Strumenti - "ha deciso di farsi aiutare prima che potesse scatenarsi di nuovo la violenza".
Morselli Gianna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008
“Ho picchiato Arianna, non ci ho più visto l’ho spintonata, schiaffeggiata…è stato terribile! Mi sono come sdoppiato, vedevo allo stesso tempo l’orrore nei sui occhi e la furia impazzita nei miei.
Come è potuto accadere, lei è la persona che amo di più al mondo, è il mio sostegno, la compagna della mia vita e l’ho picchiata! Mi sento un mostro, non avrò più il coraggio di avvicinarmi a lei, ho visto la paura sulla sua faccia, il suo corpo rannicchiato e tremante mi appare di continuo. Ho bisogno di aiuto devo parlarne con qualcuno, cosa mi sta succedendo!”
Alberto era stravolto quando ci siamo incontrati, erano giorni che non andava al lavoro, aveva la barba lunga, pallido, quasi senza voce, continuava a ripetere che non voleva farle del male, che la situazione gli era sfuggita di mano, che aveva perso il controllo…
Tutto era iniziato quando Arianna gli aveva detto che aveva bisogno di stare un po’ da sola, che non era più sicura dei suoi sentimenti verso di lui, aveva conosciuto un ragazzo in palestra, erano usciti una sera e lei si era sentita di nuovo una ragazzina, avevano ballato e riso tanto quella sera! ” Era da tanto che non rideva così! Le erano ritornati alla mente i primi tempi che lei e Alberto si erano conosciuti, non la smettevano mai di parlare, di scherzare, quante cose avevano da dirsi, le loro serate erano piene di allegria e di passione, erano innamorati pazzi l’uno dell’altra. Da qualche anno non era più così, erano diventati pigri, la sera si addormentavano davanti alla TV e non facevano quasi più all’amore. Lei gli voleva bene ma non era più sicura che quello che sentiva per lui fosse amore…”
Alberto allora ha cominciato un vero e proprio interrogatorio. “Chi era quel tipo, se l’era portato a letto, da quanto tempo durava, con quanti altri era uscita a sua insaputa? Chissà cosa avranno pensato quelli che l’avevano vista in compagnia dell’altro. La figura del coglione gli aveva fatto fare!”.
Si sentiva offeso e la rabbia gli montava dentro, finchè non c’ha più visto e l’ha spintonata, lei ha reagito male e lui l’ha schiaffeggiata, l’ha insultata, l’ha buttata a terra e avrebbe continuato a picchiarla ma quando l’ha vista lì, sul pavimento raggomitolata con le braccia a scudo, qualcosa si è rotto, avrebbe voluto scomparire, si è come sentito spaccare il cuore, è uscito e non è più tornato a casa.
“E adesso cosa poteva fare? Non aveva il coraggio di chiamarla ma voleva incontrarla, spiegarle, chiederle scusa.”
A quel punto gli ho proposto di parlarne con una psicoterapeuta familiare. Ho rivisto Alberto dopo qualche mese, era decisamente in forma, lui e Arianna non vivevano più insieme, ma si vedevano spesso e a volte andavano insieme alle sedute di psicoterapia.
Alberto si era aperto con la psicoterapeuta e aveva scoperto cose di sé che aveva nel tempo rimosse, traumi che lo avevano segnato profondamente nell’infanzia, automatismi negativi che in realtà non erano suoi ma appresi dal padre, un uomo autoritario e incapace di tenerezza.
Non so se Arianna tornerà insieme ad Alberto, ma sono certa che non le succederà niente di grave, che non verrà più maltrattata, perché Alberto ha deciso di farsi aiutare prima che potesse scatenarsi di nuovo la violenza.
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