amore per Rocca di Papa abbraccia la gente, i vicoli, le pietre, le case, il cielo sopra e intorno a Monte Cavo con voce fresca, genuina, allegra e insieme meditativa. Dalle pagine di questo lavoro non si evince soltanto la metamorfosi di un territorio, ma emergono le storie personali, si rievocano vocaboli dialettali del nostro passato, ma anche del nostro presente, che sprigionano in noi ricordi e sensazioni ancestrali.



’A Merla



Tuttu ’nfrescatu

ch’a caccia gnente aléa pijatu

quann ’a “Merla” ’ncontrèste

revardennolu j dicèste:

-Te respettu amicu caru

ma com’uccellu io te sparu!-

E j spareste pe’ daveru

pe’ sentisse ’n omu veru

che ’n’aléa persu tiempu

tutt’u ggiornu ’n faccia au viéntu

e ‘llu pore “Merla” sfortunatu

finiscèste ‘mpallinatu!



“Sorici ’ndiggesti”



’Na pore jatta sderenata

che de fame se scelea

sottu ’na pergulata

do’ sorici ’ncontrea...

Do’ zoccule refatte

che ’n sapeanu parla’

né stasse zitte

reesceanu a tene’

co’ e recchie ritte

damante pipinara

’e soricicchie.

Diceste ’a jatta

a senti’ tante frescacce:

Puru si morta scelata

’n me magnanario ’ste bestiacce

c’u stommacu miu delicatu

’n potaria digerisce ’n pelu

mancu co’ ’na cofana

de bicarbonatu!





Fruscii del silenzio



Intrecciare nostalgia, ironia, pensieri e umori con la sapienza del ritmo, questi sono i punti sostanziali della poetica di Rita Gatta. La tensione emotiva trova i suoi momenti più intensi tra riflessione e descrizione dei luoghi, ove la natura ha sempre come punto centrale l'uomo, per cui tutto diviene paesaggio dell'anima. Spesso il linguaggio è lavato da ogni sovrabbondanza, è fatto trasparente, addirittura quotidiano. Nella raffigurazione delle cose si trova il modo più autentico e peculiare di esprimere la sua sensibilità, tenera e commossa. I luoghi si fanno spazi dell'anima per cui l'antico borgo — che appare come un magico fiore d'autunno —, si eleva a evocazione di qualcosa che è sfumatura accennata, non detta per intero, atmosfera impalpabile, come è impalpabile ogni sentire. Nell'oscurità e nella notte Rita Gatta trova l'equilibrio perfetto fra sintesi esterna e battito interiore, con il ritmo musicale che aderisce al ritmo dell'ispirazione, portando su dimensioni assolute il problema eterno dell'uomo: l'esistenza breve di fronte all'infinità del Creato. I versi qui hanno uno spessore più intenso per rispondere alla necessità del pensiero che si fa materia, cioè parola e riflessione, in una meraviglia che si innalza a silenzioso rispetto dell'io di fronte alla sua fugace comparsa. Altro tema fondamentale a molte poesie è la passione, come l'amore per il mare che con il suo persistente fragore canta una melodia senza età. I versi sul mare rendono sempre potente la vastità dell'acqua, forza primigenia di questa natura liquida e misteriosa, di questo sconfinato orizzonte dove l'uomo cerca di gettare l'àncora: estrema metafora della vita e dell'amore.



Arrivederci Palazzola



Lontana striscia di luce all'orizzonte

dai cangianti colori, addio!

Dall'alto della vulcanica rupe

tra le solide mura

del monastero

incastonato nel tufo

e affacciato sul lago

di turchese cristallo

m'inebrio di trascorse atmosfere.



Porterò con me

nel paese della mia fanciullezza

il calore dell'accesa luce

del mattino d'estate

che ingioiella l'italico giardino

il riverbero rosseggiante

del sole al tramonto

che colma questi immensi spazi

a me dinanzi



gli estivi cieli stellati

e il flebile chiarore lunare

che accendono l'oscurità della notte …

e quando domani proverò

inevitabili, pungenti nostalgie

consolerò il mio cuore

con i ricordi delle umane esperienze

vissute

e lo riscalderò con il calore dell'amore

ricevuto e provato

in questo sacro, antico convento.



Fatalità



Fatale

nell'oscurità della notte

improvviso

attimo di abbandono



e una morsa di gelo

irreparabilmente frantuma

come speranza di primavera

un fragile cristallo

rilucente di vita.



Per sempre si lacera

nel cuore di chi ama

una profonda

inguaribile ferita

che solo il tempo saprà

lenire

con la Speranza e la Fede.





Tempesta



Naviga il vascello

lottando tra i marosi

contro i flutti

che schiaffeggiano

il legno.

Più volte

sembra scompaia

tra la rabbia schiumosa

del mare in tempesta

ma sempre

ostinato riemerge.



Così è l'umano

cammino

che affronta

guardando avanti

la via da seguire

e ricerca

nell'oscurità della notte

la guida

dei lucenti astri

del firmamento.

Volto al Cielo

lo sguardo

si delinea nella mente

definitivo

e rassicurante

un lido d'approdo.

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