A un anno di distanza dall’inaugurazione del “codice rosa” presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale G.B.Grassi di Ostia, il 13 marzo ci sono tutti a commemorare con entusiasmo l’evento, dalla Dottora Maria Rosaria Forte, l’Assistente Sociale del P.S. attuatrice del servizio, a Differenza Donna -l’Associazione di Volontariato che ha collaborato attivamente nella riuscita del progetto nel Lazio e in Italia dopo 20 anni di lavoro per rendere efficaci i percorsi di uscita dalla violenza delle donne-, al personale ospedaliero con la Direzione Sanitaria, all’Assessorato al Welfare e alla Salute del X Municipio di Roma, alle forze di Polizia e dei Carabinieri, che sinergicamente hanno reso possibile l’aspetto più difficile del progetto, quello della protezione delle vittime. Il progetto è il primo nel Lazio, e si è realizzato grazie alla sensibilità di tutti i sanitari del Pronto Soccorso, medici e soprattutto infermiere e infermieri –in primis l’ex direttore Sanitario dell’Ospedale Dott. Lindo Zarelli che ne ha praticamente permesso l’attivazione- ma soprattutto alla volontà di Maria Rosaria Forte che, addolorata dopo il femminicidio di un’amica dipendente dello stesso Ospedale, per mano del suo ex convivente, ha svolto quel ruolo importante e volitivo che determina la differenza tra una persona dotata di idealità rispetto a tutte coloro contagiate del vuoto dilagotosi nell’ultimo ventennio. Non è un caso, infatti, che la percentuale delle donne vittime di violenza in famiglia sia maggiore nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 50 anni- quasi a significare un’assenza di valori sociali e dignità personale soprattutto degli abusanti. Tutti gli interventi, molto interessanti, e affatto formali presieduti dal Direttore Sanitario Vincenzo Panella, rappresentato dalla Direttora Sanitaria Dott. Flavia S. Pirola, dalla Direttora dell’Ospedale G.B.Grassi, Dott. Paola Masala, dal Direttore UOC del Pronto Soccorso, Dott. Salvatore Lucio Palamara, dall’Assistente Sociale Dott. Maria Rosaria Forte, dall’Assessora alla Salute e al Welfare del X Municipio, Dott. Emanuela Droghei, dall’ideatrice del Codice Rosa, fondatrice di Differenza Donna, Dott. Lina Vita Losacco, dalla Presedente di D.D., Dott. Elisa Ercoli, dalla Referente in Ospedale del Codice Rosa, Dott. Sabrina Frasca, dalle infermiere professionali del Pronto Soccorso Patrizia Schifano e Sara Ronco, dal Primo Dirigente del Commissariato Lido di Roma, Dott. Antonio Franco, dal Luogotenente dei Carabinieri della Stazione Lido di Roma, Dott. Alberto Stefanizzi, alla presenza di una platea molto attenta e numerosa, hanno sottolineato l’importanza dello spazio atto a dare sostegno e voce alle difficoltà delle donne.
L’attivazione del Codice Rosa è anche un’opportunità concreta per la realtà territoriale di promuovere quel cambiamento culturale che tutti si auspicano, come sottolinea anche il Dott. Antonio Franco, non soltanto per una speranza di fattiva prevenzione ma per una qualità diversa di vita dei giovani e dei futuri bambini. Lo spazio di accoglienza delle vittime di violenza di genere consente attraverso una sinergia di tutte le forze istituzionali in campo di costituire una sorta di 3 P: prevenzione, protezione, punizione. Solo nel 2010 nel Lazio il 45% delle donne recatesi al P.S. non era al loro primo accesso ma si erano rivolte più volte ai Servizi Sanitari per ripetute aggressioni o addirittura somatizzazioni o stati gravosi spesso mal definiti. Gli operatori del Pronto Soccorso sanno bene che dietro a semplici escoriazioni, contusioni, fratture o altro si nascondono spesso maltrattamenti mai denunciati e solo troppo tardi svelati da ulteriori traumi o, peggio, dalla morte delle vittime. Per questo si è subito attivata una formazione di base di tutto il personale e costituite delle linee guida con dei parametri atti a indicare percorsi veloci e mirati per le donne segnalate al Codice Rosa. In pratica, se prima una donna maltrattata aspettava ore nelle lunghe attese del Pronto Soccorso (a causa dei tagli alla Sanità Pubblica), ora con l’istituzione del Codice Rosa, ha diritto a una priorità simile ai casi che rischiano la vita. C’è in ballo, infatti, la vita della persona, perché una violenza incide non solo nel fisico, per i segni dei maltrattamenti subiti, ma proprio nella vita dell’anima, fino a determinare una statistica agghiacciante con esiti da traumi, come ad esempio tutti i disturbi dell’apparato gastro-enterico, cardio-vascolare, delle vie respiratorie, con stati ipertensivi, depressivi, con l’alterazione del sistema immunitario fino al cancro, con un consumo di farmaci e tentativi di suicidio maggiore rispetto alla norma. Le vittime hanno bisogno di ascolto e di rispetto dei loro tempi, spesso lunghi e difficili, soprattutto per il dolore che può causare prendere coscienza dello stato di abusate. L’uscita da vittima a Signora della proprio storia biografica è un percorso lungo, ma non impossibile.
Lina Vita Losacco, Sabrina Frasca, Elisa Ercoli puntualizzano i danni spesso irreversibili della violenza subita, che ovviamente riguardano non solo le donne ma tutta la comunità. Secondo la ventennale esperienza di Differenza Donna, sovrapponibile alle numerose ricerche svolte soprattutto negli Stati Uniti, le donne vittime di violenza percepiscono il loro corpo malato più di quanto lo sia realmente, e si ammalano maggiormente rispetto alle altre. Tutto ciò è in relazione al calo di autostima per le violenze subite e spesso in ambito familiare. Differenza Donna, nel corso degli anni, ha messo a punto gli interventi specifici in grado di restituire alle donne accolte quella condizione di “buona salute” fondamentale nel percorso di riappropriazione del sé. Il codice Rosa (E.C.R.) curato da Differenza Donna, è stato realizzato non solo come emergenza ma anche come prevenzione presso i consultori ASL RMD e RMG con i finanziamenti del Consiglio dei Ministri. Il servizio E.C.R. è attivo anche presso il Policlinico Umberto 1° di Roma e presso l’Ospedale di Tivoli. Impressionanti alcuni dati delle donne che subiscono violenza durante la gravidanza con danni al feto.
L’intervento di Maria Rosaria Forte puntualizza tutto il faticoso ma appassionante percorso attivato dal personale infermieristico e sanitario del Pronto Soccorso di Ostia nell’anno d’esperienza di E.C.R., che ha portato a statistiche utilissime per la prevenzione e la maggiore collaborazione tra figure professionali diverse ma unite sinergicamente dagli stessi obiettivi: nuovi impulsi vitali e dignità alle donne.
L’importanza del Codice Rosa è chiarissimo soprattutto per quei medici, come sottolinea l’intervento empatico del Dott. Salvatore Lucio Palamara, che devono imparare a “leggere” ciò che è invisibile agli occhi, ma non alla sensibilità di quegli operatori in grado di cogliere oltre i segni del corpo la sofferenza profonda dell’anima della vittima, ancora terrorizzata dalla presa di coscienza dei fatti che la travolgono. Com-passione per accogliere autenticamente l’altro nel momento di maggiore fragilità.
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