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Il corpo tra storia e novità

Il corpo tra storia e novità

Cultura/ I Festival di Danza - Si apre a Roma ‘Invito alla danza’ con un programma ricco di storia ma attento alle novità contemporanee

Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005

Corpi che si liberano nello spazio, corpi che esprimono, corpi che danzano. L’estate, più di altre stagioni, riempie di corpi danzanti piazze, ville e teatri: i luoghi dei festival italiani.
La danza è, tra le arti, quella più vicina alle donne. Ma forse a causa dell’impatto forte, a volte inquietante, del proprio mezzo espressivo, il corpo, viene gravata da pregiudizi che la collocano, a torto, ai margini della cultura. Non è un caso che in Italia, culla del cattolicesimo, la danza è vista con diffidenza più che altrove. L’uso del corpo, soprattutto quello femminile, è ancora legato a idee strumentali che poco hanno a che fare con la poesia, quindi con l’espressione della nostra storia, della nostra spiritualità, della nostra cultura.
Per questo il sito www.noidonne.org intende dare più spazio e rendere onore ad un’espressione artistica che merita, come tutte, di essere incoraggiata e diffusa.
Il 7 luglio si apre Invito alla danza, diretto da Marina Michetti, un festival attento alle produzioni non solo estere ma anche nazionali, proponendo sempre, da ormai 15 anni, spettacoli di qualità.
Quest’anno il cartellone della manifestazione, che si svolge a Roma nella suggestiva cornice di Villa Massimo, è ricco di professionisti di buon livello.
Spicca tra tutti l’inglese Rambert dance company gruppo da non perdere, che porta (in prima nazionale) quattro coreografie (8 e 9 luglio), tra queste un pezzo storico presentato la prima volta nel 1937, dove il grande coreografo Antony Tudor fonde gli stili classico e contemporaneo ispirandosi a Kurt Joss (uno dei pionieri della danza espressionista).
C’è Viviana Durante, ospite della ‘Compagnia Teatro Nuovo’ (26 luglio), italiana ma inglese di adozione, già solista e prima ballerina del ‘Royal ballet’ è una danzatrice eccezionale. Per lei hanno creato alcuni tra i coreografi più importanti del mondo, come John Neumeier e David Bentley.
Di particolare interesse anche una giovane promessa, che ha debuttato in Italia lo scorso anno ospite del Festival di Tagliacozzo, è Mauro De Candia che come molti creativi del mondo della danza italiana, è emigrato in Germania per trovare sbocchi adeguati al suo livello professionale. A Villa Massimo, porta ‘Otello’ (11 luglio) interpretato dai Solisti di Hannover. La compagnia ‘Balletto dell’Opera di Hannover’, diretta da Stephan Thoss, che da tempo ha impegnato Mauro De Candia come solista di classico e di contemporaneo, ora lo sta incoraggiando come coreografo. Questo ‘Otello’ fa parte del repertorio della grande compagnia tedesca.
Molto interessante sarà la compagnia 'Cas public' che presenta ‘Barba blu’, di Hélène Blackburn, tra le figure di spicco della nuova generazione di coreografi europei con il suo stile forte ed ironico. Lo spettacolo (15 luglio) si ispira alla famosa favola di Charles Perrault, che fa parte del libro ‘I Racconti di Mamma Oca’. La danza viene unita alla parola recitata ed al video con estrema leggerezza ed ironia: “Tutti noi abbiamo un angelo custode e un piccolo Barbablù nascosti dentro di noi, dobbiamo accettare che non siamo completamente buoni né completamente cattivi. Questo spettacolo ci aiuta a comprendere più serenamente questa realtà” spiega Hélène Blackburn.
Per gli appassionati della danza sarà interessante seguire anche le coreografie di Matteo Levaggi per il ‘Balletto Teatro di Torino’, di Michael Smuin per la ‘Smuin Ballet’ di San Francisco, della sivigliana Maria Serrano per la ‘Compania Maria Serrano’, di Mauro Bigonzetti, Luciano Cannito ed Eugenio Scagliano per il ‘Balletto di Roma’.
Aprirà la manifestazione la ‘Compagnia de Tango Nuevo’ (7 luglio) del coreografo Roberto Herrera, interessante per la sua rielaborazione del Tango attraverso la fusione di stili folcloristici tradizionali dell’entroterra argentino e di stili contemporanei.
(1 luglio 2005)

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