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I premi di Venezia 82: tra conflitti reali e annunciati e complessi rapporti intrafamiliari

I premi di Venezia 82: tra conflitti reali e annunciati e complessi rapporti intrafamiliari

Vince il film di Jim Jarmush ‘Father, Mother, Sister, Brother’; Gran Premio della Giuria a ‘The Voice of Hind Rajab’ di Kaouther Ben Hania; Coppa Volpi miglior attore a Toni Servillo per ‘La Grazia’ di Sorrentino e miglior attrice a Xin Zhilei

Mercoledi, 10/09/2025 - Scelte difficili per le Giurie dell’edizione 2025, l’82esima della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, tra storie drammatiche al femminile - prima fra tutte ‘The Voice of Hind Rajab’ della regista tunisina Kaouther Ben Hania, il film sulla bambina morta a Gaza dopo l’uccisione della sua famiglia mentre attendeva l’ambulanza della Mezzaluna Rossa -, guerre in corso e futuribili, osservazione malinconica dei difficili rapporti tra membri delle famiglie, memorie segrete e redenzioni, dilemmi morali e scelte di libertà.

Un panorama di ottimi film, molti sguardi al femminile (non abbastanza quest’anno a Venezia le registe selezionate, un maggior numero in Orizzonti), la meritata presenza della ‘nostra’ regista Maura Delpero nella Giuria del Concorso, hanno segnato un’edizione comunque valida ed interessante per i temi attualissimi e per la grande solidarietà mostrata alla tragedia di Gaza, sia dai tanti artisti che hanno firmato un documento e aderito al movimento Venezia82_Venice4Palestine, sia dalla grande manifestazione tenutasi durante il Festival, fortunatamente autorizzata senza problemi.

Il Leone d’Oro è andato al sempre enigmatico regista statunitense indipendente Jim Jarmusch, con un film dal titolo ‘Father, Mother, Sister, Brother’ che descrive in tre episodi girati in tre diversi luoghi (Usa, Irlanda e Francia), senza dare giudizi e senza alcun pathos, ma con malinconia intrinseca, l’intreccio familiare di genitori con figli adulti e di questi fra loro.

Vincitrice ‘morale’ del Festival, con il Gran Premio della Giuria, è stata la regista tunisina Kaouther Ben Hania col suo applauditissimo ma anche discusso film ‘The voice of Hind Rajab’, un’opera necessaria sicuramente, secondo alcuni da non includere nella selezione del concorso ma piuttosto da inserire, con un evento specifico, fuori concorso, per l’enorme portata morale ed umana, legata ad un evento drammatico (fra i tanti) accaduto di recente nella striscia di Gaza.

Si tratta della tristemente nota storia di Hind Rajab, una bambina di 6 anni, unica sopravvissuta ad un attacco dell’esercito israeliano che aveva sterminato la sua famiglia: riuscita a mettersi in contatto con i soccorritori dalle macerie dell’auto dove viaggiava, resta al telefono con loro per ore. Proprio quando l’ambulanza, dopo attese interminabile, ottiene l’autorizzazione a partire e si trova a pochi metri dall’auto in cui si nasconde la bambina, viene colpita da un missile. Il film racconta la tragedia attraverso gli audio originali registrati dalla Mezzaluna rossa palestinese, impegnata nelle operazioni di soccorso.

‘Mi preparavo mentalmente a entrare finalmente in pre-produzione con un film che scrivevo da dieci anni - racconta la regista - Poi tutto è cambiato. Ho sentito una registrazione audio di Hind Rajab che implorava aiuto. A quel punto, la sua voce si era già diffusa su Internet. Ho subito sentito un misto di impotenza e di tristezza travolgente. Una reazione fisica, come se il terreno si fosse spostato sotto di me. Ho contattato la Mezzaluna Rossa e ho chiesto loro di farmi ascoltare l'audio completo. Durava circa 70 minuti ed è stato straziante. Dopo averlo ascoltato, ho saputo che dovevo abbandonare tutto il resto. Dovevo fare questo film. Ho creato una storia attorno alle loro testimonianze, usando la registrazione audio reale della voce di Hind, e costruendo un film in un'unica location in cui la violenza rimane fuori dallo schermo. È stata una scelta deliberata. Perché le immagini violente sono ovunque sui nostri schermi, sulle nostre timeline, sui nostri telefoni. Quello che volevo era concentrarmi sull'invisibile: l'attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando gli aiuti non arrivano. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno accorre. Quel dolore, quel fallimento, appartiene a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che la finzione (soprattutto quando attinge da eventi verificati, dolorosi, reali) sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell'oblio dello scorrimento. Il cinema può conservare una memoria e resistere all'amnesia.’

Il film, che ha avuto una standing ovation con 24 minuti di applausi alla proiezione ufficiale, e che ha visto sfilare il cast innalzando la foto di Hind Rajab, è stato sponsorizzato da numerosi artisti, in qualità di produttori esecutivi, fra i quali Brad Pitt, Jonathan Glazer, Joaquin Phoenix, Rooney Mara e Alfonso Cuarón.

L’opera, che sarà presto distribuita in Italia da I Wonder Pictures, ha vinto anche il Leoncino d'Oro - la cui Giuria è composta da giovani studenti e studentesse, uno per Regione rappresentanti della scuola italiana – un premio istituito da AGISCUOLA e promosso da A.G.I.S., A.N.E.C. e Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MIC e MIM.

Altro film ‘importante’ presentato in concorso, completamente diverso dal precedente ma sempre sul tema della guerra e delle sue conseguenze devastanti, è ‘A House of Dynamite’ (targato Netflix), realizzato da una grande regista USA come Kathryn Bigelow (la ricordiamo come prima donna che ha conquistato l’Oscar per la miglior regia con ‘The hurt locker’), su un potenziale, futuro conflitto nucleare, con immagini forti ed una crescente tensione: pur non avendo ottenuto premi, il film ha attirato l’attenzione su una minaccia ancora esistente ed attuale, come quella nucleare e sulle sue spaventose, possibili conseguenze.

La Coppa Volpi per la miglior attrice è stata assegnata all’attrice cinese Xin Zhilei per il film ‘The Sun rises on us all’, del regista e co-sceneggiatore del film Cai Shangjun, tornato al Lido dopo essersi aggiudicato un Leone d’Argento nel 2011 con il film People Mountain People Sea. Si tratta di un elegante melodramma contemporaneo in cui le ragioni del cuore si intrecciano con le precarie condizioni esistenziali di chi vive in una società come quella cinese, dilaniata tra passato e presente, tra sviluppo selvaggio e arretratezza. La sceneggiatura è firmata anche da Nianjin Han, moglie e collaboratrice del regista Cai, che argomenta: ‘Sacrificio e redenzione: questa è una storia morale, basata su un distico contenuto nell’opera cantonese ‘La forcina viola’, cui si ispira il titolo The Sun Rises on Us All (Ri gua zhong tian): “Il sole, sospeso allo zenit, arde del rosso più intenso; ma la luna, pur nascosta, è destinata a tornare in scena”.’

La Coppa Volpi come miglior attore è andata alla magistrale interpretazione di Toni Servillo (come sempre, verrebbe da dire) per il film di Paolo Sorrentino ‘La Grazia’, in cui l’attore veste i panni di un presidente della Repubblica a fine mandato cui si presentano due domande di grazia. “La Grazia è un film su un dilemma morale – commenta il regista - Concedere o meno la grazia a due persone che hanno commesso degli omicidi in circostanze, però, forse, perdonabili. Firmare o non firmare, da cattolico, una legge difficile sull’eutanasia. Ho sentito la necessità di fare questo film in un momento storico in cui l’etica, alle volte, sembra essere opzionale, evanescente, opaca o comunque tirata troppo spesso in ballo solo per ragioni strumentali. L’etica è una cosa seria. Tiene in piedi il mondo.”

Altro riconoscimento al femminile è stato il Premio alla Sceneggiatura, assegnato al bellissimo film ‘À Pied d’œuvre’ diretto da Valérie Donzelli e co-sceneggiato come sempre con Gilles Marchand. Il film racconta la storia vera di un fotografo di successo che rinuncia a tutto per dedicarsi alla scrittura, e scopre la povertà, un racconto radicale, che unisce chiarezza e autoironia, e ritrae il viaggio di un uomo disposto a pagare il prezzo più alto per la propria libertà.

Fra i premi della sezione Orizzonti va infine segnalato il ‘Premio Orizzonti per la migliore Regia’ assegnato alla regista e sceneggiatrice indiana Anuparna Roy per il film ‘Songs of Forgotten Trees’ che racconta la nascita di una relazione platonica ma profondissima tra due donne che si incontrano per caso a Mumbai, e che devono comunque fare i conti con una società conservatrice e patriarcale costruita da uomini. I personaggi femminili sono ispirati a donne reali incontrate e conosciute sul percorso dell’attrice.

TUTTI I PREMI DI VENEZIA 2025

La Giuria di VENEZIA 82, presieduta da Alexander Payne e composta da Stéphane Brizé, Maura Delpero, Cristian Mungiu, Mohammad Rasoulof, Fernanda Torres e Zhao Tao, dopo aver visionato i 21 film in competizione ha deciso di assegnare i seguenti premi:

LEONE D’ORO per il miglior film a:
FATHER MOTHER SISTER BROTHER di Jim Jarmusch (USA, Irlanda, Francia)

LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
THE VOICE OF HIND RAJAB di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia)

LEONE D’ARGENTO – PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a:
Benny Safdie per il film THE SMASHING MACHINE (USA)

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
Xin Zhilei nel film RI GUA ZHONG TIAN (THE SUN RISES ON US ALL) di Cai Shangjun (Cina)

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
Toni Servillo nel film LA GRAZIA di Paolo Sorrentino (Italia)

PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Valérie Donzelli e Gilles Marchand per il film À PIED D’ŒUVRE di Valérie Donzelli (Francia)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
SOTTO LE NUVOLE di Gianfranco Rosi (Italia)
P
REMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
Luna Wedler nel film SILENT FRIEND di Ildikó Enyedi (Germania, Ungheria, Francia)

ORIZZONTI

La Giuria ORIZZONTI della 82. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, presieduta da Julia Ducournau e composta da Yuri Ancarani, Fernando Enrique Juan Lima, Shannon Murphy e RaMell Ross, dopo aver visionato i 19 lungometraggi e i 14 cortometraggi in concorso, assegna:

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
EN EL CAMINO (ON THE ROAD) di David Pablos (Messico)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
Anuparna Roy per il film SONGS OF FORGOTTEN TREES (India)

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI a:
HARÀ WATAN (LOST LAND) di Akio Fujimoto (Giappone, Francia, Malesia, Germania)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE ATTRICE a:
Benedetta Porcaroli nel film IL RAPIMENTO DI ARABELLA di Carolina Cavalli (Italia)

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR ATTORE a:
Giacomo Covi nel film UN ANNO DI SCUOLA di Laura Samani (Italia, Francia)

PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Ana Cristina Barragán per il film HIEDRA (THE IVY) (Ecuador)

PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
UTAN KELLY (WITHOUT KELLY) di Lovisa Sirén (Svezia)

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