Il Papa ha definito 'sicari' i medici 'abortisti' e in Italia "solo Elly Schlein ha prontamente difeso la dignità delle donne e la 194"
Il Papa è andato giù di peso: ha il diritto di dire ai cattolici che l’aborto è peccato, non di accusare gli operatori di una legge dello Stato. Avendo pronunciato la parola “sicari” a carico dei medici “abortisti” in Belgio, il premier di quel paese ha convocato il Nunzio apostolico. Da noi - a parte Federazione degli Ordini dei medici e l’informazione sui media - solo Elly Schlein ha prontamente difeso la dignità delle donne e la 194, censurandone i limiti dovuti all’obiezione di coscienza dei medici che non intendono praticare gli aborti negli ospedali pubblici, una concessione necessaria nel 1978 per “portare a casa” la legge di cui, peraltro, la sinistra liberale non ha mai chiesto l’abrogazione. Il governo era nella stessa situazione di quello belga e, per giunta, essendo sovranista, doveva a maggior ragione protestare, ma la Meloni, che è furbina, deve avere pensato che, nonostante lo scandalo scoppiato altrove, poteva in futuro servirle non aver espresso giudizi e ha tolto al paese di poter discutere dei problemi della laicità dello Stato.
Ma l’esternazione di Francesco ha sollevato un punto sempre scottante, da aprire o chiudere a piacere nel gioco politico: nelle elezioni americane l’aborto è determinante il voto femminile.
Anche in Italia ancora una volta, le donne saranno “le imputate”? Di fatto sono già sotto tiro del Movimento per la Vita che, avvalendosi di Comuni disponibili, ha già iniziato a ufficializzare la presenza di attivisti pronti ad “assistere” le donne che si presentano per l’interruzione di gravidanza.
Sono cattolica e non sono una zelatrice degli aborti: ma nell’occuparmi della legge ho visto da vicino che cosa succedeva nella clandestinità e mi addolora che chi si occupa della vita nessuno - e nessuna - pensi che ciò che succedeva da noi succede in paesi del mondo in cui le donne non hanno diritti.
Non sono le leggi dell’Occidente egoista, consumista e secolarizzato, responsabili delle offese alla vita “a partire dalla cellula fecondata” e non dalla guerra; è l’assenza di autonomia perfino sui corpi (e anime) delle donne, schiacciate dal modello unico apparentemente neutro, in realtà patriarcale e maschile. I diritti delle donne faranno star bene la società.
Va detto, perché non subito, ma sull’aborto si tornerà a parlare.
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