IL CANTICO DEI CANTICI AL MACRO IN UN VIDEO DI ISABELLA TIRELLI DAN
Martedì 6 dicembre il viaggio simbolico di un uomo e una donna verso la luce e l'armonia cosmica. Proiezione e dibattito con l'artista a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Ha Shir Ha Shirim Shelì (in ebraico “Il mio Cantico dei Cantici”) è un video che narra un viaggio simbolico di un uomo e una donna verso la luce e l'armonia cosmica. La leggenda dice che "Il Cantico dei Cantici", sia stato scritto da Salomone, il Re di Israele, 3000 anni fa. Ed è presente nella testi sacri sia Ebraici sia Cristiani. Isabella Tirelli ha impiegato in quattro anni di lavoro per comporre 1200 immagini di pittura digitale originali; le immagini sono state animate poi dall'artista e composte in un video della durata di 35 minuti.
L’opera sarà proiettata presso il MACRO Via Nizza martedì 6 dicembre alle ore 17.30. A seguire, ne parleranno con l’artista, Myriam Laplante, Naima Morelli e Gabriele Perretta.
L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Isabella Tirelli ha utilizzato nella pittura digitale una tecnica originale che prende origine dalla fotografia e si combina digitalmente con la tecnica a velature della pittura ad olio della tradizione rinascimentale. Le immagini contengono riferimenti simbolici e citazioni alla storia dell'arte e spesso guardano ai misteri alchemici, antichi miti e culture del mondo occidentale e orientale, scene allegoriche e metafore visive.
Per le fotografie utilizzate a base della pittura digitale, l’artista ringrazia i suoi studenti e amici che hanno posato per lei. Le musiche sono di Wolfang Amadeus Mozart, Richard Wagner, Gustav Mahler, Franz Liszt
Da sempre Isabella Tirelli frequenta le latitudini della pittura, della poesia e della musica con aria disinvolta, disposta a giocare in uno zig zag di pensieri simultanei che il linguaggio creativo discrimina, quasi senza preavviso. Fin dalle prove iniziali del suo originale percorso artistico emerge infatti la compresenza di questi linguaggi come un cerimoniale di trasformazioni plurime: il respiro dilatato del colore verso il suono, la tensione dell’immagine verso la parola, l’azione della superficie verso l’ambiente. La percezione di un particolare verso la totalità. A rendere efficace questo incontro di forme espressive è una concezione teatrale dell’atto creativo, la necessità di mettere in scena sottili rapporti tra i segni comunicativi, invisibili relazioni tra il loro modo di strutturarsi nello spazio, come se l’atto pittorico in se stesso non fosse sufficiente a sollecitare l’insieme dei sensi... (Claudio Cerritelli, Per Isabella la favola continua)
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