Politica/ Fecondazione assistita - L’intenzione di costruire un percorso sul tema della fecondazione assistita continua. Il prossimo incontro sarà il 5 novembre alla Casa internazionale delle Donne a Roma
Maria Luisa Boccia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
Nell’incontro del 21 maggio che abbiamo intitolato “Non solo referendum”, molte hanno concordato sull’esigenza di costruire un percorso dopo il voto. A tutte noi il confronto elettorale, e la semplificazione dei temi che ha imposto, stava stretta. Già in quell’occasione si è avvertito il divario tra il dibattito nella scena politico-mediatica e la riflessione che richiedono questioni quali: la ricerca scientifica e le tecnologie, il conflitto simbolico sul venire al mondo e le figure genitoriali, la funzione della legge e la distinzione tra etica e diritto. La secca sconfitta nel referendum aggiunge nuovi motivi di approfondimento e discussione tra noi. Molte e diverse possono esserne state le ragioni. Vi sono quelle attinenti al merito delle tecnologie che, pure estranee all’esperienza della gran parte di donne e uomini, hanno però un’inquietante impatto sull’immaginario. Tra queste, alcune ci coinvolgono più da vicino : la difficoltà di nominare il desiderio femminile di maternità; cosa ne è dei corpi, cosa ne è della relazione tra uomo e donna. Ve ne sono altre attinenti alla politica.
Nonostante il nostro discorso avesse alle spalle un lavoro di riflessione, nonostante l’impegno di molte a farlo vivere nella campagna elettorale, dobbiamo prendere atto che troppo poco questo ha segnato quel dibattito, né è riuscito ad influire sul voto. Ha prevalso la contrapposizione tra Vita e Scienza, tra la laicità e l’etica dei valori. Dopo il voto la sconfitta è stata invece nostra: ed è tornato il ritornello sul silenzio delle donne, delle femministe innanzitutto.
C’è, e non da oggi, un’evidente strumentalità e approssimazione nel come si dà conto delle idee e pratiche femministe. Ma la difficoltà più seria è la mancanza di una sfera pubblica in grado di accogliere e far circolare un discorso e un agire politico altro da quello costruito sull’intreccio sempre più stretto ed autoreferenziale tra il sistema politico ed i media. A distanza di oltre un decennio dall’emergere della crisi della politica, e di fronte al suo acuirsi, dovremmo non solo riprenderne l’analisi, ma cercare nuove forme di comunicazione tra noi e una diversa incisività. In questi mesi alcuni dei nodi allora emersi si sono ripresentati. Primo tra tutti quello di un rilancio, con modalità inedite, della sovrapposizione di religione, morale, legge. Dalla fecondazione, ai Pacs, alla pillola RU486 e all’ultima offensiva sull’aborto. È sempre più compromessa la laicità dello Stato dalla scelta di alcune istituzioni della Chiesa di assumere un ruolo politico diretto, andando ben oltre il piano del richiamo ai valori morali fino a pronunciarsi sulla validità e legittimità costituzionale delle norme. Ma non c’è solo l’iniziativa della Chiesa. La novità più consistente è sul versante della politica, sempre meno in grado di esprimere una qualità alta della politica stessa e sempre più esposta all’attrazione dei “valori ” fino all’esplicita messa in questione della laicità dello Stato. Ma soprattutto dovremmo interrogarci sulle spinte che attraversano la società, che vengono riassunte e semplificate come il ritorno del sacro: sintomo di un profondo disagio di civiltà, ma anche di una ricerca attiva di senso, tanto più sentita quanto più si immiserisce la sfera dell'agire collettivo e dell'impegno civile. Vi invitiamo ad incontrarci per mettere a confronto le nostre riflessioni sul dopo referendum.
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