I film premiati al Festival di Cannes: immigrazione, sfruttamento e condizione della donna
Fra le donne premiate, in competizione, la regista Claire Denis e l’attrice e regista iraniana Zahra Amir Ebrahimi, in Un Certain Regard, la regista e sceneggiatrice israelo-palestinese Maha Haj, l’ottima attrice Vicky Krieps
Mercoledi, 01/06/2022 - Siamo ancora lontani dalla parità di genere, benché il Festival di Cannes sia stato sempre fra i principali fautori delle pari opportunità, sia nelle assunzioni del personale, sia nelle varie manifestazioni promosse durante il Festival e sia, soprattutto, nelle Giurie: questo va riconosciuto. Ma la selezione dei film, in tutti i Festival, e Cannes non fa eccezione, ha sempre una schiacciante maggioranza di film girati da registi uomini. I motivi, purtroppo, non sono legati soltanto alle scelte festivaliere ma al minor numero di cineaste donne che lavorano ad un livello professionale ed all’ancor più basso numero di film che le registe hanno la possibilità di realizzare, per le tante ragioni di denaro, tempo e opportunità che ben conosciamo.
Quest’anno su ventuno titoli selezionati nel Concorso, le registe donne erano cinque: Claire Denis, Léonor Serraille, Kelly Richard, Charlotte Vandermeersch e Valeria Bruni Tedeschi.
Una di loro, Claire Denis, la stimata regista francese classe 1946, ha vinto il Grand Prix, cioè il secondo premio (in ex aequo con ‘Close’ di Lukas Dhont), con il film “Stars at Noon”, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico dello scrittore Denis Johnson, storia di un amour fou nel Nicaragua sandinista. Il film, per motivi legati al Covid e alle condizioni politiche incerte del Nicaragua, è stato poi girato a Panama e l’ambientazione politica trasferita ai giorni nostri.
Onore al merito per il premio vinto dall’interprete principale del film iraniano “Holy Spider” - diretto da Ali Abbasi - la regista e attrice Zahra Amir Ebrahimi, che interpreta qui una coraggiosa giornalista la quale, per trovare un serial killer - Saeed Hanaei che uccise 16 prostitute per ripulire la città ‘santa’ di Mashhad, il film è ispirato a una storia vera - indaga personalmente sui femminicidi fino a fare da esca al pericoloso criminale.
Il film, al di là del thriller, intende chiaramente denunciare una società che, ancor oggi, vorrebbe le donne sottomessi ‘angeli del focolare’: ovviamente tante sono le metafore non esplicitate del film, dato che nel paese vige a tutt’oggi una censura severissima, che ha costretto tante registe e registi a lasciare il Paese.
“Non avevo intenzione di dirigere un film esclusivamente sul serial killer – racconta il regista - D'altra parte, volevo fare un film su una società che è diventata un serial killer: il film affronta la misoginia profondamente radicata nella società iraniana, che non è religiosa o politica, ma culturale. La misoginia si sta diffondendo in tutti classi sociali attraverso le abitudini delle persone. In Iran, abbiamo una tradizione di odio verso le donne, che spesso sfocia in terribili drammi. È quello che rivela, nel modo più feroce, la traiettoria di Saeed Hanaei. Si rendeva necessario esprimere nel film diversi punti di vista che mostrassero la diversità di opinioni provenienti dalla società iraniana: sostenitori e oppositori di Hanei. D’altra parte Saeed è sia una vittima (ndr: del sistema, di una cultura) che un criminale”.
Tra gli altri film del concorso che raccontano storie drammatiche con figure di donne e ragazze rappresentative di contesti quali l’immigrazione e lo sfruttamento minorile, si segnalano “Un Petit Frère”, della regista francese Léonor Serraille, storia di una famiglia emigrata in Francia negli anni Ottanta dalla Costa d’Avorio - che evidenzia le enormi difficoltà di integrazione dei figli ed i compromessi inevitabili della madre per sopravvivere – e “Tori e Lokita”, dei fratelli Dardenne, asciutto racconto di due minori non accompagnati, una ragazza e un bambino entrambi africani, provenienti da due Paesi diversi, che vorrebbero far credere di essere fratello e sorella, mentre lavorano per uno spacciatore e sono sfruttati a più livelli.
Ricordiamo la presenza in Giuria di Jasmine Trinca, attrice e regista, che ha presentato a Cannes il suo piccolo film “Marcel!”.
Per quanto riguarda invece la sezione “Un Certain Regard”, Valeria Golino, bella e disinvolta presidente della Giuria di questa edizione, ha affermato: “La sezione di cui siamo stati giurati era composta quest’anno da bellissimi film e questo ha reso molto difficile e duro il nostro lavoro: avremmo voluto premiare tutti i film, e davvero ringraziamo tutti gli autori”.
Un piccolo grande premio, il “Coup de Coeur Award” è andato a “Rodeo” (che uscirà in settembre in Francia), film di esordio di Lola Quivoron, storia della passione di una ragazza per le moto e delle sue conseguenze. La regista, ringraziando per il premio i suoi attori incredibili, ha affermato che tutta l’équipe ha messo la stessa energia collettiva, lo stesso furore, coraggio e violenza per girare questo film.
Un premio importante, quello assegnato per la Miglior Sceneggiatura alla regista e sceneggiatrice israelo-palestinese Maha Haj, per il film “Mediterranean Fever”. Il film racconta una storia complessa, pubblica e privata, con un finale a sorpresa. I protagonisti del film sono sia palestinesi e sia israeliani ma il film si svolge in Israele. “Questo momento è speciale, è un momento collettivo e ringrazio tutto il cast, il produttore e tutti quelli che hanno lavorato al film”.
Altro premio meritatissimo, per la Migliore Attrice, è andato a Vicky Krieps, magnifica interprete del film “Corsage” di Marie Kreutzer. L’attrice, una protagonista di grande talento, partecipava nella stessa sezione con un altro film, “Plus que jamais”, dove interpreta il ruolo di una giovane donna malata terminale per un cancro al seno.
Tutti Premi del 75° Festival di Cannes
Palma d'oro per il Miglior Film
Triangle of Sadness - Ruben Östlund
Grand Prix de la Jury (ex aequo)
Stars at Noon - Claire Denis
Close - Lukas Dhont
Premio alla Regia
Park Chan-wook - Decision to Leave
Premio della Giuria, ex aequo
Eo - Jerzy Skolimowski
Le otto montagne - Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Premio alla Sceneggiatura
Tarik Saleh - Boy from Heaven
Premio per la Migliore Interpretazione Femminile
Zar Amir Ebrahimi in Holy Spider
Premio per la Migliore Interpretazione Maschile
Song Kang-ho in Broker
Camera D'or
Riley Keough e Gina Gammell per War Pony
Palma d'oro per il Miglior Cortometraggio
The Water Murmurs di Jianying Chen
Menzione Speciale della Giuria
Plan 75 di Chie Hayakawa
Un Certain Regard
Premio Un Certain Regard
Les Pires di Lise Akoka e Romane Gueret
Premio della Giuria
Joyland di Saim Sadiq
Miglior Regia
Alexandru Belc per Metronom
Migliore Interpretazione, ex aequo
Vicky Krieps in Corsage
Adam Bessa in Harka
Miglior Sceneggiatura
Maha Haj per Mediterranean Fever
Menzione Speciale della Giuria 'Coup de Cœur'
Rodeo di Lola Quivoron
Settimana Internazionale della Critica
Gran Premio Settimana Internazionale della Critica
La jauría di Andrés Ramírez Pulido
Premio Rivelazione Louis Roederer Foundation
Zelda Samson di Dalva
Premio SACD
La jauría di Andrés Ramírez Pulido
Aide Fondation Gan à la Diffusion
Metsurin tarina di Mikko Myllylathi
Premio Scoperta Leica Cine per il Cortometraggio
Ice Merchants di Joao Gonzalez
Premio Canal+ per il Cortometraggio
Ston throno tou Xerxi di Evi Kalogiropoulou
Quinzaine des Réalisateurs
Premio Europa Cinema Label
Un beau matin di Mia Hansen-Løve
Premio SACD
La Montagne di Thomas Salvador
La Cinef Selection
Primo Premio
Il barbiere complottista
di Valerio Ferrara (Centro Sperimentale di Cinematografia, Italia)
Secondo Premio
Di Er
di Li Jiahe (Hebei University of Science and Technology School of Film and Television, Cina)
Terzo Premio, ex aequo
Glorious Revolution
di Masha Novikova (London Film School, Regno Unito)
Les Humains sont cons quand ils s'emplient
di Laurène Fernandez (La CinéFabrique, Francia)
Altri premi
Queer Palm
Joyland di Saim Sadiq
Trophée Chopard, ex aequo
Sheila Latim
Jack Lowden
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