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I segni del corpo

I segni del corpo

Torino - Volti e gesti fissati negli scatti di Tiziana Baldizzone e del marito Gianni offrono un panorama antropologico variegato e denso di vita, in mostra fino al 21 dicembre

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2006

Il corpo, primo elemento di comunicazione, di giudizio, di identità e di linguaggio condiviso. Un viso, un gesto, un atteggiamento, e il segno di scambio è già lanciato. Quello dell’espressività umana è il primo messaggio, il più immediato, il più vero.
Per trent’anni Tiziana Baldizzone e il marito Gianni hanno percorso le strade del mondo nei loro viaggi, soprattutto in Asia, in Africa e in zone remote dell’Europa per scrutare con partecipazione i segni del corpo e dell’anima degli esseri umani nei quali si sono imbattuti, cogliendone con la macchina fotografica le espressioni più disparate. Di queste infinite manifestazioni hanno fissato la bellezza, le diversità, i messaggi e le capacità straordinarie. Ne è nato un libro edito da 5 Continents e una esposizione curata della Fondazione Torino Musei intitolata appunto I segni del corpo. L’espressività umana in 80 scatti. Traboccante di suggestioni il tema e una sorpresa il risultato: una raccolta di fotografie a colori e di dimensioni notevoli esposte su pannelli double face a Torino, nel cuore pedonale di Piazza San Carlo.
Sono volti e gesti di individui che hanno tutti un nome e sottolineati da una frase che li racconta: donne e uomini, di diversa età, razza, cultura, religione. E molti bambini, che imparano a modulare il loro corpo prestissimo prima di differenziare movenze e gesti secondo il loro ambiente e la loro cultura. È una visione che non ha uguali, un panorama antropologico che addensa tutte le sfumature della vita. Sono infiniti i segni che si possono rilevare, in questo confronto di gestualità: impercettibili o espliciti rivelano identità, differenze, appartenenze, culture. Sempre connotati dalla spontaneità di un rapporto vero stretto con i loro fotografi invadenti e discreti, “erranti, eterni stranieri”, i soggetti rivelano anche la loro storia e le loro emozioni custodite in immagini bellissime, la testimonianza di un rapporto autentico fra persone che si sono scambiate davanti e dietro un obiettivo il dono dell’amicizia e si sono prestate insieme ad illustrare un lungo, commovente viaggio alle origini per non dimenticare il lato umano della comunicazione e del suo primo strumento.
(Visitabile fino al 21 dicembre 2006. Info tel. 011 4429595)
Foto Dechin e la mosca, 1996 , Tibet Sud orientale © Tiziana e Gianni Baldizzone
Ogni parte del viso lo mette in relazione con il corpo e le emozioni intime dando luogo ad una sinfonia di mimiche facciali che mandano all’Altro una serie di messaggi: fastidio, insofferenza, impotenza verso quella mosca che, scacciata, continua a ritornare. E Dechin strappa il sorriso!

(10 dicembre 2006)

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