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Il centro antiviolenza di Bologna

Il centro antiviolenza di Bologna

Il polo di eccellenza. Viaggio nel centro antiviolenza sostenuto dalla cittadinanza, femminile ma non solo

Martedi, 15/11/2011 -
Il centro antiviolenza di Bologna (www.casadonne.it) è uno dei centri di eccellenza nella lotta alla violenza sulle donne. Valeria D’Onofrio ha risposto capillarmente alle nostre domande raccontando di un centro che esiste ventun anni, attivo e presente sul territorio e non solo, che può fregiarsi di un cospicuo numero d’iniziative e che cerca di consentire ad un numero ragguardevole di donne di uscire dalla spirale della violenza.



Da quando è nato il vostro centro antiviolenza l’affluenza al centro e l’accettazione da parte della comunità che lo circonda hanno subito delle variazioni?




La Casa delle donne, attiva sul territorio di Bologna e provincia dal 1990, ha da sempre beneficiato del sostegno e della sensibilità della cittadinanza, in primis femminile ma non solo. Con gli anni, la continua attività di accoglienza alle donne che subiscono violenza non è mai cessata nonostante le alterne stagioni politiche vissute dall’associazione, la conoscenza dei servizi offerti dal Centro si è notevolmente ampliata e radicata anche grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione promosse. L’affluenza delle donne al centro di accoglienza è aumentata negli anni, partendo dalle circa 350 donne accolte in media ogni anno per arrivare alle 609 donne accolte nel corso del 2010. Questa dinamica può essere riconducibile ad un’accresciuta e più generalizzata conoscenza del fenomeno della violenza di genere, al suo inquadramento sempre più diffusamente riconosciuto come problematica sociale endemica e all’ottimo operato, difficoltoso e fortunatamente sempre meno taciuto, svolto dai centri antiviolenza in tutto il territorio nazionale.



Se e come ha avuto seguito la richiesta di un piano regionale per superare il blocco dei finanziamenti statali alle strutture che si occupano dei maltrattamenti sulle donne, secondo la proposta avanzata dalla presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna?



Non ci sono ancora sviluppi alla proposta di piano regionale inoltrata alla Rer da parte del Coordinamento. L’istituzione Regione si è dimostrata interessata e sensibile alla tematica e sta valutando tutte le possibilità anche e soprattutto per conciliare il proprio elaborato con il piano nazionale.



L’età media e la provenienza geografica e culturale delle donne che si rivolgono ai Vostri centri hanno subito delle variazioni nei vent’anni di esistenza?



Non abbiamo riscontrato particolari cambiamenti statistici sui dati riguardanti la provenienza geografica e l’età media delle donne che si sono rivolte a noi. Resta invariata la proporzione esistente tra donne italiane e donne straniere che chiedono aiuto (italiane 70% circa e straniere al 30% circa). La fascia di età che risulta più interessata dalla violenza, sulla base delle sole richieste ricevute, riguarda le donne di età compresa tra i 25 e i 45 anni. Sottolineiamo però che si rivolgono alla Casa delle donne, donne provenienti da molti Paesi stranieri e italiane, donne con diversa formazione, impiego lavorativo e stato civile, donne di tutte le età a partire dai 18 anni.



Quali sono i risultati ottenuti grazie all’introduzione, quest’anno, della carta dei servizi?



La carta dei servizi è uno strumento istituzionale che serve a dare visibilità ai nostri servizi, specialmente nei rapporti con gli enti territoriali e con le altre associazioni con cui collaboriamo. Va ad affiancarsi ad altri strumenti come brochure multilingue, spot video, materiali didattici che usiamo per la formazione non solo degli specialisti del settore, ma anche per le professioni che lavorano a contatto con la violenza e per i programmi di prevenzione nelle scuole.



Quali sono le Vostre prossime iniziative contro la violenza sulle donne?



Partecipiamo a progetti europei, siamo partner di reti internazionali, nazionali e regionali su questa tematica. Abbiamo da poco partecipato all’organizzazione del convegno della rete europea Wave che si è svolto recentemente a Roma con grande afflusso di pubblico.

Per quanto riguarda la nostra struttura abbiamo da poco ampliato le sedi e abbiamo acquistato una nuova casa rifugio per donne e bambini che subiscono violenza, ingrandendo il servizio offerto.



Presso il Vostro centro vi sono delle iniziative particolari in occasione del prossimo 25 novembre?



Ogni anno, in occasione del 25 novembre, organizziamo un festival per ricordare la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il Festival La violenza illustrata parte dall’idea di poter comunicare questo fenomeno in modo corretto e anche divulgativo, senza eccedere negli eccessi che spesso i media riportano, eccedendo nel voyerismo e nella morbosità. Ci battiamo inoltre contro una cultura del virilismo e della mercificazione del corpo femminile, che sono alla base della legittimazione sociale dell’uso della violenza sulle donne.

Il nostro festival è giunto alla sesta edizione e si è ingrandito di collaborazioni con associazioni e enti non solo territoriali. Questo spazio di comunicazione e dialogo è diventato un punto di riferimento nazionale, con oltre 35 eventi in programma, caratterizzandosi come l’unico appuntamento di questa portata in grado di dare un’offerta formativa e culturale multidisciplinare, allo stesso tempo specialistica ma anche divulgativa, sul tema della violenza di genere.



Piera Francesca Mastantuono

(15/11/2011)

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