Giovedi, 07/02/2019 - Oggi, 7 febbraio 2019
Nell'aprile del 2018 la Russia definì i testimoni di Geova degli estremisti. E nessuno insorse a loro difesa, se non un gruppo di intellettuali le cui firme furono ignorate.
In centinaia, per evitare la persecuzione, se ne andarono il più velocemente possibile nella vicina Finlandia.
Qualcuno restò.
Per una ragione a me sconosciuta, durante il periodo immediatamente successivo, furono perseguiti solo i Testimoni di Geova uomini, ma poi le cose cambiarono finché a luglio fu arrestata una donna.
Ieri, 6 febbraio, un testimone di Geova, è stato condannato a 6 anni di reclusione per “estremismo”. Da quanto riporta Reuters è la prima condanna di questo tipo nel Paese.
Dennis Christensen, danese di 46 anni, era stato arrestato nel maggio del 2017, durante una lettura della Bibbia, un mese dopo che la Corte suprema aveva definito i Testimoni di Geova un'organizzazione estremista.
Secondo i difensori dei diritti umani, l’atteggiamento di Mosca nei confronti dei testimoni di Geova viola la stessa Costituzione russa, che garantisce la libertà di religione. Amnesty International ha chiesto alla Russia di rilasciare Christensen "immediatamente e senza condizioni" nel massimo disinteresse di Mosca.
Nel Paese si stima che la comunità dei Testimoni di Geova sia composta da circa 175.000 persone, non abbastanza per costituire una vera minaccia al regime di Putin.
Siamo per caso tornati al tempo di cuius regio eius religio, ma in questo caso di che religione è il Sommo Capo?
E poi chi un poco li conosce sa: non portano armi, non fanno politica. Hanno una sola gravissima pecca: rompono le scatole la domenica mattina.
Che abbiano suonato fuori orario alla porta di Putin?
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