Lunedi, 08/04/2019 - E’ cosa nota che la nave Alan Kurdi di una ONG tedesca, riparatasi i primi di aprile a Lampedusa per il maltempo, non ha potuto far scendere i 64 passeggeri stremati a causa del reiterato divieto del Viminale, scelta che provoca dolore e vergogna di tanti di noi per la mancata umanità, obbligatoria innanzitutto per la legge del mare.
Quello che ci interessa valorizzare in questo spazio è la lezione d’amore e civiltà che passeggeri - anzi passeggere - di quella nave ci hanno proposto e che sembra giusto enfatizzare per l’insegnamento dato.
Il ministro Salvini, dall’alto di quello che più che un Dicastero sembra un trono di sovrano assoluto, dietro l’invito della Germania (cui la nave e la ONG fanno riferimento) di trovare un accordo sulle persone a bordo, alla fine ha concesso che scendessero le madri con i minori e una donna incinta. Ed ecco che la risposta arrivata l’ha sintetizzata in modo eccezionalmente efficace il mio amico d’infanzia Pietro, che su facebook ha scritto: “le signore con figli minori non hanno accettato di sbarcare senza i mariti dalla nave della ong tedesca . In un solo colpo hanno spiegato cos’è una donna, cosa è una coppia, cosa è una famiglia …ma Salvini non comprenderà!"
Ho scelto di non cercare altre parole perchèl’incisività di queste arriva come una lama alla mente e al cuore. Forse l’unico concetto sul quale userei un termine diverso è che penso che Salvini comprenda, ma se ne infischia e va oltre.
Tornando ai fatti, nonostante presumibilmente e purtroppo, queste famiglie e queste donne difficilmente le incontreremo, è importante soffermarci su di loro e parlare di una scelta difficile ma comprensibile e, come ha scritto Pietro, piena di significato di un tale spessore che Salvini, invece di mandare uno sprezzante buon viaggio, al loro rifiuto avrebbe dovuto ringraziare e farli sbarcare insieme come famiglie, magari in nome di quello che ha detto e approvato a Verona, in occasione del congresso mondiale della famiglia.
E’ passata solo una settimana da quando un avvenimento eccezionale, il voto unito di governo e opposizione affiancato da astensioni funzionali, ha permesso che passasse alla Camera il disegno di legge chiamato “Codice Rosso”, destinato al contrasto della violenza contro le donne.
Fu ipocrisia, dettata solo dal farsi pubblicità con le donne? Parrebbe di sì, se poi tale sensibilità è scomparsa di fronte alla richiesta di donne di non voler dividere la propria famiglia perchè convinte che solo stando insieme una famiglia vera è forte nell’affrontare le difficoltà. Rimanendo in sintonia con il ddl “Codice rosso” , per queste donne accettare di dividersi dai mariti, dai padri dei propri figli, sarebbe risultata una forma di violenza inaccettabile.
E’ giusto, tra le altre cose, aggiungere per storie seguite e lette in questi anni che spesso, per le famiglie dei migranti divise per opportunità o casualità organizzative, significa affrontare memorabili difficoltà per ricongiungersi. Un rischio che, nel caso in oggetto, è ancora più serio trattandosi di una divisione in due paesi diversi.
Come è possibile, mi domando, che la maggioranza degli Italiani sia d’accordo con la scelta fatta?
Come è possibile che con tanta superficialità non si sia stati nella condizione di apprezzare la richiesta di mantenere unite le famiglie facendole sbarcare unite? (poi non voglio dare per scontato che, anche se non è questo l’argomento specifico che sto trattando, per me sarebbero dovuti sbarcare tutti e tutte).
Tornando quindi al tema della famiglia e ad alcune considerazioni che ne derivano, ci si domanda se quella famiglia osannata a Verona sia stata pura ipocrisia.
Mentre scriviamo la nave Alan Kurdi della ong tedesca, arrivata nelle acque di Malta, è in attesa di sapere che fare.. teniamoci informate/i…
Paola Ortensi, 8 aprile 2019
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