Venerdi, 20/05/2011 - Immaginatevi, una tiepida serata primaverile, mentre vi dirigete verso la metropolitana dopo aver visto un film al cinema. Improvvisamente due uomini vi aggrediscono, vi colpiscono alla testa, vi derubano di cellulare e portafogli e fuggono via lasciandovi frastornati e barcollanti in mezzo alla strada. In pochi istanti una piacevole serata si è trasformata in un incubo.
Purtroppo storie come questa accadono tutti i giorni. Ogni anno in Europa oltre 75 milioni di persone, circa il 15% della popolazione dell'Unione europea, sono vittime di reati gravi.
Attualmente il trattamento e la protezione delle vittime variano notevolmente da uno Stato membro all'altro dell'Unione europea. Alcune persone non ricevono assistenza giuridica dopo essere stati vittime di reati violenti e in alcuni paesi non è previsto il servizio di traduzione per il cittadino straniero che denuncia l'autore di un reato di cui è stato testimone. A chi devono rivolgersi le vittime di reato per trovare assistenza, protezione o aiuto nell'orientarsi all'interno dell'ordinamento giudiziario nazionale? Quali diritti possono esercitare in ciascun paese?
La Commissione europea ha una risposta: standard minimi, applicabili in tutti gli Stati membri dell'Unione, che assicurino assistenza e sostegno alle vittime di tutti i reati, sia che si tratti di un incidente stradale nel tragitto verso il sud della Francia o di una aggressione a scopo di rapina a Barcellona, Liverpool o Amburgo. Le nuove misure che oggi vengono proposte instaureranno un livello comune di protezione in tutta l'Unione europea per aiutare le vittime della criminalità a far valere i loro diritti.
Qualunque sia la natura del reato subito – aggressione, rapina, furto con scasso, violenza, stupro, molestia, reati a sfondo razzista o omofobo, attacco terroristico, o traffico di esseri umani – tutte le vittime condividono gli stessi bisogni fondamentali.
Le vittime della criminalità devono essere trattate con rispetto e sensibilità, garantendo loro sostegno medico, psicologico, giuridico e pratico. Bisogna fare in modo che le vittime possano testimoniare in tribunale senza temere intimidazioni da parte degli autori dei reati.
Che accade se una donna vittima di stalking ottiene un ordine di protezione? Tale ordine è valido anche se la vittima si trasferisce in un altro paese dell'Unione europea? La Commissione si adopererà perché l'ordine di protezione venga riconosciuto anche in altri Stati membri – garantendo cos protezione alla vittima anche quando attraversa una frontiera.
Chi è stato vittima di un crimine vuole vedere la giustizia compiere il proprio corso. Spesso le vittime necessitano di questo atto di liberazione per poter continuare a vivere: hanno bisogno di essere informate sulla data del processo, ottenere il rimborso delle spese di viaggio e usufruire di servizi di interpretazione e traduzione durante il procedimento giudiziario.
La storia dell'Unione europea dimostra che lavorando insieme possiamo davvero cambiare in meglio la vita dei cittadini. In questa occasione la nostra attenzione è puntata sulle vittime, per fare sì che ottengano il sostegno di cui necessitano, il rispetto che meritano e i diritti che si sono guadagnate. Raggiungere questo scopo rafforzerà la fiducia dei cittadini nella giustizia e nei sistemi giudiziari in tutta Europa.
Anche se non potremo mai cancellare le sofferenze delle vittime o restituire loro ciò che hanno perso, possiamo alleviare il senso frustrazione e confusione che vivono dopo un crimine. Dobbiamo dare la priorità alle vittime: lo meritano.
Viviane Reding, Vice Presidente della Commissione europea
Antonio Tajani, Vice Presidente della Commissione europea
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