I primi venti anni della Case rifugio per donne maltrattate di Pisa
E' stata fondata nel 1998 e al tempo era la prima Casa rifugio aperta in Toscana dalla Casa della donna di Pisa. Un convegno ha fatto il punto sul cammino compiuto
Venerdi, 14/12/2018 - Riceviamo e pubblichiamo
La Casa rifugio della Casa della donna di Pisa compie vent’anni e per l’occasione si è tenuto il convegno "La Casa rifugio si racconta: storie di relazioni tra donne" (il 13 dicembre, programma) presso la Biblioteca del Convento dei Cappuccini.
Operatrici ed esperte del centro antiviolenza presenteranno il prezioso bagaglio di esperienze maturate in questi venti anni, il lavoro che svolgono ogni giorno, le storie e le donne che vengono accolte, i percorsi che affrontano per riprendersi la propria vita e libertà. Dal 1998 ad oggi la Casa rifugio della Casa della donna ha accolto 79 donne e 78 bambine e bambini. Si tratta in maggioranza di donne italiane (41), con un'età compresa tra 30 e 49 anni, residenti a Pisa e provincia. Le donne straniere (38) sono originarie soprattutto dell’est Europa.
Quella della Casa della donna è la prima casa rifugio per donne maltrattate aperta in Toscana. Era, infatti, il febbraio 1998 quando, grazie ai fondi stanziati dalla legge regionale contro la violenza sulle donne (L.R. 66/1997), le prime due donne, vittime di gravi maltrattamenti, furono accolte in un appartamento ad indirizzo segreto gestito dalla Casa della donna attraverso una convenzione con il Comune di Pisa. Un anno dopo aprì la casa rifugio dell’associazione Artemisia di Firenze e poi quelle di Prato e Grosseto. Oggi in Toscana sono attive 20 case rifugio, che nel 2017 hanno ospitato 147 donne e 114 figli/e. In Italia le case rifugio sono 258 (dati Istat), 55 quelle aderenti all’associazione nazionale dei centri antiviolenza Dire.
“L'idea di dedicare una giornata all'esperienza e alla storia della Casa rifugio - spiega Carla Pochini, presidente della Casa della donna - nasce dal desiderio di presentare alla città il lavoro compiuto in questi vent'anni e mostrare quanto sia importante e necessario per chi è vittima di violenza poter contare su una struttura protetta. Come abbiamo detto recentemente al sindaco di Pisa Michele Conti, in risposta alla proposta di aprire una casa per uomini maltrattanti, in caso di gravi violenze, allontanare i maltrattanti e lasciare le donne e i bambini nella casa di famiglia aumenta e non diminuisce il rischio. Ecco perché abbiamo giudicato quell’idea inutile e dannosa e siamo contente che alla fine il sindaco ci abbia ascoltate e abbia deciso di ritirare quella proposta. Se davvero il sindaco Conti vuole dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza - conclude Pochini - perché non destina dei fondi per sostenere l’autonomia delle donne in uscita dalla Casa rifugio? Queste sì sarebbe risorse assai utili e ben spese, altro che case per uomini maltrattanti”.
“Le storie delle donne che abbiamo accolto in questi anni - sottolinea Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza della Casa della donna - ci dicono che le case rifugio sono le uniche in grado di salvare le donne e i loro figli da una violenza che non di rado diventa furia omicida. La cronaca purtroppo lo racconta ogni giorno: donne barbaramente uccise nelle proprie case o in luoghi che il partner o ex partner conosce molto bene. Donne che forse oggi avrebbero potuto essere vive se avessero avuto modo di entrare in una casa protetta. Non dimentichiamo - continua Zitiello - che le case rifugio, oltre ad essere ad indirizzo segreto e a cambiare sede periodicamente proprio per garantire la sicurezza delle donne ospitate, sono strutture gestite dai centri antiviolenza e dunque inserite all'interno di un percorso che affianca e sostiene a 360 gradi le donne vittime di violenza”.
Ad aprire il convegno “La Casa rifugio si racconta: storie di relazioni tra donne" Carla Pochini, presidente della Casa della donna e Cristina Carelli, coordinatrice della Casa per donne maltrattate di Milano e componente del direttivo dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza Dire. A seguire gli interventi delle operatrici, psicologhe e avvocate della Casa della donna hanno presentato dati, metodologie di lavoro ed esperienze della Casa rifugio. Alla tavola rotonda “Prima le donne e i bambini. Verso un sistema territoriale di protezione delle donne e dei minori vittime di violenza", sono intervenute, tra le altre, la consigliera del Tavolo provinciale contro la violenza Francesca Brogi, il commissario di polizia Maurizio Stilli, la responsabile del codice rosa dell’Azienda Ospedaliera Pisana Mojan Azadegan, la responsabile U.F. Socio-assistenziale/Consultorio e Neuropsichiatria infantile Maria Atzeni, la presidente dell’associazione Donne in Movimento Anna Maria Mengue. Modera Chiara Cini, giornalista di Canale 50
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