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I NIDI COME PONTE TRA INFANZIA, FAMIGLIE E TERRITORIO

I NIDI COME PONTE TRA INFANZIA, FAMIGLIE E TERRITORIO

Un incontro seminariale a Roma per confrontare le buone pratiche nei servizi all’infanzia attraverso il racconto delle operatrici della Cooperativa sociale Nuove Risposte

Venerdi, 13/05/2022 - I servizi educativi e scolastici rivolti ai bambini di età da 0 a 6 anni, anche se ancora non adeguatamente presenti nel nostro paese, rappresentano uno dei settori più importanti del nostro sistema di welfare, non solo perché intervengono in una fase cruciale per lo sviluppo complessivo delle bambine e dei bambini ma perché sono quelli che di più hanno potuto beneficiare negli ultimi anni, rispetto al resto del sistema scolastico ed educativo, di una attenzione e una sperimentazione degli aspetti pedagogici.
Ad una visione più globale di tali servizi infatti si è arrivati relativamente di recente con un percorso lungo e complesso che ha segnato tappe importanti e sofferte di una evoluzione che, da una posizione marginale e assistenzialistica che collocava i nidi come luoghi di parcheggio e la scuola materna come “anticamera” della vera scuola, ha portato via via ad una sorta di ricomposizione di tutti quegli interventi e di quelle istituzioni che operano nel campo dell’educazione all’infanzia.
Un processo ancora in corso, che finalmente comincia ad dare a questa importante realtà sociale ed educativa un profilo specifico e riconoscibile e che ha trovato un altro passaggio importante nella definizione di Linee Guida di quello che viene definito finalmente “un sistema integrato” su cui si devono ispirare e basare questi servizi. (vedi https://www.miur.gov.it/linee-pedagogiche-per-il-sistema-integrato-zerosei-).
Lungo questo percorso si snoda lo sviluppo del ruolo della figura degli educatori e delle educatrici, sviluppo non solo legato alla crescita continua di competenze in termini di studio, di nuove acquisizioni teoriche ma soprattutto dovuto alla centralità che in questo settore ha il metodo della sperimentazione, della pratica quotidiana dei e nei servizi.
Di questo e altro si è parlato nell’incontro, tenutosi presso la Casa Internazionale delle donne di Roma, organizzato dal Centro di Documentazione Nidi e Infanzia del Comune di Roma, una struttura che, all’interno del Dipartimento scuola e formazione, promuove e supporta il confronto e l’approfondimento su tematiche educative ed esperienze legate alla realtà dei servizi educativi a Roma, in una ottica di aggiornamento e confronto nei confronti delle operatrici del settore.
L’incontro dell’11 maggio u.s. faceva parte di un percorso che puntava a favorire lo scambio di conoscenza delle diverse pratiche ed esperienze portate avanti sia dai servizi capitolini che da quelli gestiti in convenzione, un appuntamento di riflessione circolare rivolto alle operatrici e responsabili che ai diversi livelli sono coinvolte nella concreta operatività dei servizi all’infanzia.
Nadia Corsi, dirigente di lunga esperienza e responsabile del settore Monitoraggio dei nidi in convenzione del Dipartimento Scuola di Roma, ha sottolineato il forte impegno messo dall’amministrazione per creare un sempre maggiore coordinamento tra tutte le esperienze di servizi per l’infanzia anche per rafforzare il ruolo e le competenze formali ed informali di chi opera in questo settore in una chiave comune di responsabilità sociale ed educativa. “La presenza delle lavoro delle donne in questo settore - ha spiegato - è stato importantissimo per sviluppare una vera pedagogia della cura”.
E’ in questo quadro che le operatrici della cooperativa sociale Nuove Risposte (Delia Guerini Rocco, Azzurra Proietti e Marina Zaccheo) hanno raccontato con parole e immagini le buone pratiche portate avanti in alcuni nidi a Roma, due territoriali e uno aziendale, spiegando ad una sala piena e attenta il filo pedagogico, progettuale e concreto che sta dietro a tutte le tante cose che si stanno facendo. Un lavoro reso ancora più prezioso perché si colloca dopo un periodo difficile di pandemia che ha colpito in profondità la quotidianità di tanti bambini e loro famiglie ma anche perché realizzato in quartieri e ambiti sociali spesso problematici e complessi.
L’idea portante è quella di “Un Nido come Ponte”. Ponte tra l’interno e l’esterno del nido, ponte tra nido bambini e famiglie. Ponte con tutto ciò che il territorio può offrire come esperienza diretta, educativa, cognitiva. Dentro a questa cornice sempre aperta (“fino ad arrivare al mondo”..), ci sono alcuni concetti chiave da riscoprire ogni giorno: creare per i bambini un ambiente che li faccia sentire a proprio agio, liberi di scoprire, cercare, fare;  rispetto dei loro tempi che sono diversi da quelli degli adulti; centralità della manualità come conoscenza ed esperienza; la natura come fonte essenziale di ricerca, esplorazione, ma anche di materia prima per la creatività, di insegnamento primario del valore del riciclo.

Insieme a tutto questo c’è un lavoro continuo per restituire con immagini e modalità creative quello che i bambini fanno. Immagini che restano per i bambini e per le famiglie anche per cogliere il valore dei piccoli gesti e l’orgoglio di prodotti fatti in un ambito di comunità educante e non di singolo bambino.
Un altro aspetto importante del” Nido come Ponte” è il coinvolgimento delle famiglie, genitori ma anche nonni, presenza sempre più rilevante per i bambini. Partecipazione diretta a laboratori, trasferimento di loro competenze e saperi nelle attività che si fanno o nella costruzione di cose utili alla “comunità nido”. Esemplare è il racconto fatto sulla realizzazione di orti, costruiti in una stretta collaborazione tra bambini, famiglie, operatici, che diventano proprio per questo anche riferimento per il quartiere.
Il terzo capitolo del “Nido-Ponte” si traduce nelle continue attività per portare il nido, con i bambini e le famiglie, nel territorio e per fare entrare il territorio nel nido. Passeggiate e incontri negli spazi fuori dal nido, collaborazioni con realtà sociali e culturali presenti nel quartiere, promozione di iniziative utili al territorio, come la creazione di punti dedicati alla diffusione e lettura di libri, la sistemazione di nuovi spazi verdi organizzati per tutti i bambini del quartiere.
“Dietro a tutto questo lavoro - sottolinea Patrizia Siani, supervisore pedagogica che lavora da anni nella cooperativa Nuove Risposte - c’è la costruzione continua di un metodo condiviso tra le operatrici, una formazione fatta di ascolto e riflessione sulle cose che facciamo, un lavoro di gruppo che va oltre i recinti della équipe educativa per coinvolgere anche altre figure del nido che svolgono ogni giorno un importante ruolo di presenza con i bambini. C’è una attenzione a non adagiarsi su servizi che hanno storie consolidate, ma una cura continua che parte da una osservazione continua sul nostro operato e dall’ascolto verso i bambini, che sono i protagonisti. La cooperativa in questo ha svolto sempre un ruolo essenziale, creando appunto una visione cooperativa”.

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