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I consultori hanno bisogno delle donne

I consultori hanno bisogno delle donne

Emilia Romagna - Non condividiamo nessuna iniziativa volta a svuotare il ruolo dei consultori e del servizio pubblico

Mori Roberta Domenica, 26/02/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2012

I consultori familiari rappresentano un punto strategico nelle politiche di promozione e tutela della salute della donna e del bambino, della sessualità, del sostegno alle coppie e alle famiglie. Partiamo da qui per riaffermare, oggi, la validità degli obiettivi stabiliti dalla legge del 1975 che li ha istituiti e che vanno dall’assistenza psicologica e sociale alla maternità e paternità responsabile e per i problemi di coppia e di famiglia, alla somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile, alla tutela della salute della donna, alla divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza. Tutto ciò ha anticipato i contenuti della 194 e ha reso i consultori luoghi accessibili a tutti, di reale sostegno alla genitorialità, nell’ambito del servizio pubblico socio-sanitario.

Dalla fine degli anni ’90 la programmazione regionale in materia ha poi assunto ulteriori problematiche, quelle peculiari delle donne e delle famiglie immigrate, ma anche quelle inerenti la sessualità di giovanissime/i, prevedendo la presenza di équipes multiprofessionali in grado di assicurare percorsi preventivi, diagnostici e terapeutici integrati con le strutture presenti sul territorio. A loro disposizione e in un’ottica di personalizzazione e rafforzamento dell’assistenza, si è riconosciuto il ruolo di supporto delle associazioni di volontariato, che costituiscono un completamento del servizio pubblico, per renderlo idoneo a rispondere alle complesse richieste dall’utenza. Ancora più necessario in un periodo storico che ha visto - e vede - la progressiva riduzione delle disponibilità di risorse per la spesa pubblica, a tutti i livelli istituzionali.

Questa è in estrema sintesi la strada tracciata da una normativa nazionale e regionale che mantiene la sua validità nei principi ed obiettivi fondamentali, che pone la donna, la sua salute psico-fisica, così come la responsabilità genitoriale, al centro e quale fulcro dei servizi consultoriali. Non condividiamo nessuna iniziativa volta a svuotare il ruolo dei consultori e del servizio pubblico che svolgono, a favore di strutture private o di posizioni ideologiche non rispettose del principio di autodeterminazione della donna e della coppia. Qualunque riforma si renda necessaria deve produrre un di più: maggiore appropriatezza, efficacia ed efficienza, maggiore integrazione con le strutture ospedaliere, ambulatoriali e con i centri per le famiglie presenti sui territori, un’offerta di qualità rispondente a bisogni sempre crescenti e variegati.

Noi vogliamo dunque rilanciare la funzione del consultorio, alla luce dei cambiamenti della nostra società e delle esperienze fatte. Ciò significa ad esempio “attrezzarlo” perché sia il luogo che effettivamente programmi, gestisca e realizzi l’integrazione dei servizi di tutela della salute della donna; perché sia in grado di collaborare con le istituzioni scolastiche e formative sui programmi di prevenzione e di educazione (affettiva, sessuale, relazionale) rivolti alla pre-adolescenza e adolescenza; perché sia perno per l’integrazione delle associazioni di volontariato sociale nei progetti personalizzati di sostegno alle persone e famiglie disagiate, da attuare in sintonia con le direttive regionali e nel rispetto del principio di pluralismo dei soggetti coinvolti. A tal proposito assume grande rilevanza la formazione delle operatrici e operatori, considerato anche il fatto che oggi circa la metà dell’utenza è costituita da persone straniere portatrici di diverse culture e sensibilità.

In Emilia-Romagna la nascita dei consultori ha coinciso con una stagione di grande protagonismo femminile, che ha contribuito alla stessa qualità e innovatività dei loro servizi. Di questo protagonismo abbiamo bisogno ancor più oggi, con le difficoltà che l’attuale crisi economica e sociale pone sulle spalle delle donne, con un welfare impoverito che non garantisce tout court la gratuità e l’accessibilità. La nostra Regione considera i consultori un pezzo irrinunciabile del suo sistema pubblico dei servizi e grazie al contributo delle donne saprà innovarlo senza mai arretrare sul terreno dei diritti e delle libertà.



Roberta Mori è presidente della Commissione regionale per la Parità



(REDAZIONALE)

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