I riflettori di Striscia la notizia accesi a torto su Giovanna Botteri
Considerazioni su una vicenda che molti apprezzamenti e solidarietà ha profuso a Giovanna Botteri e tante critiche e rimproveri ha rivolto a Striscia la notizia
Martedi, 05/05/2020 - Probabilmente Striscia la notizia non si sarebbe aspettata il diluvio di critiche che l’ha inondata per il servizio televisivo riguardante Giovanna Botteri, andato in onda il 28 aprile scorso. E’ dovuta, quindi, correre ai ripari, difendendosi così: “Nell’ultimo collegamento da Pechino (abbiamo mostrato) come avesse sfoggiato una nuova pettinatura, quasi a smentire le critiche malevole piovutele addosso .……. Non confondiamo il body shaming con una messa in piega”.
Peccato, però, che la toppa sia stata peggiore del buco, visto che a guardare quei 78 secondi di dileggio sull’abbigliamento, nonché sulla pettinatura di Giovanna Botteri, l’impressione che se ne ricava è ben altra. I due conduttori, difatti, iniziano con l’annunciare la piacevole sorpresa con tanto di “Non ci posso credere“ (Gerry Scotti), una sorpresa che avrebbe stupito tutti.
Ossia che la giornalista aveva deciso di farsi uno shampoo, con tanto di accompagnamento musicale di uno specifico brano di Giorgio Gaber, “presentandosi più bella e superba che pria” (Michelle Hunziker), perché “con chioma vaporosa”. Il tutto accompagnato da un composizione grafica che vedeva il volto della giornalista contornato da tante bollicine schiumose, sollevantesi da una vasca per bagno.
Ciò visto non è, per caso, body shaming, ossia derisione, offesa, dileggio? Mica bastava gettare sul fuoco della presa in giro, come acqua benefica, che il conduttore chiudesse il deprecabile siparietto con un “Brava Giovanna, non badare a chi guarda il tuo capello”? Ma di quale messa in piega scrive Striscia la notizia, visto che qui il malcelato sessismo non fa una piega?
Per non scrivere della parte iniziale del servizio televisivo, in cui vengono puntati per ben otto volte i riflettori sul medesimo abbigliamento indossato dalla giornalista in giorni diversi, dall’11 al 18 febbraio. E non è questo body shaming, ossia, derisione, offesa, dileggio? Mica siamo privi d’intelletto per comprendere che quel preambolo fosse finalizzato a porre l’accento sulla circostanza per la quale Giovanna Botteri, oltre che agli abiti, non badasse neppure alla sua igiene personale.
Allora di che stiamo dissertando, se non all’ennesimo attacco indirizzato ad una delle migliori giornaliste del servizio pubblico radiotelevisivo? Il messaggio, neppure poi tanto nascosto, è che non debba importare della qualità del suo lavoro, ma solo l’immagine che dà in pasto alle belve fameliche dei suoi detrattori.
Ben vengano, conseguentemente, le parole di replica di Giovanna Botteri, esplicito esempio di come debba essere una vera e propria professionista dell’informazione: «Faccio giornalismo, non spettacolo. Sono quasi un’asociale, per niente mondana e queste 'attenzioni' mi imbarazzano. Quando mi dicono che passo su 'Striscia' non ci dormo la notte. Sono io che devo raccontare, non diventare l’oggetto del racconto».
Si comprende, quindi, più che bene che 'Striscia la notizia' abbia messo in atto un vero e proprio body shaming avente come vittima Giovanna Botteri, checché ne dica Michelle Hunziker, invece, propensa a rimarcare che si tratti invece di una fake news. Ma, per caso, si riferiva al suo ruolo di cofondatrice e testimonial di Doppia difesa, la fondazione che “sensibilizza l’opinione pubblica e aiuta le vittime di discriminazioni, abusi e violenze a dire basta”?
Conseguentemente una domanda sarebbe da formulare alla showgirl, ossia era opportuno che si prestasse ad una messa in scena che è vera e propria violenza contro le donne? Si riveda, sig.ra Hunziker, e prenda in considerazione di chiedere scusa a Giovanna Botteri, quanto meno per onorare il suo ruolo in 'Doppia Difesa'. Sappia, caso mai non ne sia cosciente, che quel genere di offesa da lei perpetrata ai danni della giornalista fa male. E, visto che tra gli scopi della sua fondazione c’è anche quello di “Pretendere sempre rispetto reciproco”, lo dia questo rispetto, senza se e senza ma.
Senonchè questa domanda rimane strozzata in gola, perché la showgirl l’altro giorno, in una storia sul proprio profilo Instagram, ha invitato Giovanna Botteri a visionare il servizio di 'Striscia la notizia' che la riguardava, suggerendole addirittura di esprimere una sua opinione al riguardo. Quel "Guardalo, secondo me abbiamo fatto un servizio dalla tua parte, dimmi cosa ne pensi." sembrerebbe dimostrare che la cofondatrice di Doppia difesa non abbia compreso che si sia macchiata di body shaming. Come rimarca giustamente Monica Pietrangeli nel suo intervento a nome del Comitato Pari opportunità dell’UsigRai a proposito di questa vicenda, tale fenomeno è “Una forma di attacco subdolo perché attraverso la risata che vorrebbe suscitare, ridicolizza, ferisce. In questo ultimo periodo ne è stata oggetto la collega Giovanna Botteri, corrispondente Rai da Pechino.”.
La diretta interessata ha risposto alla nota UsigRai, invitando a valutare il ruolo delle professioniste dell’informazione, prescindendo dal loro modo di presentarsi in televisione e sul lavoro. “Mi piacerebbe – scrive Giovanna Botteri – che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi… Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere”.
Quei 78 secondi di sfacciata derisione di una giornalista del calibro di Giovanna Botteri, nonché il recente video della showgirl su Istangram, dovrebbero valere ad interrogarci seriamente sulla figura di Michelle Hunziker quale paladina delle vittime di discriminazioni, abusi e violenze. Della giornalista della Rai, sulla cui professionalità non si nutrono dubbi, si evidenzia inoltre lo spirito ironico con cui si è presentata l’altra sera in collegamento a Che tempo che fa. Difatti si è rivolta a Fabio Fazio, con un “Mi vedi anche con la giacca, l'ho messa per te”. E quella riflessione ad alta voce del conduttore, “Sei tu che fai elegante la giacca”, dovrebbe chiudere il sipario su di una vicenda che molti apprezzamenti e solidarietà ha profuso all’indirizzo di Giovanna Botteri e tante critiche e rimproveri ha rivolto a 'Striscia la notizia'.
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