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I referendum e le libertà

I referendum e le libertà

Politica/ Etica e scienza - “Coloro che li avversano non possono negare che anche i quesiti referendari sottendono valori forti ...di rispetto della persona, di solidarietà, di liberazione della donna”

Lanfranco Turci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2005

Penso che i Referendum - che noi chiediamo siano convocati entro il mese di maggio - saranno l'evento più significativo della fase politica che abbiamo davanti a noi. Un evento che - se avrà successo, come io ritengo possibile - avrà effetti positivi di lungo periodo sugli orientamenti dell'opinione pubblica. Un successo darebbe infatti nuovo vigore alle battaglie di libertà e di modernizzazione del Paese. Genererebbe una nuova fiducia del Paese in se stesso, contribuendo a diradare quella cappa di pessimismo che le difficoltà economiche e lo stesso fallimento del centro destra alimentano quotidianamente.
Che battaglia sarà quella dei referendum? Sarà una battaglia per la libertà, per nuovi diritti e nuove possibilità. Possibilità di avere bambini, per chi oggi ne è impedito. Possibilità nuove di cura per malattie gravi e diffuse, dalla vita prenatale a quella di milioni di persone che oggi vivono più a lungo, ma aspirano anche a una vita degna di essere vissuta fino alla fine dei loro giorni.
Sarà una battaglia dunque per dare voce alla speranza, quella speranza che è il motore della vita umana, come lo è un sentimento ad essa strettamente connesso: il desiderio.
Certo, desiderio responsabile, ma desiderio.
Diciamola e facciamola nostra questa parola così esecrata dalla nuova teologia dei teocon di Giuliano Ferrara, secondo i quali il desiderio di genitorialità, il desiderio di una vita sana, il desiderio di ridurre il dolore è il peccato più grave di cui possono macchiarsi gli uomini ... e soprattutto le donne!
Queste speranze, questi desideri, queste possibilità sono collegate alla rivoluzione biologica aperta dal sequenziamento del genoma umano e dalle nuove tecnologie della fecondazione.
Ma sbaglieremmo a pensare, come pure fanno alcune componenti referendarie, che i referendum saranno prima di tutto una battaglia per la libertà contro il proibizionismo. Ci sono sicuramente importantissimi contenuti di libertà nella battaglia referendaria, a cominciare dalla libertà della ricerca scientifica. Ma la novità dei temi in gioco fa sì che non possano essere proposti solo in termini di continuità ed estensione delle libertà personali e dei diritti civili già acquisiti. Né possono essere proposti solo in termini di distinzione fra Stato e Chiesa o in termini di ritiro dello Stato e di espansione dell'autonomia privata e personale. Occorre motivare il ricorso alle nuove possibilità aperte dalla rivoluzione biologica sulla base di valori forti, che rendano possibile il confronto con chi difende lo status quo. Guai a noi se accettassimo uno schema di gioco in cui i NO, o peggio gli astensionisti si presentano come i difensori dei valori, e i referendari come i difensori della libertà di provetta! Coloro che avversano i referendum non possono negare che anche i quesiti referendari sottendono valori forti, valori che noi riteniamo coerenti col patrimonio di civiltà emerso nel corso drammatico della storia umana e in particolare della storia europea. Valori di rispetto della persona, di solidarietà, di liberazione della donna. Noi pensiamo che la piattaforma dei Referendum costituisca uno sforzo coerente per tradurre quei valori nella nuova situazione determinata dalla rivoluzione biologica, allargandone la possibilità di realizzazione e di inveramento nella vita di più larghe masse di donne e di uomini. Siamo fiduciosi che questa impostazione sarà accolta dalla grande maggioranza dei cittadini italiani, la cui maturità e responsabilità si è già manifestata negli importanti precedenti storici del referendum sul divorzio e sull'aborto. L'ampiezza e la trasversalità delle adesioni già raccolte dimostra che i Referendum non saranno un fattore di spaccatura del Paese, soprattutto non lo saranno fra laici e cattolici. Si è tuttavia sottolineato da più parti che cambiamenti così radicali come quelli determinati dalla rivoluzione biologica possono suscitare reazioni di paura e di rigetto. E' appunto quello che è avvenuto con l'approvazione della legge 40. Ma proprio quando si blocca il confronto su problemi di tale dimensione, è giusto e sacrosanto che sia il popolo a pronunciarsi con la seconda scheda, quella dei Referendum. Non è grande prova di coerenza intellettuale e morale quella di chi per un verso pretende di difendere alti principi etici, e per l'altro ricorre al sotterfugio dell'astensione, calcolando di mettere fuori gioco i Referendum con l'unione dei propri non voti e di quelli degli indifferenti e degli assenteisti cronici. I veri nemici dei referendum sono coloro che puntano a fare mancare il quorum. Ma possiamo batterli. Per il raggiungimento del quorum e la vittoria dei SI sarà determinante come in altre grandi battaglie per la democrazia il voto delle donne italiane. Esse devono anche essere le principali protagoniste della campagna referendaria.

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