Noi Donne vuole raccontare i risultati ottenuti e le lotte ancora da portare avanti in fatto di diritti femminili che sono prima di tutto diritti umani. E lo fa iniziando a parlare dei piccoli, ma importanti successi conseguiti. Sulla scia degli eventi che hanno sconvolto il Paese negli anni passati, il 2015 ha fatto registrare timidi passi in avanti in fatto di parità di genere nel Paese.
Risale a febbraio la nomina di Ghada El Shahawi, la prima donna giudice eletta nel Consiglio della Magistratura con il compito di vigilare sull’operato dei colleghi uomini nei tribunali, civili e penali del Paese. Per Mervat Tallawy, direttrice del Consiglio nazionale per le donne. Si tratta di un passo importante perché attua di fatto quanto previsto dall'articolo 11 della Costituzione, secondo il quale “le donne devono essere presenti in tutti gli organi giudiziari del Paese senza alcuna discriminazione”.
La fine dell’anno segna poi un altro traguardo importante. Nelle ultime elezioni parlamentari cresce infatti il numero delle elette. Nelle ultime votazioni infatti le donne appartenenti ai diversi schieramenti politici hanno ottenuto 73 seggi, contro i 64 del 2010, su un totale di 596 deputati. Di questi 73 seggi, 56 sono stati ottenuti con il sistema delle “quote rosa”, mentre i restanti 17 seggi sono stati assegnati di diritto alle candidate che hanno ottenuto più voti nelle liste di partito.
Si tratta di un vero e proprio segnale di apertura nella società egiziana che segna di fatto una rottura con la visione maschilista che vede la politica come un ambito riservato agli uomini. A sostenerlo è sempre Mervat Tallawi (nella foto) che in un’intervista rilasciata al quotidiano nazionale Al Ahram ad ottobre 2015 dice che “è un dato di fatto che le donne sono desiderose di partecipare attivamente alla vita politica del Paese. Le donne sono le prime che hanno esercitato il loro diritto ed il loro dovere di votare, costituendo nelle due turnazioni circa il 30% del totale dei votanti”.
Mervat Tallawi è dell’idea che le donne hanno vinto in Parlamento perché è stato alto il numero delle candidate appartenenti ai diversi partiti. Tuttavia si deve sottolineare che la quota complessiva delle donne in posizioni di leadership, sia per elezione o per nomina, non supera un terzo di quella maschile.
Secondo Tallawy il successo della presenza femminile nelle ultime elezioni è stato anche il risultato di un lungo percorso di sensibilizzazione della società egiziana nel quale il Consiglio Nazionale per le Donne ha giocato un ruolo importante con l’organizzazione di meeting nazionali incentrati sull’importanza della leadership femminile nella politica del Paese.
Il 2015 sarà ricordato anche come l’anno in cui è stato aperto il primo ospedale specializzato nella cura di malattie prettamente femminili, come il tumore al seno. Parliamo dell’ospedale Baheya che prende il nome da una donna che ha perso la sua battaglia contro questa malattia e che a pochi mesi dalla sua inaugurazione è diventato il fiore all’occhiello del servizio sanitario egiziano nella diagnosi e nel trattamento del tumore al seno, malattia che secondo la statistica diffusa dall’Istituto Nazionale dei Tumori ha colpito, solo nel 2014, 35 donne ogni 10mila.
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