Bali - Tre anni dopo lo tsunami le ferite sono ancora tante. Accanto alle donne l’assistenza dell’associazione no profit Yayasan Bumi Sehat fondata nel 1994
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
“Le donne vanno sulle spiagge e aspettano che i loro bambini ritornino dal mare”. La devastazione prodotta dalle onde dello tsunami del 26 dicembre 2004 non sono solo materiali. C’è il dolore infinito delle madri e c’è la disperazione degli uomini, che sono scappati velocemente con auto e camion, ma che vivono con il rimorso di non aver salvato i loro cari. “L’80% delle vittime sono state donne e bambini, gli uomini sono fuggiti per primi e ne sono morti meno. Però molti uomini ammettono che dopo la tsunami non riescono ad avere erezioni per il senso di colpa” . Abbiamo incontrato Ibu Robin Lim a Castiglioncello in occasione del convegno sull’arte ostetrica. Lei è un’ostetrica molto speciale. “Sono innamorata del mio lavoro e mi piace molto pensare che, viaggiando, incontro tante persone che credono che la pace possa essere creata prendendosi cura delle donne e dei bambini”. Ibu Robin Lim ha creato due cliniche in cui si lavora sull’empowerment delle donne e sulla consapevolezza che quella dell’ostetrica è un’arte basata sull’amore. “Nella clinica di Aceh, che sorge nell’isola di Sumatra proprio accanto a dove c’è stato l’epicentro dello tsunami, facciamo vari interventi per dare sollievo alle persone sofferenti (questo presidio è stato aperto dopo lo tsunami iniziando un’opera di ostetrica d’urgenza, ndr). Nella clinica di Bali, specializzata in ostetricia e pediatria, utilizziamo metodi naturali come la chiroterapia, l’omeopatia, l’agopuntura e insieme a noi lavora un medico”. Le due cliniche aperte e gestite da Ibu Robin Lim e dalla sua organizzazione non hanno contributi pubblici e sono finanziate dalla generosità di “amici in tutto il mondo che ci danno modo di aiutare queste persone”.
Apprendere per quale ragione le donne preferiscono partorire in queste cliniche è scioccante. “L’ospedale pubblico trattiene i bambini se le donne non pagano il conto. Questa purtroppo è una triste verità in tutta l’Asia: se non paghi non vai via col tuo bambino e quindi riescono a farsi pagare in ogni modo. Da noi ciascuno offre quello che può e se può. A Bali facciamo 400 parti l’anno ma abbiamo solo 7 letti, quindi appena il bambino nasce la donna è spostata o a casa mia o a casa di amici per lasciare libero il posto. Le donne vengono a partorire da noi anche dalle isole lontane perché sanno che saranno comunque assistite con amore, indipendentemente dalla loro religione e provenienza. Da noi trovano accoglienza, pulizia e cibo”. Quali sono i rapporti con le istituzioni? “La mia licenza di ostetrica è legale e anche la nostra clinica è in regola con le leggi. Siamo in disaccordo con i dottori e i pediatri perché promuovono l’allattamento artificiale. Il 100% delle donne che vengono da noi, invece, allatta i bambini al seno”. Sappiamo che l’allattamento al seno nella prima ora dalla nascita salva milioni di vite prevenendo tante malattie. “Dati ufficiali ci dicono che 100.000 bambini muoiono nel primo anno di vita per aver bevuto latte artificiale. Occorre tenere presente che solo i ricchi denunciano le morti mentre i poveri non lo fanno in quanto la mortalità infantile fa parte della normalità”. Ibu Robin Lim viaggia molto per far conoscere la sua esperienza umana e professionale, le chiediamo se vede differenze nelle vite delle donne occidentali e orientali. “Ovunque io vado le donne sono sole, ignorate”. Ma da noi è diverso, protesto io…”non credo, guardate al vostro tasso di cesarei!”
Ibu Robin Lim vive a Bali con il marito, 7 figli e la nipotina. Nel 2006 le è stato attribuito il Premio Alexander Langer riconoscendole la capacità di unire i saperi femminili tradizionali ad una cultura multiforme e che tra gli obiettivi primari del suo lavoro di ostetrica vi è impedire l’espropriazione delle conoscenze femminili da parte dei medici - processo che è avvenuto in Europa e che ora è in atto in Indonesia – e promuovere la nascita non violenta dei bambini. In Italia il lavoro di Ibu Rabin Lim e del suo ‘consultorio ‘di comunità’ è sostenuto dall’associazione ‘Il Melograno’. Tiziana Valpiana (Presidente onoraria dell’associazione e attualmente senatrice) nella prefazione al libro recentemente pubblicato in Italia da Apogeo, sottolinea la condivisone della tesi secondo cui “madri si diventa piano piano attraverso una gestazione fisica ma anche emozionale e di crescita interiore, attraverso un parto vissuto come scoperta e rispetto delle straordinarie capacità e risorse del corpo di donna, attraverso la trama intensa e appassionata della relazione con il nuovo nato”.
www.melograno.org - www.bumisehatbali.org
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