Giovedi, 20/10/2011 - I ginecologi non obiettori di tutta Italia si riuniscono per la prima volta a Roma, per creare una rete di conoscenze e per elaborare strategie di interventi per l'attuazione della legge 194.
Da quando è stata approvata, la legge ha permesso di azzerare mortalità e morbilità legate alle pratiche clandestine, ed il numero degli aborti è praticamente dimezzato. Eppure gli attacchi a questa legge non si contano, ed una delle armi più efficaci per impedirne l'applicazione è l'obiezione di coscienza.
Uno strumento che in molte parti del nostro paese è diventato il primo passo per fare carriera negli ospedali, anche se si è anestesisti, ostetriche, infermieri, ausiliari. Vi sono ginecologi obiettori perfino nei consultori. Siamo arrivati all'assurdità di proporre di ammetterne la liceità anche per i farmacisti, ovviamente solo per la pillola del giorno dopo.
I ginecologi non obiettori non lasciano sole le donne che decidono di interrompere una gravidanza indesiderata o segnata da malformazioni o malattie del feto. Questa assunzione di responsabilità e del proprio dovere di cura è diventata, nel caso specifico dell'aborto, una penalizzazione, in termini di carriera e di carichi di lavoro; il ginecologo non obiettore viene confinato a questa piccola chirurgia, viene considerato un ginecologo di serie B, e non un ginecologo "a tutto tondo".
Difficilmente le donne protestano, perché confinate in quella zona grigia segnata dai sensi di colpa indotti da una società e da una medicina che si ergono a giudici anziché farsi carico del loro diritto alla salute fisica e psichica.
I ginecologi non obiettori si incontrano a Roma perché è tempo di fermare tutto questo. E' tempo di rivedere l'istituto dell'obiezione di coscienza, che non dovrebbe più essere ammessa per i nuovi assunti negli ospedali. E' tempo di ridare dignità a questa professione umanissima, pensando alla formazione dei giovani ginecologi, che dovrebbe prevedere anche l'insegnamento delle tecniche di induzione dell'aborto. E' tempo di riprendere la ricerca in questo campo per elaborare linee guida che permettano sempre meglio di tutelare la salute delle donne.
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