Leggere l’albero - Una persona che vive all’interno della sua famiglia assaporandone i valori della tradizione, le regole come fonte di sicurezza
Baldassarre Bruna Venerdi, 11/05/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2012
Cara Bruna,
della vita amo la fragilità di alcuni istanti che fermo nel ricordo dei miei 40 anni. Gli alberi che disegno hanno da sempre una porta d’accesso. Come mai?
Michela
Cara Michela,
l’albero vive in due direzioni: cresce sia verso l’alto sia verso il basso, cioè verso la luce e nella terra. La radice, definita anche “legno assoluto”, “albero rovesciato”, è proprio come un albero sotterraneo, ed è protetta da elementi esterni, al contrario dei rami, che possono essere anche potati. Nel caso del tuo albero, invece, non è necessario tagliare nulla, perché tutto è ben curato già in natura, ma la radice, che solitamente sostiene la terra, qui è invece appoggiata, così la vita del sottosuolo può affiorare in superficie… La parte salda, quella più vicina al fusto, nel tuo albero corrisponde a grandi radici, come colonne imponenti che permettono un accesso quasi a senso unico. La porta è anche un’impronta che caratterizza i tuoi vissuti significativi dalla nascita ai vent’anni.
Il tuo è il classico albero di Natale, essenziale, senza addobbi, di una persona che vive all’interno della sua famiglia assaporandone i valori della tradizione, le regole come fonte di sicurezza, fuori di tutto ciò dove invece potrebbe trovarsi il senso di vuoto - che suggerisce la porta. Molti dei valori legati all’appartenenza familiare possono essere investiti nella professione, in senso sociale. Attenzione al rischio di diventare troppo esigente con te stessa e con gli altri. La terza fase della vita, secondo un proverbio cinese, quella dai quarant’anni è la fase della saggezza. Possono essere anni turbolenti, anni in cui potrebbe caratterizzarsi una lotta contro il vuoto, come se mancasse il terreno sotto i piedi, soprattutto se non si sono ancora trovati nuovi valori. In questa fase si decide se l’anelata realizzazione del leitmotiv è possibile o se esso affonda nelle profondità dell’inconscio da dove potrebbe esercitare una minaccia per la coscienza, in relazione al proprio valore. Una domanda alla quale non si può fare a meno di rispondere: “Qual è il mio vero compito”?
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