Lunedi, 03/07/2023 - Nel week-end appena trascorso, a Trento, nella splendida cornice del Castello del Buonconsiglio, è stata inaugurata la mostra 'I VOLTI DELLA SAPIENZA', una opportunità davvero eccellente: ammirare opere a ‘quattro mani’ di due artisti d'eccezione, Dosso Dossi ed il meno celebre fratello, Battista.
Dosso Dossi (1490–1542), pseudonimo di Giovan Francesco di Niccolò Luteri, fu uno dei maggiori pittori del Rinascimento a Ferrara, noto per il suo stile molto personale, tra l’eccentrico e l’allegorico e, tuttavia, estremamente moderno, anticipatore, per i suoi tempi, giustamente e cronologicamente 'a posteriori', rispetto ai grandi artisti dell’Officina Ferrarese di longhiana memoria.
Fu infatti presso la corte del duca Alfonso d'Este (1476-1534) e quella di suo figlio, il duca Ercole II (1508-1559), raggiungendo un posto di rilievo tra i pittori ferraresi. Parte delle sue opere, realizzate per la corte di Alfonso, nacquero dalla collaborazione con Ludovico Ariosto, il sommo poeta di corte pure governatore della Garfagnana.
Tra la fine del 1531 ed i primi mesi del 1532 Dosso Dossi, con l’aiuto del fratello è impegnato nella decorazione della biblioteca del principe vescovo Bernardo Cles proprio nel Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio di Trento. Per la sala che doveva ospitare la preziosa e ricca collezione di libri antichi del cardinale trentino Dosso pensa ad una decorazione imponente. Sulle pareti realizza affreschi (in gran parte perduti), mentre per i cassettoni del soffitto realizza una serie di diciotto dipinti su tavola di abete rosso raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità. Un ambiente meraviglioso che Mattioli, medico di corte, paragona nel poema che pubblica nel 1539 sul Magno Palazzo, alla Cappella Sistina di Michelangelo ed alla loggia di Psiche di Raffaello a villa Chigi, oggi detta la Farnesina. E son esattamente le tavole restaurate e le immagini dei sapienti, filosofi e saggi, a partire dall’arte antica, il filo conduttore della mostra che sarà visitabile fino al 22 ottobre 2023.
Grande l’occasione di vederle per la prima volta da vicino, grazie allo smontaggio e restauro (attualmente in corso proprio nella Libraria clesiana) e di conoscere le numerose vicissitudini che hanno interessato queste opere. Nel marzo del 1813 le diciotto tavole, dopo essere state tolte dal soffitto della Libraria clesiana, vennero portate, per volere del prefetto dell’Alto - Adige Filippo Dalfiume, nell’Imperial Regio Ginnasio Liceo di Trento (oggi Liceo Prati). Nel 1922 il soprintendente Giuseppe Gerola le fece riportare in castello, ma ne trovò solo dodici, sei andarono perdute tra il 1813 ed il 1896. Il restauro, conclusosi a maggio e condotto da Enrica Vinante ed i suoi collaboratori, ha portato all’antico splendore questo magnifico ciclo pittorico.
La mostra, curata da Vincenzo Farinella e Laura Dal Prà, offre un centinaio di opere tra sculture, stampe, volumi e dipinti, come il celebre quadro raffigurante Eraclito e Democrito di Donato Bramante proveniente dalla Pinacoteca di Brera, i busti in marmo di Omero e Cicerone concessi in prestito dai Musei Capitolini di Roma e dagli Uffizi, le due magnifiche tele del Dosso provenienti dal museo canadese Agnes Etherington Art Centre e dal museo americano Chrysler e ancora opere del Moretto, Salvator Rosa, Andrea Pozzo, Mattia Preti, Luca Giordano, Vincenzo Grandi, Albrecht Durer e Josè de Ribera.
Lascia un Commento