Il lancio della Campagna contro l’obiezione di coscienza “IL BUON MEDICO NON OBIETTA” è riuscita a coinvolgere quasi ottanta associazioni e il suo successo è andato sicuramente oltre ogni più rosea aspettativa. Il merito è soprattutto delle donne che molto più degli uomini sono consapevoli delle difficoltà e dei problemi che sono costrette a vivere ogni giorno le persone che vogliono interrompere la gravidanza. Gli incontri pubblici organizzati nelle diverse città sono stati più di trenta e sono andati molto bene sia sotto il profilo della ricchezza dei contenuti e dell'elaborazione che delle varie testimonianze raccolte. Ci sono stati eventi in tutto lo stivale da Torino a Catania con incontri in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Sardegna, Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria, Puglia, Calabria e Sicilia. A parte alcuni casi dove non c'è stato forse il tempo sufficiente per promuovere adeguatamente l'evento o dove erano previsti più incontri, c'è stata una grande partecipazione di pubblico e una risposta incoraggiante. È stata un’iniziativa che è cresciuta “dal basso”, senza alcun coinvolgimento di partiti o altri centri istituzionali, i quali se mai sono stati sollecitati ad aderire dall’entusiasmo che ha attraversato il mondo delle associazioni che anche in quest’occasione ha manifestato la crescita di un nuovo livello di sensibilità. La situazione che incontrano le donne che scelgono di interrompere la gravidanza è ormai insostenibile: è importante rimettere in discussione il diritto degli operatori sanitari all’obiezione di coscienza. L’obiezione di coscienza è incompatibile non soltanto con il rispetto del diritto all’interruzione di gravidanza ma anche con l’etica professionale dell’operatore sanitario che non dovrebbe mai far valere i propri convincimenti morali contro gli interessi, la salute e quindi il diritto all’autodeterminazione delle donne. Il diritto all’obiezione di coscienza era giustificato quando la legge 194 è stata approvata perché chi prima di allora aveva scelto di fare il medico non poteva immaginare che avrebbe dovuto praticare interruzioni di gravidanze: oggi chi contesta l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza e non intende quindi aiutare le donne ad abortire può scegliere una professione che non è coinvolta dalla legge 194.
La Consulta di Bioetica Onlus intende promuovere nuove iniziative contro l'obiezione di coscienza con un nuovo evento il 6 luglio, a un mese esatto dal lancio ufficiale della Campagna IL BUON MEDICO NON OBIETTA. La proposta è questa:
1) organizzare banchetti informativi in diverse città in cui vengono presentate e spiegate le ragioni della Campagna;
2) affiggere il manifesto IL BUON MEDICO NON OBIETTA presso gli ospedali, consultori e medici di base (a questo proposito inviamo in allegato un modello di lettera da presentare alle direzioni sanitarie dei presidi).
3) scambiarci riflessioni e proposte sul materiale da presentare con i banchetti informativi del 6 luglio;
La Campagna contro l’obiezione di coscienza continuerà comunque anche dopo l'estate: la Consulta invita le altre Associazioni ad aprire una nuova fase di impegno per il rispetto dei diritti civili e a promuovere insieme un coordinamento nazionale per definire le nuove strategie per la piena attuazione dei diritti delle donne. Inviateci ai seguenti indirizzi segreteria@consultadibioetica.org oppure scrivere a consultaromanadibioetica@gmail.com foto e testimonianze sull’incontro del 6 giugno a cui avete partecipato: li metteremo sulla pagina face book e sul blog in modo che possano essere condivisi da tutti.
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