Da una parte, come dire, proviamo un certo sollievo che si sia alzata la cappa di piombo. Un conto è infatti sostenere serafici che per le donne, si sa, c’è il soffitto di cristallo: un’espressione in fondo docile, indolore, asettica nella sua pulita trasparenza. Un altro è vedersi sbattere in faccia il vero fango, quando va bene, sparato ad altezza donna con violenza spesso animalesca travolgendo le malcapitate che osano ambire. Benissimo quindi che si parli di queste cose con il realismo e la schiettezza indispensabili per far comprendere la brutalità di questi meccanismi.
Ora però, non facciamo passare il messaggio che sia più difficile promuovere le donne solo per queste ragioni. Quando si vuole superare la discriminazione di genere il modo si trova, basta cambiare il metodo di selezione, come è già successo in altre situazioni:
E quindi, niente scuse.
Alla Normale di Pisa, per esempio, e giusto per rimanere sull’attualità, si può tranquillamente mettere la regola che lettere anonime sia cartacee che per mail non verranno manco aperte, mentre le mail/lettere con un mittente conosciuto saranno automaticamente girate alla persona di cui si (s)parla per un confronto a tre. Direi che basterebbe questo per dare già un bel colpo al partito delle Jene.
Poi, se si volesse esagerare, basta dire che non si è disponibili a parlare di promozioni e candidati/e in contesti che non siano pubblici o con testimoni. Anche magari mettere un bel cartello sulla macchinetta del caffè: “Qui non si parla di promozioni”.
Non bisogna quindi smuovere le montagne per rendere “possibili” le promozioni delle donne, ma basta darsi delle regole di comportamento, in molti casi di mera educazione.
Che manca quindi per farlo? “Solo” la volontà, direi.
Articolo pubblicato in Ladynomics il 17 ottobre 2018
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