Note ai margini - Circa 9 milioni di uomini di questo Paese alimentano il mercato della prostituzione e della tratta
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009
Tutta la brutta discussione di questi ultimi tempi legata la fenomeno della prostituzione, così asimmetrica, mi ha creato un forte senso di “fastidio”. Da un lato perché se ne parla come non fosse stato sufficientemente chiarito, e lo dovrebbe essere per tutti ormai, che è un fenomeno globalmente controllato, e ne fa uno degli assi portanti della criminalità organizzata. Intervenire , quindi, solo sulla sua manifestazione ultima, sulla presenza delle donne e delle ragazzine, che “deturpano” le nostre strade è una semplice operazione di pulizia, di maquillage, che non solo non cambia sostanzialmente nulla del problema, ma anzi rischia di aggravarlo. Il vero fastidio non è solo lì, ma è rappresentato dalla totale assenza di qualunque riflessione sul cliente. In un mondo così globalmente mercificato si parla solo dell’“offerta” delle donne e mai della “domanda” che questa offerta chiede, fa proliferare. In tutto questo silenzio una recente rappresentazione teatrale di uno spettacolo di Viola Buzzi, “100 uomini al giorno” ha cercato, e si è coscientemente posta il problema di colmare questo vuoto. Prendendo le mosse dai discorsi parlamentari della senatrice Lina Merlin e dalle lettere che le prostitute della case chiuse di allora le scrivevano si è finalmente affrontato anche questa parte del problema: “un viaggio attorno al mestiere più antico del mondo: il cliente”. Un tentativo serio di mettere al centro della scena, non tanto l’offerta, ma quei circa 9 milioni di uomini di questo Paese che questa offerta alimentano e cercano. Una ricerca sul desiderio maschile, sulla sua sessualità che dovrebbe trovare spazio in tutte le discussioni sul fenomeno della prostituzione. Una ricerca (in pochi testi, ma esemplari, affrontata) sul significato dal lato del cliente che tanto dice in termini di rapporto tra donne e uomini. Una riflessione su chi sono questi uomini che ci circondano, che vivono anche nelle nostre case, visto che la gran maggioranza di loro è sposata, che ci sono mariti, figli e padri. Vorrei sapere meglio chi sono e quale è la visione delle donne che li attraversa, non mi basta sapere che si è deciso di nascondere le donne. Forse sarebbe meglio smettere di nascondere loro, gli uomini.
Ma di questi temi forse è chiedere troppo a tutti.
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