In quanti modi si può esprimere la sofferenza? Il cuore che sa solo ululare? Il non sentirsi a posto nel mondo? Lo smarrirsi davanti alle righe poco rette? Davanti all’inganno? Con quali parole? Con le parole della dislocazione del corpo per Natalia Bondarenko ed il suo “Confidenze confidenziali” (poemetto - Rayuela Edizioni, Milano, 2013), attraverso immagini realistiche e crude.
Quando la mente si perde, il corpo non ritrova più la sua rotta e la sua unità.
Il termine “confidenze” non deve essere assunto sotto forma negativa: attraverso di esse, la negazione del male distrugge il male.
Se la testa su un panno è calpestata dagli scarponi dell’autista, le spalle si appoggiano sulla brace delle luci abbaglianti, l’ombelico esce dalla sua sede ordinaria, la volontà di essere donna - di camminare da sola – è forte e integra. E’ come se la Poetessa guardasse il proprio corpo e facesse una dichiarazione di morte ma con lo stesso spirito della magia. Esorcizzandolo con ironia, afferma se stessa, al di là delle convenzioni e delle costrizioni, realizzando il bene.
Dopo un singhiozzo, in un’ambulanza,
usciva la mia testa… finalmente…
su un panno
calpestato prima dagli scarponi dell’autista,
le mie spalle si appoggiavano
sulla brace delle luci abbaglianti, sulle righe
poco rette, sull’inganno.
Le dita che tiravano il mio braccio sinistro
sapevano di tabacco, le altre –
di mozziconi raccolti da terra.
Quando usciva l’ombelico – ho capito che
da grande avrei fatto l'uncinetto, guardando giù,
come fanno le donne sottomesse,
stordite dai passi delle formiche, con le lingue
legate ai denti, con il cuore che sa solo ululare.
Lascia un Commento