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I vantaggi del turismo al femminile

I vantaggi del turismo al femminile

Well_B_Lab - Analisi e studi sul turismo visto dal punto di vista delle donne. Secondo Well_B_Lab

Giovanna Badalassi Venerdi, 27/06/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2014

 Sono le donne che decidono le vacanze di famiglia e anche quelle che viaggiano sole e che spendono. Una maggiore attenzione alle loro istanze nel settore del turismo rappresenterebbe una leva di crescita importante per le imprese, per l’occupazione e per l’economia nazionale. Ma per saper rispondere alle loro esigenze ci vorrebbe una classe dirigente più femminilizzata. Invece oggi nel turismo le dirigenti sono il 33,8% e le imprenditrici il 32,5%.



Come ogni estate il tema del turismo ritorna nel dibattito pubblico con continui richiami al potenziale di crescita economica che potrebbe avere per il nostro paese, che non pare però troppo interessato a sfruttare. Siamo un paese incredibilmente bello, ricco d’arte e di tradizione, tutti ammirano il nostro stile di vita, ma non riusciamo a proporre un’offerta turistica adeguata. Potremmo essere il primo paese al mondo e invece siamo solo al quinto posto per numero di visitatori all’anno, dietro a Francia, Stati Uniti, Cina e Spagna.

Eppure il turismo, già così come è oggi, determina una ricaduta sociale importante, poiché offre lavoro a 1,4 milioni di persone in Italia e produce, secondo il World Travel and Tourism Council , il 10,3% del PIL nazionale. Immaginiamo che si potrebbe fare con scelte politiche più convinte e determinate. Occorre quindi un considerevole sforzo di modernizzazione e di investimento che va articolato su una pluralità di linee di azione. Tra queste, è necessario ricordarsi che la dimensione femminile è particolarmente importante per far crescere sia la domanda che l’offerta di turismo.



Riflettendo sulla domanda di turismo, occorre dire che in questi ultimi decenni le donne hanno modificato il loro modo di viaggiare, di pari passo al cambiamento del loro ruolo della società.



Se prima dell’emancipazione femminile il viaggiare delle donne era riservato soprattutto alle élites più ricche e colte, e soprattutto in una dimensione familiare, oggi si assiste ad una maggiore diversificazione delle esigenze di viaggio, proprio perché le donne si possono permettere di esprimere liberamente anche in questo ambito le loro personalità ed esigenze di vita, fuori da schemi sociali precostituiti. Le donne lavorano di più, sono più istruite, hanno più interessi e più soldi da spendere rispetto alle generazioni precedenti. Target turistici in senso femminile oggi sono, ad esempio, identificabili in: donne adulte e single che viaggiano da sole o in gruppo, donne che viaggiano in famiglia con figli piccoli, donne anziane che viaggiano in coppia o in gruppo, donne adulte che viaggiano in coppia, ragazze giovani che viaggiano da sole o in gruppo. Ognuna di queste tipologie di viaggiatrice ha chiaramente esigenze diverse e gusti diversi, che cominciano ad essere colti anche dagli operatori interessati ad un marketing turistico personalizzato. Da questa consapevolezza nascono ad esempio: siti turistici dedicati alle donne viaggiatrici; agenzie viaggio che offrono pacchetti turistici dedicati alle donne single; guide turistiche dedicate alle donne; itinerari turistici per le famiglie con bambini piccoli che propongono ristoranti con menù dedicati, disponibilità di fasciatoi, spazi giochi, percorsi accessibili con il passeggino ecc; pacchetti turistici dedicati allo shopping nelle grandi città o al benessere e alla cura della persona; viaggi organizzati per gli anziani, frequentati in gran parte da donne.

 

Oltre a viaggiare in prima persona, le donne sono fondamentali all’interno delle famiglie anche nel processo decisionale di acquisto dei servizi turistici. Nell’ambito del loro ruolo di cura, le donne spesso e volentieri si occupano di scegliere le destinazioni, fanno le ricerche sul web, vanno in agenzia viaggi e decidono il pacchetto turistico da acquistare. Un sondaggio di Skyscanner , un portale gratuito di viaggi, ha rilevato che quasi tre quarti delle donne oggetto di indagine dichiarano di essere le responsabili della decisione di viaggio, contro solo il 9% degli uomini.

L’attenzione per costruire pacchetti turistici e servizi sempre più adeguati alle esigenze delle donne impone anche di dare maggiore importanza ad alcuni aspetti quali ad esempio la sicurezza. È stato stimato, ad esempio che le recenti notizie di numerosi casi di donne stuprate in India hanno prodotto una diminuzione di donne turiste del 35% , producendo un danno economico non indifferente agli operatori del settore.



Dal punto di vista dell’offerta turistica le donne rappresentano quindi un target molto importante, fonte di guadagni considerevoli. Per cogliere appieno queste potenzialità è però indispensabile che, in una prospettiva di diversity management, anche la forza lavoro femminile impegnata nel turismo venga adeguatamente valorizzata.

Il mercato del lavoro nel turismo è fortemente femminilizzato: 761.400 le donne occupare (51,6%), contro 721.600 uomini. Le imprenditrici, che in Italia rappresentano il 23,5% del totale, nel turismo arrivano al 32,5%. Le donne sono ancora il 77,2% nelle agenzie di viaggio e tour operator, il 61,5% nella ristorazione, il 57% nell’alberghiero.

Una presenza femminile importante che si può spiegare ancora con quell’aspetto di relazione, cura ed accoglienza insito nelle professioni del turismo e che certamente favorisce le competenze femminili. Uno stereotipo attitudinale che, per una volta, favorisce le donne.

Purtroppo anche in questo settore si riflettono le distorsioni di genere che caratterizzano l’occupazione femminile: le donne guadagnano di meno, e pur essendo presenti in maniera quantitativamente importante, hanno poco accesso alle posizioni di carriera. Nonostante il 60,3% di donne occupate nel turismo, le dirigenti sono ancora solo il 33,8%.

Considerata l’importanza economica del target turistico femminile, un aumento delle donne nelle posizioni apicali nelle imprese turistiche produrrebbe però un notevole ritorno economico, poiché queste potrebbero produrre delle scelte e delle politiche aziendali sempre più attente a soddisfare le esigenze delle clienti.

Più donne dirigenti e imprenditrici nel turismo equivarrebbe a clienti più soddisfatte, più fatturato per le aziende, più PIL, più entrate per lo Stato. Tutti e tutte ne avrebbero solo da guadagnare.



Risorse

http://viaggi.excite.it/classifica-paesi-piu-visitati-al-mondo.html

http://www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/stampa/in_evidenza/Contributo_economico_turismo_PIL_2013

http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/vacanze-italiani-estate-2013-401492050679.shtml

http://www.lapresse.it/mondo/asia/india-turismo-femminile-cala-del-35-per-timore-di-stupri-e-violenze-1.309286?localLinksEnabled=false

Fonte: Ente nazionale e Bilaterale Turismo, “Turismo e pari opportunità: un settore al femminile?” a cura di Università di Teramo, 2013 - http://www.ebnt.it/documenti/osservatori/Dati_Osservatorio_F_PARI_OPPORTUNITA_I_EDIZIONE.pdf

 

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