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Il cibo al centro del pianeta

Il cibo al centro del pianeta

Nutriamo il mondo/2 - L’esposizione universale Milano Expo 2015 si snoda intorno al tema della nutrizione. Women for Expo e il femminile che è protagonista

Marta Mariani Lunedi, 03/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2014

 L’Expo 2015 è un progetto ambizioso e concreto. Nei mesi - da maggio a ottobre - Milano sarà al centro del mondo diventando collettore e al tempo stesso propulsore di idee intorno al tema del cibo e dell’ambiente. Innumerevoli le iniziative e gli eventi che già si rincorrono in Italia e non solo. Women for Expo è uno dei progetti ideati nell’ambito di Expo 2015 e mantiene il suo focus sul ruolo delle donne nel campo vasto del cibo, dall’agricoltura all’imprenditoria, dal consumo all’innovazione.

Le dichiarazioni di Lella Costa, attrice, scrittrice e doppiatrice, esemplificano bene un sentire comune su questo grande evento: “Mi aspetto continuamente delle domande nuove, perché la sfida vera è smettere di incaponirsi a dare risposte inadeguate ai temi, agli argomenti, alle sfide più attuali. C'è, in questo momento, la possibilità di vedere se riusciamo a scegliere un futuro diverso. Ci sono dei temi che non possiamo più prorogare o demandare, come quello di nutrire il pianeta”. Infatti Women for Expo in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con la Fondazione Mondadori promuove molti progetti al femminile - tutti diversi, ma tutti correlati - sospinti perlopiù dallo spirito del contributo plurimo ed organizzato di tante menti.

L'ispirazione di Women for Expo sembra attingere alla fonte stessa dei simboli, cioè a quell'idea originaria della donna come madre e nutrice. Ecco perché WE ama accostare la femminilità alla natura sostentatrice, in tutti i sensi possibili.

Ogni donna è depositaria di pratiche e regole, antiche eredità che le danno la capacità di nutrire gli altri. Oggi, in un mondo cambiato, questa memoria e questo sapere profondo diventano lo strumento per mostrare che cosa significa “prendersi cura”. Ciascuna, nel suo ambito, può farlo. Alle donne di penna, coinvolgendo tutte le scrittrici dei paesi partecipanti, è chiesto di collaborare alla stesura del "romanzo sul cibo più plurale di sempre". Le artiste di ogni cultura e tradizione sono chiamate ad un brain storming globale per il nutrimento del "pensiero creativo", dato che il confronto è un prelibato cibo per la mente.





Ancora, la promozione dell'imprenditoria femminile virtuosa, insieme con la condivisione delle tradizioni gastronomiche dell'intero pianeta, sollecitano le donne di tutti i paesi a farsi protagoniste di una sfida che consiste nel riequilibrio degli sbilanciamenti oggi riscontrabili soprattutto sui due versanti del futuro e della sostenibilità.

Per questi valori ed in vista di tali obiettivi, WE annovera nella sua rete quante più "ambasciatrici" possibili, fra: pittrici, attrici, saggiste, scrittrici, scienziate, filosofe, cantanti, atlete, fotografe, modelle e professioniste di tutti gli ambiti. Queste donne, a loro volta, si faranno nucleo e sorgente di iniziative di corollario propositive e contagiose.

“Per tutti i mesi dell'Expo Milano diventerà la capitale del mondo, la sede di un avvenimento di coraggio, di libertà e di rispetto che segna un ‘accordo vitale’ fra la gente”, afferma Carla Fracci, ballerina classica di fama mondiale, che si confessa cultrice appassionata del tradizionale risotto alla milanese.

Le tecniche agricole, le superfici coltivabili, la raccolta e la conservazione dei viveri, il trasporto, il consumo, l'ottimizzazione e l'eliminazione degli sprechi saranno sottotematiche considerate e sviscerate da menti diverse e complementari, vissute dai singoli attraverso le loro esperienze di vita.

“Expo 2015 - per dirla con le parole dell’ambientalista Vandana Shiva - è un'occasione per guardare al futuro dell'agricoltura per proteggere l'intero pianeta, creare mezzi di sussistenza e fornire cibo migliore”.

Al di là dei generi, e più in generale, l’Expo cerca di creare una salutare connessione tra futuro e passato.

Con il Padiglione Zero, infatti, - uno spazio espositivo curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi - si tenta un sommario di tutte le trasformazioni del paesaggio avvenute nella storia della relazione fra l'essere umano e la Natura. Si tratta di una vera e propria “memoria dell’umanità, di un percorso emozionale - a detta del curatore - che da racconto universale si fa storia individuale”.

Ancora, con il Future Food District (curato da Carlo Ratti, Direttore del SENSEable Citi Lab al Massachussetts Institute of Technology), Expo 2015 vuole illustrare ai visitatori le possibilità delle ultime tecnologie all'interno dei vari passaggi della catena alimentare. In altre parole, esso coniuga in modo alternativo tecnologia e Natura, riflettendo sui nuovi mezzi di produzione, distribuzione, preparazione e consumazione del cibo, adombrando nuove consapevolezze rispetto al consumo degli alimenti, e cospirando per una catena alimentare più sana ed autosufficiente.

Inoltre la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari di Milano, con il suo Parco della Biodiversità (coordinato da Emilio Genovesi), presenta l'agrobiodiversità tramite più di duecento diverse specie e varietà agrarie. “Una mostra che ‘vive’ - afferma Stefano Mirti - nel senso letterale della parola: migliaia di piante da osservare, odorare, toccare, ascoltare (e, in alcuni casi, anche mangiare). Dodici storie per scoprire la storia dell’agricoltura e l’origine di piante coltivate, alimentari e non, provenienti da ogni parte del mondo”.

Insomma l’Expo 2015 vuole essere un evento originale e dall'impatto incisivo sulla necessità di conservazione ecosistemica, quindi sulla razionalizzazione sostenibile delle energie e delle risorse agroalimentari dell'intero pianeta.

Per questo sarà “un grande occhio sull'Italia - conclude l'attrice Ornella Muti - uno scambio di opinioni, uno scambio culturale, una crescita importantissima per un discorso globale".

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