Giovedi, 24/06/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2010
“Da quale luogo dell’arte prende le mosse il lavoro di Libera Mazzoleni?” si chiede Graziella Longoni nel presentare il bel libro di immagini che si alternano a versi dolenti, come il messaggio che l’artista lancia al mondo preda dell’ingiustizia e della violenza. “È il luogo storico degli eventi che accadono e che l’artista nomina uno a uno, interrogandone il senso, ponendone costantemente in relazione le cose con gli uomini e le donne che li costruiscono”. Sono i muri che non smettono mai di essere costruiti che hanno ispirato Libera (come si firma nel libro) e che ha ritratto nei vari aspetti e rappresentazioni, da quelli dell’odio (Srebrenica o Bagdad) a quelli dell’occupazione in Palestina, a quelli del patriarcato con le donne velate o imprigionate nel burka. Che siano manti di Madonne o baschi militari, per Libera la molteplicità dei ‘Muri della mente’ di rappresentarsi è manifestazione del male che “indifferentemente viene inflitto da un essere umano a un altro essere umano”.
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